Nel
2013 alle elezioni per la Camera il Pd ottenne il 25,42% dei voti, il Movimento
di Grillo il 25,55, vale a dire circa 8,6 milioni di voti per lista. Il Pd in
forza dei voti ottenuti in coalizione ottenne la maggioranza di 345 seggi alla
Camera. Ma al Senato le cose andarono, in
forza del Porcellum, diversamente.
Con
la nuova legge elettorale, l’Italicum,
basta poco più di un terzo dei voti (37%) perché una lista o una coalizione
ottenga 340 seggi su 618. Nel caso una lista ottenesse almeno il 37% dei voti,
ma un numero inferiore di seggi per raggiungere la maggioranza assoluta,
scatterebbe ugualmente il premio di maggioranza (+ 15 per cento) fino ad un
massimo di 340 seggi. otterrebbe così, rispetto a un sistema proporzionale puro, oltre cento deputati in più. Cosa che del resto accade, per la Camera ma non per il Senato, anche con il Porcellum.
Poniamo, per contro, che né il Pd e né il M5S alle prossime elezioni ottengano il 37% dei voti, che
essi registrino lo stesso risultato del 2013. Con un sistema
proporzionale puro si avrebbe la seguente assegnazione di seggi:
Partito
democratico:
8.600.000 voti, 158 seggi circa.
Movimento
cinque stelle:
8.600.000 voti, 158 seggi circa.
Con
l’Italicum si andrà al ballottaggio.
La lista vincente otterrebbe, nell’esempio dato, un premio di maggioranza con
321 seggi su 630. Vale a dire circa 163 seggi
in più di quanti ne avrebbe ottenuti sulla base dei voti espressi al primo
turno.
Solo
un piccolo, ininfluente dettaglio: il nuovo Senato, non più eletto
direttamente, non conta più una cippa, con una maggioranza assoluta di 340 o anche solo di 321 seggi alla
Camera, cioè di deputati che rispondono solo al loro capo – sia esso Renzi,
Grillo o Pinco Pallino – e che da esso dipendono per la loro riconferma, il Capo stesso può far approvare
sul tamburo qualunque legge. Spetterà poi alla Consulta, dopo anni,
pronunciarsi eventualmente sulla loro costituzionalità.
Come
non avvedersi che, posto il trucco della riduzione del Senato a una accolta di
belle statuine (ecco perché modificazioni costituzionali e legge elettorale vanno assieme sulla scheda del referendum), con la nuova legge elettorale va in scena un altro e decisivo
atto di un golpe … democratico?
Cara Olympe,
RispondiEliminasinceramente ,tutto questo "dannarsi" intorno alla Riforma Costituzionale, non mi "prende" più di tanto.
Sappiamo che con il proporzionale "corretto", mi pare metodo "dont" dal dopoguerra in poi il Sistema fu retto da una diarchia DC-alleati al governo ininterrotto e dal PCI all'opposizione per un quarantennio all'interno di un sistema liberal -democratico borghese, con un approccio keynesiano o di Welfare sul piano economico.
L'opposizione aveva si e no un potere di interdizione e talvolta di indirizzo, ma sempre all'interno di tale schema.
Ora cosa verrebbe a mancare ,tale potere ?
Il sistema economico sta mutando rapidamente, e il sistema politico si adegua.
Più che alla fine del Capitalismo ,per dirla con Giorgio Galli, sta finendo sul piano politico la "rivoluzione contrattualistica", tutto qui ed anche meno. forse?
Del più sarà quel che sarà.
Staremo a vedere.
caino
E' "l'esaurimento" del piano Beveridge-Keynes post bellico.
EliminaDal PCI al PD, un adeguamento più che lineare.
Beh, come metafora domenicale si potrebbe dire che la ricreazione è finita, si ritorna 'ordinati' in classe.(non Classe)
RispondiEliminaUn dettaglio nella partita: staremo a vedere come si metterà con le progressive riforme della Sanità, a quale grado arriverà la sublimazione popolare.
Un dettaglio di lessico: il Sistema politico non si adegua, ubbidisce e traligna.
La DC disponeva negli Enti con un minimo di autonomia, ora le famiglie Rothschild,Soros e madame Lagarde ordinano (più palesemente di quanto possano aver fatto nel passato).
Tutto deja vu.
gg
http://www.beppegrillo.it/2008/09/colpetto_di_stato.html
Eliminaconosci questa "piccola variazione" al codice penale?
non sapevo, grazie
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