Salvo
sorprese al Senato, la legge elettorale con la quale andare al voto si chiamerà
rosatellum. Se poi, uscendo dal seggio, vi sentirete un po’ coglioni, in tal
caso non abbiate dubbi, vi avranno coglionato ancora una volta. Tanto, direte,
se non si va a votare faranno ugualmente ciò che vogliono. Bravi, continuate a
raccontarvi storielle consolatorie.
Scriveva
Luciano Canfora che il sistema è dominato da “un’oligarchia dinamica incentrata
sulle grandi ricchezze ma capace di costruire il consenso e farsi legittimare
elettoralmente tenendo sotto controllo i meccanismi elettorali” (La democrazia, p. 331). Non si riferiva
alla Grecia antica, ma al sistema attuale, non molto dissimile da quelli di
sempre.
Nel
2013, scrissi a mia volta (si parva licet) che Grillo e la sua armata
Brancaleone avevano perso un’occasione storica rifiutando anche solo il
tentativo di un accordo minimo con il Pd di Bersani. Volevano tutto, non hanno
avuto nulla. Volevano fare una rivoluzione in parlamento. Quando mai si sono
viste cose del genere in simile consesso? Non basta l’ambizione, ci vuole anche
un certo talento, un minimo di cultura e di duttilità, un po’ meno vaghezza e pressapochismo.
Del
resto questi ragazzotti non dovevano prefigurare una società a venire, quanto
obbedire alla fortissima intimazione dall’hic et nunc storico-sociale. Non
basta più baciare la reliquia, oggi come ieri contano ben altre credenziali,
soprattutto internazionali. Insomma, il vero potere, l’oligarchia dei soldi,
degli affari e delle rendite, accetterebbe un governo che non può totalmente
controllare e ricattare?
Parafrasandoti... dici che se la sono fatta sotto?
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