martedì 7 dicembre 2010

A.A.A. Vendesi bolle



Scrivevo l’1 dicembre che la comunicazione mediatica non è mai innocente. Domenica 5 dicembre, in prima pagina, Il Sole 24ore scriveva:
«Da parte sua, il primo ministro italiano Silvio Berlusconi lancia un avvertimento: la tripla A che le agenzie di rating hanno confermato all’Italia è strettamente legata alla stabilità di governo e alla tenuta dei conti pubblici. Ecco perché, ha detto ieri il premier, aprire una crisi di governo ora, in un momento estremamente delicato per l’economia, è da "irresponsabili"».
Da vomito. Il quotidiano di Confindustria non aveva ovviamente nulla da eccepire. Se non ci credete leggete qui .
Naturalmente sotto c’è una furbata: infatti, come tutti sanno, il rating del debito sovrano della Repubblica Italiana (cioè sui titoli di stato) a lungo termine è A+ e quello a breve termine è A-1+. L'Italia aveva la tripla A nel 1998. Poi solo monnezza.
C’è però, a cercare bene, un rating tripla A: quello relativo al rischio di convertibilità e trasferibilità fondi. Che con il debito sovrano, con "la tenuta dei conti pubblici", c’entra come Gianni Riotta con il giornalismo economico.

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