sabato 28 settembre 2013

Per il regno dei cieli


L’islam sarà pure contro l’omosessualità, ma leggendo la sûra LII e la LVI, nell’ediz. Utet 1967, più di qualche dubbio è legittimo a riguardo della pederastia. Quelli che (maschi jihadisti) saranno risparmiati dal supplizio dell’inferno (giahîm), si faranno pantagrueliche mangiate e ciclopiche bevute (LII, 19), peraltro “sdraiati su letti affiancati” (20). Ognuno sarà pignoratario di ciò ch’egli si è guadagnato (21) e avrà frutta e carne secondo il proprio gusto, e circoleranno tra questi beati “paggi propri, simili a perle nascoste”. La sûra LVI insiste che, tra tutti i pii musulmani, saranno gli approssimati (i più vicini a Dio) a goderne maggiormente nei Giardini di Delizie, “su letti sprimacciati (15), gli uni di fronte agli altri staranno reclinati” (16) e “gireranno fra loro paggi eterni” (17) con calici e con coppe di vino paradisiaco. E sul vino in ambito islamico ha già detto tutto Omar Khayyam. Sui paggi, belli come perle nascoste che eternamente s’aggirano tra le brande degli jihadisti, le note del traduttore restano mute, e non ho trovato molto in internet, ma debbo ammettere che – malgrado qualche stretto contatto di gioventù con questo ramo della progenie abramitica – ho qualche non lieve difficoltà con la lingua; tuttavia non ci vuol molto a capire che quelle perle di paggi non figurano come semplici camerieri, e che la loro bella presenza allude ad intimi servizietti, come quelli delle concubine (houri). Con simili promesse di ricompensa celeste, lo credo bene che non manchino volontari suicidi.  



Nessun commento:

Posta un commento