mercoledì 25 luglio 2018

Italia cristiana



Nei campi di pomodoro, negli agrumeti, nelle serre, nelle concerie, nei ristoranti, nei cantieri navali ed edili, nei campi di calcio, nelle fonderie, nei caseifici, nelle spiagge, nelle stalle, nei cessi a pagamento, nei bordelli en plein air, ovunque.

L’Italia è cristiana come i paesi dell’Est erano comunisti.


5 commenti:

  1. Sento una "lieve" puzza di fascio.

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  2. AGRICOLTURA: IL MADE IN ITALY TRAINATO DAGLI IMMIGRATI

    (Nelle piantagioni il 36% dei lavoratori arriva dall’estero e la proporzione sale al 57% - con trend in aumento - proprio nelle regioni a trazione leghista. Molti di loro lavorano senza garanzie previdenziali)

    Le bottiglie di Barolo? Rischierebbero di diventare una rarità. Le mele del Trentino ce le potremmo dimenticare e anche le pesche Igp di Verona, il mais mantovano per la polenta e il latte per il Parmigiano. Se dalle campagne italiane sparissero i lavoratori stranieri, il made in Italy agricolo subirebbe un colpo mortale. E il Nord, in particolare, si paralizzerebbe. Un dettagliato studio condotto dalla Uila, l'Unione italiana dei lavoratori agroalimentari, documenta in modo puntuale l'incidenza della manodopera immigrata nelle colture e allevamenti del Paese. Una mappa che ha un confine demarcato in modo netto lungo la Penisola, quasi quanto quello emerso dai risultati delle recenti elezioni. E che, però, si legge in modo politicamente inverso. Se a portare avanti le aziende agricole fossero solo gli italiani, infatti, le produzioni si bloccherebbero proprio nelle aree a forte trazione leghista, laddove cioè si registrano maggiori proclami ostili rispetto alla presunta "invasione straniera".

    Senza gli immigrati, che spesso operano in condizioni di sfruttamento e con versamenti previdenziali minimi, il Piemonte vedrebbe sparire dai campi 20mila dei 32 mila lavoratori con incarico stagionale o a giornata. La provincia di Mantova dovrebbe invece andare a caccia di 3.632 operai, il 58 per cento di quelli che imbracciano oggi gli strumenti di lavoro per conto dei fattori. Percentuale che sale fino ai due terzi a Pordenone, mentre a Verona è al 69 per cento e a Cuneo sfiora il 74. L'indice più alto si registra a Bolzano, che raggiunge l'81 per cento di manodopera straniera. In generale, il settentrione senza stranieri perderebbe il 57 per cento della forza lavoro nei campi. (Continua al link)

    http://www.repubblica.it/economia/2018/05/08/news/agricoltura_il_made_in_italy_trainato_dagli_immigrati_senza_di_loro_il_nord_rischierebbe_la_paralisi-195772027/

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    1. grazie, interessante statistica. conosco de visu le condizioni

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    2. Grazie a lei per l'attenzione.

      Saluti

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