mercoledì 29 dicembre 2010

Un tradimento annunciato, un suicidio politico



Cosa potranno mai raccontarsi Marchionne e Chiamparino quando giocano a scopone? Questi dirigenti del Pd, sul tipo di Fassino, D’Alema, Veltroni, Bersani, hanno perso da molto tempo, se mai l’hanno avuto, ogni contatto con il mondo del lavoro. Quello vero, alla catena, per esempio. Essi vivono e agiscono da rappresentanti d’interessi estranei alle classi salariate e la loro “arrendevolezza” nei riguardi del padronato, il proclamarsi “liberali”, lo sfoggio di avere a cuore anzitutto l’impresa, con la panzana dell’interesse “nazionale”, diventa una prova del loro attaccamento agli interessi della borghesia.

Perfino taluni diritti dei lavoratori (in primis quelli della rappresentanza sindacale), considerati fino a ieri intangibili e costituzionalmente garantiti, sono diventati mera questione di forza, di confisca da parte del padronato, nella sostanziale complicità dei dirigenti della cosiddetta "sinistra" liberaldemocratica. Un tradimento esplicato palesemente e senza alcun pudore, in una congiuntura in cui la questione sindacale diviene problema di potenza politica. Ne consegue il fatto che se i rapporti tra capitale e lavoro diventano questione esclusiva della lotta più cruda tra salariati e padroni, cioè non sono più un problema collettivo della società e quindi politico, allora anche l’ultimo resto di fiducia e di simpatia personale, l'ultima illusione, che poteva un tempo animare i rapporti tra lavoratori e rappresentanza politica parlamentare, viene a cessare. 

Nessun commento:

Posta un commento