Hitler non
fu un semplice incidente di percorso nella storia tedesca. Senza le
particolarissime condizioni che lo videro salire alla ribalta, egli non sarebbe
stato nulla. Difficile immaginare che potesse calcare le scene della storia in
un’epoca diversa. […] Va detto che seppe sfruttare magnificamente
la situazione. Più di ogni altro uomo politico del suo tempo, Hitler fu il portavoce
delle paure, dei risentimenti e dei pregiudizi straordinariamente forti della
gente comune non attratta dai partiti di sinistra né legata agli schieramenti
cattolici. E più di ogni altro uomo politico dell’epoca, a quella gente seppe
offrire il miraggio di una società nuova e migliore […]. Nel richiamo hitleriano la radiosa immagine dell’avvenire andava di pari
passo con la denuncia del passato. Il crollo totale di fiducia verso un apparato
statale fondato su una politica dei partiti e su un’amministrazione burocratica
ormai screditata aveva condotto più di un terzo della cittadinanza a riporre
fede e speranza nella politica della redenzione nazionale.
Ian Kershaw, Hitler,
Bompiani, 2016, pp. 415-16.
Chi avrebbe osato dire che i nazisti nel perseguitare ebrei, comunisti, omosessuali e oppositori vari, non perseguivano l'interesse nazionale? E dunque chi persegue l'interesse nazionale è al di sopra della legge, vero? Si comincia sempre così, con "piccole" concessioni in deroga alla logica e al diritto.
Chi avrebbe osato dire che i nazisti nel perseguitare ebrei, comunisti, omosessuali e oppositori vari, non perseguivano l'interesse nazionale? E dunque chi persegue l'interesse nazionale è al di sopra della legge, vero? Si comincia sempre così, con "piccole" concessioni in deroga alla logica e al diritto.
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