Ripropongo, senza aver mutato una virgola ma con un
titolo diverso, il post di venerdì 30 marzo 2018. Nel post non tratto delle
responsabilità politiche, gravissime, del ceto dirigente e intellettuale che ci
ha condotto alla fase attuale e che ora si rende latitante. Di ciò ho scritto
per otto anni, fin dal nome di questo blog.
*
I media raccontano, specie dopo le fatali Idi di
marzo, che il partito di Grillo-Di Maio sarebbe un eterogeneo contenitore di
elettori delusi del centro-sinistra e del centro-destra. Il Movimento 5 stelle
(che già nel nome veicola un’idea post ideologica) è stato paragonato, da
commentatori definiti autorevoli, a una Democrazia cristiana in versione post
confessionale. Seguendo i flussi elettorali non v’è dubbio che le cose stanno
così, cioè che c’è stato un travaso consistente di voti non solo dal centrodestra
ma di milioni di voti soprattutto dal Pd.
Che i 5 stelle siano una formazione politica post
ideologica è una trivialità. Ogni attività umana, ogni militanza politica, è
ideologicamente condizionata. In altri termini, non esiste idea o atto politico
che non sia espressione di una coscienza, e questa è data, come qualsiasi altra
idea e pratica sociale, da un dato ambiente ideologico. Definirsi a-ideologici
o post ideologici è una forma di falsa
coscienza.
Che i 5 stelle siano orientati anche a sinistra ne
sono convinti tutti, ma è ancora tutto da dimostrare. A tal fine sarebbe
sufficiente ricordare che cos’è stato il fascismo prima del 1922, cioè
repubblicano e anti-sistema. O anche l'atteggiamento dei partiti socialisti
europei nel 1914 e seguenti, cioè in occasione del primo conflitto mondiale con
il quale ebbe fine per tanta parte la civiltà europea (suggerisco il recente e
avvincente Prima dell'alba, di Paolo
Malaguti, per smentire un'immagine che ancora e nonostante tutto persiste a
riguardo di quella tragedia).
Non intendo affermare che il partito 5 stelle sia
collocabile, oggi, nell’alveo di una forma specifica di fascismo, e tuttavia
non pochi tratti ideologici, organizzativi e operativi fanno propendere che si
tratti di una formazione politica incline all’autoritarismo. Per tacere della
Lega che qualcuno a suo tempo definì "una costola della sinistra".
Non bisogna aver letto nemmeno un buon libro, uno
solo, per intuire che le opinioni degli uomini mutano in corrispondenza ai loro
interessi e alla loro posizione sociale, e dunque in attitudine delle
circostanze.
Si deve tener conto che nessuno è in grado di dire
oggi quali saranno gli sviluppi politico-istituzionali quando si manifesteranno
talune condizioni, per es.: 1)
quando deflagrerà la prossima crisi economico-finanziaria, che sarà probabilmente
più acuta di quella innescatasi del 2008, e i cui prodromi si stanno già
delineando nelle posizioni protezionistiche che finiranno per ridurre gli
scambi e inasprire la contesa; 2)
quando la questione sociale non sarà più governabile con i mezzi ordinari del
welfare e della propaganda, ossia quando il fronte della borghesia non sarà più
in grado di gestire “democraticamente” lo Stato; 3) quando la Cina (o la Russia) sarà costretta, oppure si sentirà e
crederà di essere pronta, a lanciare la sua sfida a tutto campo agli Usa (e
viceversa); 4) quando venissero
a congiuntura queste e altre condizioni destabilizzanti.
L’involuzione autoritaria è la forma stessa che
assume il potere nella crisi: non ne è un aspetto ma la sua sostanza.
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Sarebbe il caso di leggere, per ciò che va
prefigurandosi un po’ ovunque a livello planetario, un vecchio libro tutt’ora
assai istruttivo al riguardo: Come si diventa nazisti, di William Sheridan
Allen. Nel saggio si racconta la storia di una cittadina della Germania durante
gli anni della repubblica di Weimar e i primi tempi del terzo Reich, di quali
furono le basi sociali del nazionalsocialismo e le debolezze sociologiche della
socialdemocrazia.
È un ottimo libro che può servire per comprendere uno
dei maggiori problemi politici e morali non solo del Novecento, e cioè come un
sistema democratico precipiti in una dittatura o prenda la strada di un
progressivo e latente autoritarismo (l’infatuazione per il leaderismo a questo
porta). È un libro oggi utile per capire che congetturare sulle posizioni
ideologiche di certi movimenti politici basandosi sui flussi elettorali ci
porta fuori strada.
Ignoranza-Credulità-Paura-Odio. Si crea il nemico:si fanno le guerre
RispondiEliminaLucido,essenziale,vero.Purtroppo.
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