venerdì 2 dicembre 2016

No, non sarà sufficiente


Il voto del Sì è contro il No, ovvero contro questa Costituzione.

Se passerà la revisione costituzionale, puntando sul trash ideologico, ossia su quel materiale volatile che è la speranza sociale che fa credere ciò che non è reale, cambierà la forma di governo di questo paese. Tanto più perché la legge elettorale non sarà modificata nella sua sostanza, se non per favorire ancor più quel blocco sociale fondato principalmente sui grandi affari e le banche, sulla rendita e sui bassi salari (ricordiamoci che cambia il lavoro, cioè le forme nelle quali è estorto valore, ma non cambia il capitale che in tale estorsione ha la propria essenza).

Controllando la maggior parte delle regioni, il “partito della nazione”, espressione di quel blocco sociale, sarà padrone del Senato. Con i media schierati, come ora, dalla sua parte, quei media dediti alla rigorosissima e imparziale analisi di questioni insignificanti, potrà vincere le elezioni e avere la maggioranza assoluta alla Camera. Il desiderio di cambiare, complice mezzo secolo di palude politica, ci porterà ad una situazione istituzionale inedita e dagli esiti, nel tempo, imprevedibili.


Il nuovo parlamento così formato eleggerà il presidente della repubblica (che nomina 1/3 dei giudici della corte costituzionale, l’altro terzo non verrà più eletto in seduta comune, ma sarà scelto con votazioni separate, tre giudici dalla Camera e due dal Senato). Chi non vede il pericolo concreto di una svolta (definiamola poi come si vuole), significa che è cieco. A nostra volta, dire che abbiamo la coscienza a posto per il dovere compiuto, cioè per aver votato No, non sarà sufficiente.

4 commenti:

  1. La cosa è ancora più sottile, raffinata e subdola: se non vince il pifferaio magico un Senato siffatto sarà un ostacolo non indifferente.
    Cmq io continuo a pensare che questo Senato raccogliticcio e raffazzonato, serva solo a mantenere l'im(p)munità a qualcuno che andrebbe subito al "gabbio".

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    1. UN NUOVO VENTENNIO?
      LA STORIA D’ITALIA È FATTA DI VENTENNII
      I° ventennio 1861-1880 Assestamento delle conquiste territoriali del meridione, guerra civile contro i “briganti”, + Roma, + crisi agraria (1870-1880), crollo dell’agricoltura che ne seguì e che nel mezzogiorno causò forti ondate di emigrazione.

      II° ventennio 1880-1900 Industrializzazione, trasformismo, colonizzazione, repressione delle rivendicazioni operaie e contadine, Bava Beccaris, uccisione di Umberto I°.

      III° ventennio 1900-1922 Giolittismo, riformismo, colonialismo, doppiogiochismo, I° Guerra Mondiale, biennio rosso, marcia su Roma, fascisti al potere.

      IV° ventennio 1923-1945 Leggi fascistissime, dittatura, imperialismo, autarchia, alleanza con la Germania, II° Guerra Mondiale, armistizio, fuga e formazione RSI a Salò, fine della guerra.

      V° ventennio 1946-1969 Repubblica, Costituzione, attentato Togliatti, NATO, CECA, Legge Truffa, centro-sinistra, il ‘68, autunno caldo e conquiste sindacali, 12/12/1969 Piazza Fontana; fine della Democrazia.

      VI° ventennio 1970-1992 Statuto dei Lavoratori, sull’onda del 68 profondi mutamenti sociali e culturali: Divorzio, B.R., Compromesso storico, nuovo Diritto di famiglia, Strategia della tensione*, lotta armata, rapimento e uccisione Moro. Inizia il riflusso: marcia dei 40 mila a Torino, Tatcher e neoliberismo, Reagan ed edonismo reganiano, Craxi e Milano da bere, strage di Ustica, P2, attacco alla scala mobile e referendum chiesto e perso dal P.C.I., aumento debito pubblico dal 60 al 120%, crollo del muro di Berlino, dissoluzione dell’URSS, Tangentopoli.

      VII° ventennio 1993- 2011 Elezioni 1994, Berlusconi Presidente del Consiglio, scontro con Bossi su riforma pensioni, rottura coalizione e Dini Presidente. Elezioni 1996, Prodi Presidente del Consiglio; scontro con Bertinotti ad ottobre 1998 e sostituzione di Prodi, prima con D’Alema** e poi con AMATO. Elezioni 2001, Berlusconi Presidente del Consiglio, I° gennaio 2002 l’Euro diventa la moneta della UE. Elezioni 2006, Prodi Presidente del Consiglio, a gennaio 2008 Mastella abbandona la maggioranza, dimissioni Prodi. Elezioni 2008, Berlusconi Presidente del Consiglio, 2011 Monti Presidente del Consiglio.

