La
sfida che ci pone innanzi il secolo riguarda tutte le classi sociali, compresa
la borghesia. L’esigenza di un radicale cambiamento, del modo di considerare la
produzione e la distribuzione della ricchezza, e dunque il lavoro e i rapporti
sociali che con esso vanno dappresso, e perciò anche quelli giuridici e
politici, si fa e si farà sempre più urgente, pressante, ineludibile. La classe
dominante e i ceti sociali che si abbeverano alla stessa fonte non hanno alcun
interesse a mollare la presa. Anzi. Le classi subalterne, dal canto loro,
temono di perdere ciò che con dure lotte e sacrifici avevano strappato per il
passato.
È
illusione comune che le cose possano in qualche modo andare avanti, anche se
non pochi dubbi trapelano e anzi si fanno insistentemente manifesti e
fastidiosi. Però, a sentire di come se ne parla, di cosa si dice in tal senso,
sembra ci si riferisca a tutt’altre cose. Sullo sfondo l’ombra minacciosa di un
conflitto generalizzato, del tutti contro tutti. È una possibilità concreta,
forse anche la più probabile. Ad ogni modo siamo alla vigilia di un grande
disordine dagli esiti davvero imprevedibili. Il vecchio mondo non vuole essere
seppellito, e tuttavia, per quanti sforzi contrari faccia, si sta scavando ogni
giorno la fossa. Sempre più profonda, man mano, paradossalmente, che celebra
i sui stupefacenti risultati e le sue conquiste.
E
noi? Non resteremo solo spettatori ancora troppo a lungo, anche se c’è sempre
il rischio, in simili circostanze, di diventare protagonisti nostro malgrado come
vittime.
Il padrone non mollerá mai. In particolar modo adesso in cui ha il controllo completo di ogni cosa. È inutile illudersi. Non ci saranno, così come non ci sono state, reazioni. Il popolo negli ultimi decenni ha subito una mutazione genetica a seguito della quale è stato programmato per fare la guerra tra i poveri. Si scanneranno l'un l'altro fino a preferire il suicidio pur di non disturbare il padrone.
RispondiEliminaEd in fondo non si sta così male. Il 25 % degli schiavi si sollazza vedendo l'isola dei famosi. Un'altra bella fetta di gode le partite. I maschi si scopano le femmine e le femmine si fanno scopare dai maschi per poter continuare a sognare indisturbate l'abito bianco e qualche marmocchio da allevare.
E maschi e femmine insieme sognano tutti di trovare un lavoro. Ovvero di sottomettersi ad un padrone. Il padrone è buono perché offre il lavoro cioè la vita. La vita è lavoro. Il lavoro è vita.
Perché dunque ammazzare il padrone che dà lavoro e dà la vita? Il padrone è Dio. Dio è il padrone.
E chi mai potrebbe ribellarsi a Dio?
Il lavoro è la vera religione del mondo.
Il papa ed i politici sono solo dei buoni pastori che sanno magistralmente condurre le pecore al macello.
Siamo come teneri agnellini che stanno per essere strappati alle loro mamme per essere macellati e rallegrare il pranzo pasquale.
In omnia saecula saeculorum. Amen.
Salve,
RispondiEliminale pongo una questione che esula dal post;
ieri ho partecipato ad un dibattito sull'ecosocialismo, volevo una sua opinione a riguardo.
Ringrazio anticipatamente.
AG
Ho la strana impressione che l'ultima generazione di narcotici siano alla fine, mentre sono curioso di vedere se ne esiste una nuova.
RispondiEliminaMettersi avanti con il lavoro ,sempre.
La partita è in Asia e sul Pacifico, noi per la prima volta faremo i comprimari, anche se la figura del comprimario è più drammatica del protagonista.
caino