martedì 16 aprile 2019

Gusti gotici



Ieri sera, in televisione, il “dibattito” dalla signora sudtirolese (ci tiene tanto!) era più surreale e allucinatorio del solito. Avevo di meglio da fare in giardino, con una pila, a dare la caccia alle chiocciole (*), che prediligono le ampie foglie delle mie malve. Adoro le chiocciole, ne possiedo una discreta collezione in vetro di Murano (di un tempo!), in porcellana bianca o dipinta, una sola in avorio, e altre in diversi materiali: in legno di ciliegio, in bronzo, peltro, zama, ecc.. Alcune di loro hanno più di un secolo, portato bene.

Dopo le piogge, ne posso raccogliere anche 20 o 30 per sera. Solo quelle adulte, che ripongo in un recipiente munito di piccoli fori. Il giorno dopo, le consegno a una mia parente che le mette a “purgare”. Quando sono in buon numero, vengono immerse nell’acqua bollente in modo da separarle dal guscio, poi in una teglia con trito di verdure ed erbe, quindi sono fatte sobbollire a lungo con del buon vino rosso. Vanno servite con la polenta. Detestando quella gialla a grana grossa, le accompagno con quella bianca, calda e morbida. Due bicchieri di Châteauneuf-du-pape, ma può starci anche un abbondante chiaretto delle nostre parti.

A proposito di francesi, loro le chiocciole le coltivano, poi le cucinano e le servono in modo del tutto diverso. Gusti gotici.

(*) Non vanno confuse con le lumache.


6 commenti:

  1. Comunque un gran buon piatto.

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  2. le s-purga dando loro farina di grano o lasciandole a digiuno ?

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    1. se gli dai da mangiare le ingrassi. dunque digiuno finché il guscio si chiude.

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  3. Le lumache - qui a Roma, per quanto improprio possa risultare, le si chiama così - sono apprezzate un po' ovunque in Italia, da sempre, sebbene oggi un po' a macchia di leopardo. Noi di Roma e paraggi siamo influenzati dalla tradizione dei contadi circostanti (Colli Albani, Sabina, Ciociaria, Tuscia, Abruzzo, ecc.), dove in genere (parlo della schietta cucina tradizionale, non di quella televisiva) si cucinano ovviamente spurgate, ma senza estrarle dal guscio, in un intingolo a contenuto leggermente variabile, ma sempre di impronta marinara (aglio, prezzemolo, peperoncino, pomodoro opzionale, ecc.), tipo quello impiegato per la preparazione delle cozze, o di altri frutti e pesci di mare. Poi le si mangia così, sempre come le cozze, aiutandosi con uno stecchino, magari assieme al pane bruscato. La tradizione, dovuta alle favorevoli condizioni metereologiche, vuole un po' ovunque che si mangino soprattutto a San Giovanni (24 giugno), quando si tengono parecchie sagre. Una roba da intenditori sono le lumachine piccine (piatto tipico dei Colli Albani), cucinate allo stesso modo. Per quelle non c'è stecchino che possa servire: bisogna ricorrere ad una tecnica di risucchio basata sull'abilità (acquisita col tempo) di forare prima il guscio con la punta di un canino. Una volta appresa, essa consentirà un consumo piuttosto rapido dei molluschi. Il concerto di fiati che si dovrà ascoltere a tavola non sarà dei più angelici, ma lo si sopporterà piuttosto volentieri, anzi, credetemi, non ci si farà caso.

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    1. la settimana scorsa ero in Tuscia e a Bomarzo ho letto un manifesto su una prossima sagra delle lumache. niente di male che popolarmente le si chiami così, resta il fatto che si tratta di chiocciole (delle varie specie). con il guscio le ho provate in Francia (discrete) e in Tirolo (non male). In questo preciso momento ne sto cucinando una piccola quantità, a me piacciono anche come condimento per la pasta.

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  4. Ah, Bomarzo. Ogni pensiero vola. Bello e curioso il Parco dei Mostri, ma io vorrei spezzare un'arancia (come dice Natasha) a favore del paese, un po' discosto e in genere ingiustamente e inconsapevolmente trascurato da molti visitatori.
    Certo, certo. A rigori, le lumache sono quelle senza guscio, e pare che queste, ad onta della stretta parentela, non siano proprio commestibili.
    Ma lo sa che queste divagazioni gastronomiche fra tanto macerarci il fegato con considerazioni di ordine socio-politico-economico, quasi sempre tristi ed amare, non ci stanno niente male? Continui, di tanto in tanto, a darci simili spunti.

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