L’omelia di questa domenica d’Avvento è dedicata da Eugenio Scalfari alla “questione morale”. Il buon pastore del liberalismo italiano scrive:
[…] dedico qualche parola alla questione morale. Può sembrare una questione teorica ed in parte lo è, ma è anche un punto di riferimento per tutte le persone alle quali sta a cuore la dignità del proprio Paese e di se stesse. Queste persone sono molte e di varia cultura e orientamento politico […]. La questione morale si pone perché molti, moltissimi cittadini di questo Paese sentono chiaramente che la morale è stata ed è apertamente calpestata.
[…] i fini della politica debbono essere morali perché perseguono il bene di tutti. L'autonomia della politica riguarda soltanto i mezzi ma anche qui con un limite: i mezzi non possono mai essere contraddittori rispetto ai fini. Qualche esempio pratico. Se una pubblica istituzione viene usata per sistemarvi i parenti e gli amici di chi la dirige, questo mezzo contraddice palesemente la finalità. Se un uomo politico convince un suo collega a cambiar partito, la sua opera di convincimento è pienamente accettabile, ma se compra il consenso o lo mette in vendita, questa è una prassi vergognosa e inaccettabile. La questione morale e il rapporto tra morale e politica è tutto qui. I cittadini elettori possono trovare in questo semplice criterio lo strumento per utilizzare correttamente il loro voto sovrano.
C’è da farsi una domanda breve ma esaustiva: «Ma in che cazzo di mondo vive Scalfari?». Oppure ci prende tutti per dei gonzi. Quante volte s’è detto che chi controlla i media controlla anche il voto? E come si controllano i media se non con il possesso diretto oppure comprandone il contenuto? Quindi è una questione di potere e di denaro, il popolo sovrano non c'entra una mazza. Così in Italia e nel resto del mondo. Comprare il consenso o metterlo in vendita “è una prassi vergognosa e inaccettabile” solo per Scalfari e quelli come lui, e solo se favorisce l’avversario. Comprare e vendere è l'anima, il motore di questo sistema. Perché la politica, questa forma politica che incarna eminentemente gli interessi dela borghesia, dovrebbe avere una morale e un'etica diversa dal resto?
Ma il punto a cui tiene Scalfari è un altro, sempre lo stesso e riguarda l’economia, cioè il capitale da sostenere e i grandi patrimoni da savalguardare (compreso il suo, ovviamente):
I turbamenti prevedibili sul mercato finanziario, e la posizione della Germania e della Francia su regole più severe per quanto riguarda i debiti sovrani, rendono indispensabile un governo che abbia piena credibilità rispetto alle autorità monetarie europee e alle istituzioni sovra-nazionali. Un governo galleggiante, presieduto da chi ha già perso gran parte della sua credibilità internazionale, non è l'ideale per attuare una strategia oggettivamente difficile: coniugare crescita e rigore finanziario, far rientrare il debito nei parametri europei […].
Ancora e sempre lacrime e sangue per i salariati. Perciò serve un governo “autorevole”, rigoroso, credibile rispetto alle élite borghesi internazionali. Colpendo la piccola borghesia che evade le tasse e vota a destra. Giusto. Ma lasciando libero di evadere ed eludere chi possiede ben altri mezzi per gabbare il fisco, cioè il grande capitale. Del resto, il recente scudo fiscale non ha avuto il placet astensionista del partito di Scalfari? E non si è trattato, in tal caso di “una prassi vergognosa e inaccettabile”?
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