Non ho mai speso una sola parola a favore di Hugo Chavez,
figuriamoci se prendo le difese di Maduro. E però ogni limite ha una pazienza,
direbbe Pasquale Zagaria, nuovo commissario dell’Unesco. Possibile non capire
l’azione di destabilizzazione che fa capo agli Usa? Come non bastassero per se stesse le
cazzate di Maduro. Un dittatore viene definito, per quanto sia stato
eletto democraticamente (pur essendo quel sistema poroso da ogni punto di vista).
Il consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton, ha
annunciato che gli Stati Uniti devieranno tutti i beni detenuti dal governo
venezuelano negli Stati Uniti al cosiddetto “governo provvisorio” di Juan
Gerardo Guaidó. Ciò include i depositi bancari e le proprietà detenute da
Citgo, la filiale di raffinazione con sede negli Stati Uniti della compagnia
petrolifera di stato venezuelana, PDVSA. È appena il caso di ricordare che il
75% dei prodotti petroliferi grezzi sono venduti dal Venezuela agli Stati
Uniti.
La società di analisi finanziaria S&P Global Platts ha citato
fonti vicine all'opposizione di destra in Venezuela affermando che Guaidó si
stava preparando a nominare un nuovo consiglio di amministrazione per Citgo e
ad inviare i suoi rappresentanti a rilevare il quartier generale della società
a Houston. Goldman Sachs ha riferito che il colpo di stato sarebbe stato
realizzato in concomitanza con la proclamazione di una nuova legge nazionale
sugli idrocarburi, che avrebbe aperto le riserve petrolifere venezuelane a uno
sfruttamento estero più diretto e completo.
Che questa sia una delle prime azioni del sedicente “presidente ad
interim” appoggiato dagli Stati Uniti non è un caso. Il ripristino del dominio
dei conglomerati energetici statunitensi sulle riserve petrolifere venezuelane,
le più grandi del mondo, è stato un obiettivo strategico perseguito da
Washington nell'ambito delle amministrazioni democratica e repubblicana negli
ultimi due decenni.
Nel frattempo, la Banca d'Inghilterra, agendo in conformità con le
richieste di Washington, ha ostacolato un tentativo da parte del governo
venezuelano di prelevare 1,2 miliardi di dollari in riserve d'oro dalle sue
casse.
I governi occidentali, i media e gli utili idioti sostengono e
lodano Guaidó affermando che la sua vittoria su Maduro inaugurerebbe una
rinascita della democrazia venezuelana. La realtà politica di quel paese dice ben altro,
è cioè che l'opposizione di destra non ha mai goduto di ampia sostegno popolare e non ha mai preso alcun impegno per i diritti dei lavoratori. Al
contrario, la loro ascesa al potere sarebbe quasi certamente accompagnata da un
bagno di sangue repressivo e dall'istituzione di forme dittatoriali di dominio
richieste per imporre i dettami di Washington e del capitale finanziario
internazionale.
Un segnale inequivocabile delle reali intenzioni di Washington in
Venezuela, è dato dal fatto che ieri il Segretario di Stato americano, Mike
Pompeo Friday, ha nominato Elliot Abrams come inviato speciale
dell'amministrazione sul Venezuela. Abrams, un veterano di destra delle
amministrazioni Reagan e Bush, è la personificazione del carattere criminale
delle politiche dell'imperialismo statunitense a livello globale e,
soprattutto, in America Latina.
Era meglio conosciuto per aver difeso le dittature appoggiate
dagli Stati Uniti in America centrale negli anni '80 e per coprire i loro
sanguinosi massacri, torture e assassinii (leggere la sua biografia su
Wikipedia). Nello stesso periodo, ha svolto un ruolo centrale nella creazione
di una rete segreta e illegale per finanziare i terroristi organizzati dalla
CIA per attaccare il Nicaragua. Fu condannato per aver negato informazioni al
Congresso sull'affare Iran-Contra mentre prestava servizio sotto Reagan, ma “perdonato”
dal presidente George HW Bush.
L’operazione di cambio di regime, un vero e proprio colpo di stato,
in corso in Venezuela non è il primo tentativo di Washington. Nel 2002, la CIA
e il Pentagono appoggiarono un abortivo colpo di stato messo in atto da sezioni
dell'esercito e dai circoli finanziari insieme alla federazione sindacale collegata
all'AFL-CIO, che rimosse il presidente Hugo Chávez per 48 ore, mentre installò
Pedro Carmona, presidente della Federazione venezuelana delle Camere di
commercio, come “presidente ad interim”. Dunque, un film già visto.
Non c'erano accuse credibili sul fatto che la presidenza di Chavez
fosse “illegittima”, poiché era stato rieletto due anni prima con una
maggioranza del 60%. Eppure il colpo di stato e l'arresto del presidente del
Venezuela sono stati ritratti a Washington come un trionfo della “democrazia”.
Possibile trattare la questione venezuelana con un po’ più di
equilibrio? No, in un paese come il nostro si deve essere tifosi di una
parte o dell’altra, preferibilmente dell'idolo polemico con scappellamento a destra.
"...sarebbe quasi certamente accompagnata da un bagno di sangue repressivo e dall'istituzione di forme..."
RispondiEliminama gli scaffali dei supermercati tornerebbero pieni, e questo si vedrebbe, in televisione; e tanto basterà. noi vecchi l'abbiamo già visto 'sto film.
saluti ex (o forse no - ce vojo penza' ancora qualche decenniuccio) chavisti, o bolivariani, o comunisti, insomma quelle robbe là.
(zagaria lo direbbe senz'altro, e lo direi anch'io. ma qualcun altro lo disse prima)
sì, il Principe lo disse prima
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