lunedì 29 aprile 2019

Questioni “filosofiche”


Nel prossimo decennio l’auto elettrica diventerà una realtà dominante. Se lo dicono tedeschi e cinesi, bisogna crederci. L'industria automobilistica (e tutto ciò che gira intorno ad essa) subirà radicali trasformazioni, con nuovi profili professionali e nuove tipologie di servizio. Una rivoluzione industriale ed economica come non se ne vedevano da tempo. Tuttavia bisogna valutare il capitalismo per ciò che esso è, non per ciò che i suoi apologeti sostengono esso sia.

Lo scarto tre la creazione di nuovi posti di lavoro e la perdita di quelli attuali sarà in Europa e negli Stati Uniti nell’ordine delle centinaia di migliaia di posti di lavoro nei più vari settori. Sul piano della tenuta sociale e per altro verso della spesa pubblica ciò non sarà senza conseguenze rilevantissime. La rivolta dei gilet gialli non va enfatizzata, e tuttavia essa rappresenta un esempio di ciò che potrà avvenire su scala continentale e in modo ancor più marcato. E, come solito, i partiti dell’ordine incasseranno consenso.

Inoltre, non è più come nel bel tempo antico, quando bastavano quote relativamente modeste di capitale per dare avvio a nuove produzioni; oggi la composizione tecnica del capitale richiede investimenti imponenti a fronte dei quali le quote di capitale variabile diventano proporzionalmente quasi risibili. Si punterà a un aumento dello sfruttamento e a una riduzione dei salari perché l’estrazione di plusvalore relativo è un dettato di pragmatica, ma la contraddizione immanente non sarà scalfita da queste tradizionali misure di controtendenza. A farne le spese, saranno le altre sfere della produzione e dei servizi, che si vedranno erodere quote di plusvalore, così com’è già avvenuto nel recente passato a favore dei colossi dell’elettronica e della grande distribuzione.

Per quanto riguarda l’Italia, è fuori dei grandi giochi, non da oggi. I settori industriali della componentistica dovranno adeguarsi, e lo faranno soprattutto a spese dei soliti noti, mentre i governi che nel frattempo si succederanno faranno ciò che hanno sempre fatto, ossia discutere di questioni “filosofiche”.

9 commenti:

  1. Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi del destino cinico e baro, o prender l'armi contro lo nero periglio che vien dal mare e combattendo disperderlo, per continuare, essendo fuori dai grandi giochi, lo “sfruttamento e la riduzione dei salari”,. Troncare, sopire, sognare forse: che così facendo, la plebe possa sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri.

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  2. L'Italia, o cara, quanta "composizione tecnica", quanto lavoro (sudato e inventato) ha sprecato. Pensare all'Olivetti, alla Fiat...

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  3. Apprezzo la lucidità e il distacco del post. Molto aderente, direi, e in modo assai suggestivo, Ma, più che il futuro dell'economia industriale, mi sembra stamattina.

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    1. il capitalismo ci riserverà ancora molte sorprese. Adda passà 'a nuttata.

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  4. Il peggio non è mai morto, intende dire? Bè, non vedo come poter dissentire.

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  5. Eppoi: lei vuole anche dire che c'è un futuro in fondo al tunnel, cioè che una volta passata 'a nuttata il capitalismo smetterà di farci le belle sorprese che ci fa e staremo finalmente tutti meglio?
    P.S.. Mi scusi, sono un patito del napoletano: la grafia esatta è "Ha dda passà 'a nuttata".

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  6. La Fiat é Crysler e la produzione in loco é minima ,non abbiamo petrolio e la elettricitá prodotta non basta e la compriamo.Non é il caso di pensare ad un trasporto pubblico piú eficiente?.Alla fine l'auto é un mezzo di trasporto.

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    1. Se macchina elettrica dovrà essere, allora si troverà anche l'energia..

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