domenica 20 marzo 2016

Il paradigma


Quasi a ricalco del mio ultimo post, Eugenio Scalfari ripropone questa domenica la stessa mia riflessione:

La maggioranza è indifferente, si occupa di se stessa, del suo presente e del suo futuro prossimo. Le notizie che la riguardano direttamente interessano, ma tutte le altre no. I problemi generali sono dunque seguiti da una minoranza e il sistema mediatico cerca appunto di soddisfare questa loro curiosità.

Come si vede si tratta di una riflessione non originale e che però coglie nella sua semplicità uno spaccato di rilevante verità. Ciò che fa Scalfari nel rispondere è menare il can per l’aia, parlando di federalismo europeo, citando ovviamente Spinelli e quel di Ventotene, Mario Draghi e l’Europa, Angela Merkel e l’Europa, Matteo Renzi e Italia ed Europa, papa Francesco e il mondo. La Bce, la Bundesbank, e le varie altre istituzioni.

Così come la maggioranza è indifferente ai problemi generali, anche Scalfari è indifferente al problema di fondo: una volta raggiunta la famigerata federazione europea, quando il debito pubblico e le politiche fiscali saranno comuni, eccetera, crede veramente Scalfari che le grandi questioni del presente e del futuro troveranno soluzione? Se tali obiettivi federativi saranno raggiunti, ci si arrangerà meglio. Forse. E tuttavia le contraddizioni da cui nascono quei problemi rimarranno intonse.

Ciò di cui c’è bisogno è un cambio di paradigma, ma tale cambiamento è impedito dalla natura stessa del sistema nel quale ci muoviamo. Si pensi solo all’accumulazione di ricchezze improduttive, allo sperpero e dissipazione di esse. Ma solo per ripetere le solite cose e tacerne moltissime altre.

Il cambiamento che prefigura Scalfari e la gente come lui, così miope, è sempre e solo in ragione dei cambiamenti che esige un’economia tributaria degli interessi del grande capitale, in cui la merce ormai guadagna più dalla sua distribuzione che dalla sua produzione (e vai dunque alle cause della crisi). Le anime comuni l’hanno ben capito e perciò disertano sempre più i temi evocati da Scalfari, nonché i seggi elettorali.

È un peccato che Scalfari non potrà vedere fino a che punto s’è sbagliato, di quanto fosse antiquato il suo paradigma, fermo ancora a Ventotene.







1 commento:

  1. paradossalmente l'europa salta prima sulle migrazioni che sulla crisi economica. il demente, icona dell' classe media intellettuale, non riesce a mettere in relazione queste due facce della stessa merdosa medaglia.

    la paralisi politica ad affrontare le migrazioni è veramente eloquente, dove per mettere pezze alla crisi internazionale dei profitti ancora riescono a comprare tempo.

    RispondiElimina