lunedì 9 dicembre 2024

Il Paese più socialista d'Europa

 

Chi vuole il socialismo? Qui da noi, in Europa? Quasi nessuno. E poi, di quale socialismo stiamo parlando? È una roba che appartiene al passato il socialismo, così come le idee di uguaglianza e altre cose così ... Pourparler, mettiamoci sopra una pietra tombale e non pensiamoci più.

Pur con tutte le sue contraddizioni e i suoi difetti il capitalismo ci ha consentito di fare un bel passo avanti. Dopo secoli di sviluppo tecnologico e scientifico non patiamo più la fame, la polenta e le zuppe di pane raffermo sono diventate cibo da gourmet. Quasi tutti abbiamo un tetto di proprietà, scuole e sanità quasi gratuiti, anche se sempre più scadenti, e alla fine il diritto alla pensione. Non è socialismo anche questo, sia pure insieme reazionario per quanto attiene l’universalismo astratto e pragmatico per quanto riguarda i rapporti patrimoniali?

Dunque, chi vuole il socialismo o, per dir peggio, il comunismo? Nell’apparenza dei rapporti di classe, il capitalismo si è liberato di molte contraddizioni non essenziali. L’esercizio dello sfruttamento avviene in circostanze e condizioni totalmente differenti rispetto al passato, salvo eccezioni più o meno ampie. Insomma non ce la passiamo male, anche se c’è sempre più gente che non se la passa bene, ma sempre meglio che nel “socialismo reale”, quel sistema sociale più odioso addirittura del nostro che ha giustificato solo il proprio dogmatismo.

Tuttavia le contraddizioni fondamentali che rivelano la dittatura di classe nella sua essenza sono diventate ancora più dirompenti. Lo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali, le stridenti sproporzioni nella distribuzione della ricchezza, e poi le rivalità fra potenze che si sviluppano tutte su un terreno comune, ossia il capitalismo globalizzato il cui solo scopo è la guerra per il dominio del mercato mondiale.

Ma noi, avvolti nel nostro bozzolo piccolo borghese, impregnati di rugiada sentimentale, ci sentiamo al riparo da quelle brutte faccende che accadono altrove. Almeno fino a quando non ci mettono in cassa integrazione, e per finire “sul mercato” delle braccia. Fino a quando la bomba del debito pubblico, dai e dai, non ci scoppierà in faccia. Quanto alla guerra, mica ci spaventa, anzi ci permette di vendere le armi che produciamo. Per noi la guerra, la morte e distruzione degli altri, è business e posti di lavoro.

È vero che dappertutto nel mondo il sistema parlamentare, sinistra e destra, è in crisi. Quanto all’Unione Europea non è altro che una consorteria per imporre agli europei le regole del liberismo più selvaggio. Ma in fondo chi ha mai creduto realmente che un voto possa cambiare le cose? La via parlamentare non può renderci indipendenti dal gioco economico e politico dominante, questo va da sé e obtorto collo noi eunuchi del potere costituzionalmente sancito bisogna accettarlo come pegno. Non c’è più da pensare a una qualsiasi lotta politica, ci rimane la lotta “letteraria”, sui social. Intonare invettive spiritosamente sarcastiche contro questo e quello, senza mai andare alla radice del problema.

Non è forse per questo motivo che economisti, filantropi, umanitari, riformatori e semplificatori del bilancio statale, protettori degli animali, ci dicono e ripetono, proclamando la propria imparziale superiorità borghese, che questo sistema economico- sociale è il peggiore di tutti fatta eccezione per tutti gli altri? E allora, posto che di meglio in alternativa non c’è nulla (soprattutto per i meglio situati), chi può volere una trasformazione radicale della nostra società, specie qui in Italia, il paese più social-liberale d’Europa?

6 commenti:

  1. Ad oziose domande, oziose risposte, risposte da poetici borghesi. "...Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice
    Solo se lo erano anche gli altri.
    ...
    E ora?
    Anche ora ci si sente come in due.
    Da una parte l'uomo inserito
    Che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana
    E dall'altra il gabbiano, senza più neanche l'intenzione del volo
    Perché ormai il sogno si è rattrappito
    Due miserie in un corpo solo." (G.Gaber)
    Io credo che più della perdita delle ali noi si sia responsabili del peccato di ignavia.

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  2. 'Ma in fondo chi ha mai creduto realmente che un voto possa cambiare le cose?'
    Intanto, nel dubbio, quando gli elettori votano nel 'modo sbagliato' si trova il modo di correggere la situazione, come in Romania.

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    1. Da compagni che sbagliano a elettori che sbagliano

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    2. 'Il popolo è minorenne...' da 'Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto'

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  3. Il Comitato centrale ha deciso: poiché il popolo non è d'accordo, bisogna nominare un nuovo popolo
    AG

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