È stato il quinto giorno di azione degli studenti inglesi contro l'aumento delle tasse, in gran parte diretto contro il liberal-democratici, che, prima delle elezioni politiche, aveva firmato un impegno pubblico per la diminuzione delle tasse universitarie. Il parlamento ha votato per triplicare! Al di fuori del parlamento i manifestanti sono stati sottoposti a ripetute cariche degli sgherri a cavallo e un gran numero sono stati arrestati.
Nei giorni prima del voto, il leader del partito Nick Clegg ha nuovamente insistito sul fatto che l'aumento delle tasse universitarie è una misura economicamente necessaria, dato lo stato delle finanze della Gran Bretagna. Questa è una balla. Le banche sono state salvate con denaro pubblico per un valore di miliardi e non una singola misura è stata presa per tassare la ricchezza dei super-ricchi. Invece, le élite dominanti hanno colto l’occasione della crisi economica per attaccare le condizioni di vita e i diritti dei salariati e dei giovani, spingendo un pacchetto di austerità 83.000.000.000 di sterline in tagli alla spesa pubblica.
In ottobre è stato tagliato il bilancio per l’istruzione superiore del 40 per cento. Il governo inoltre intende porre fine alle sovvenzioni per l’insegnamento per le facoltà universitarie non “scientifiche”, con il risultato che interi dipartimenti dovranno chiudere. Inutile dire che il partito laburista, che di sinistra non ha più nulla, come del resto il Pd italiano, vuol far credere di opporsi a tali provvedimenti, ma in realtà è parte integrante del sistema, e cerca solo di nascondere la vera natura dell’offensiva di classe.
Questi studenti stanno dando una bella lezione ai loro colleghi europei, in particolare a quelli italiani che protestano salendo sui tetti e si fanno riprendere da fotografi e operatori Tv in compagnia dei politicanti di turno, come Bersani, ai quali non chiedono conto, per esempio, delle enormi spese militari finanziate dal governo Prodi, che in due sole finanziarie di rigore e tagli alla spesa sociale, è riuscito ad aumentare le spese per la Difesa del 17,2% nel biennio 2007-08. Infatti fu il governo Prodi a istituire, in Finanziaria 2007, un «Fondo per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale, derivanti anche da accordi internazionali», con una dotazione di 1.700 milioni di euro per il 2007, 1.550 per il 2008 e 1.200 per il 2009.
Tuttavia, come per le recenti proteste francesi, anche queste di Londra si riveleranno ben presto sterili. Se non si passerà dalla protesta alla rivolta sociale generalizzata, non cambierà nulla.
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