      VIII° ventennio? 2012-??? Elezioni 2013, stallo politico per successo M5s, rielezione Napolitano, Letta Presidente del Consiglio, febbraio 2014 Renzi Presidente del Consiglio. Legge elettorale Italicum(che dà la
      Maggioranza assoluta ad una minoranza) e riforma Costituzione….
      segue

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    2. continua
      *L'espressione «strategia della tensione» è in realtà inglese (strategy of tension): fu coniata dal settimanale britannico The Observer. Apparve per la prima volta in un articolo del giornalista Leslie Finer del 7 dicembre 1969, solo cinque giorni prima della strage di piazza Fontana. Nello scritto, basato su alcuni documenti segreti dell'MI6, il servizio segreto britannico, sottratti all'ambasciatore greco in Italia, Finer parla di una strategia politico-militare degli Stati Uniti d'America, spalleggiata dal regime dittatoriale dei colonnelli greci, tesa ad orientare certi governi democratici di alcune nazioni dell'area mediterranea, attraverso una serie di atti terroristici e allo scopo di favorire l'instaurazione di regimi e dittature militari].
      Nella fattispecie dell'Italia, sempre secondo il giornalista inglese, sarebbe stato in atto un piano, con al centro l'allora presidente della repubblica Giuseppe Saragat, volto ad innalzare il livello dello scontro tra le forze sociali, già in atto a quel tempo, con l'obbiettivo di imporre una chiara svolta politica reazionaria.
      « Un gruppo di estrema destra e di ufficiali sta tramando in Italia un colpo di stato militare con l'incoraggiamento e l'appoggio del governo Greco e del suo Primo Ministro George Papadopoulos. Elezioni anticipate, liquidazione del centrosinistra, ritorno al centrismo, riforma costituzionale in senso presidenziale, definitiva emarginazione delle sinistre »
      (Leslie Finer su Neri!)

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  2. segue
    Il movente principale della strategia della tensione sarebbe stato quello di destabilizzare la situazione politica italiana. In tale ottica, tra i moventi di tale strategia, soprattutto in Italia e nel quadro della guerra fredda, sarebbe stato quello di influire sul sistema politico democratico, rendendo instabile la democrazia e bloccare il progressivo spostamento dell'asse politico e governativo verso le forze di estrema sinistra, che all'indomani del Sessantotto e dell'Autunno caldo avevano migliorato le loro condizioni e rafforzato il loro ruolo nella società italiana. Vi sono molte ipotesi che portarono a sospettare un ruolo del SID in tale strategia per via di alcuni legami emersi con gruppi neofascisti: infatti, secondo alcuni storici, tali attentati terroristici avevano lo scopo di seminare il terrore tra la popolazione, in modo da legittimare l'instaurazione di un governo di tipo autoritario o addirittura colpi di stato da parte di forze politiche, o comunque organizzate, generalmente gravitanti nell'area dell'estrema destra. Sempre secondo alcuni storici e le risultanze giudiziarie, tale strategia golpistica trae origine ideologica fin dalla metà degli anni sessanta, in particolare dal cosiddetto "Piano Solo" (il fallito colpo di stato del 1964) e dal Convegno dell'hotel Parco dei Principi organizzato dall'Istituto di studi militari Alberto Pollio nel maggio 1965 avente come tema la "guerra rivoluzionaria" anticomunista, in cui intervennero personalità del mondo imprenditoriale, alti ufficiali dell'esercito, giornalisti, politici ed esponenti neofascisti (tra cui Pino Rauti, Stefano Delle Chiaie e Mario Merlino).
    All'inizio degli anni novanta il giudice per le indagini preliminari di Savona Fiorenza Giorgi, nel decreto di archiviazione relativo ad un'indagine su alcune bombe esplose in città tra il 1974 ed il 1975, compie un'analisi degli attentati avvenuti nella prima fase della strategia della tensione, in cui, tra le altre cose, cita le coperture garantite dai servizi italiani ad alcune azioni terroristiche ed all'operato di personaggi come Junio Valerio Borghese. Secondo quanto riportato dal giudice:
    « Dal 1969 al 1975 si contano 4.584 attentati, l'83 percento dei quali di chiara impronta della destra eversiva (cui si addebitano ben 113 morti, di cui 50 vittime delle stragi e 351 feriti), la protezione dei servizi segreti verso i movimenti eversivi appare sempre più plateale. »
    (Tribunale di Savona, ufficio del giudice per le indagini preliminari, Decreto di archiviazione procedimento penale 2276/90 R.G. pag 23 a 25)
    ** Nel marzo del 1999, D’Alema Presidente del Consiglio, la Nato, senza autorizzazione dell’ONU, scatena una campagna di bombardamenti su Serbia, Montenegro e Kosovo, cambiando ad aprile il suo statuto da difensivo in offensivo
    Nel 2004, adesione alla UE, Prodi presidente della stessa, di 8 paesi dell’est, che poi faranno parte della NATO, la quale prende così 3 piccioni con una fava: l’emarginazione dell’ONU, la mancata crescita politica della UE e l’accerchiamento della Russia.

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