Al punto in cui siamo della storia, gli ebrei hanno tutte le ragioni per desiderare più di ogni altra cosa un paese dove sentirsi al sicuro. Per arrivare a questo scopo, avrebbero dovuto innanzitutto rispettare le risoluzioni dell’ONU e comunque trattare i palestinesi loro concittadini alla pari e non occupare i territori che spettano di diritto ai palestinesi, non derubando le risorse idriche e altro.
Trasformare Gaza in una terra di nessuno, seppellire Beirut sotto le bombe, puntare a una sorta, tutto sommato, di Hiroshima-Nagasaki senza bomba nucleare, non aiuta questo processo di pace e di condivisione, ma favorisce Hamas e Hezbollah, ossia tutti coloro che sognano l’annientamento, cosa che al punto in cui siamo può trovare presso molti anche delle giustificazioni.
Rispondere a uno shock traumatico con un altro shock traumatico non è la soluzione migliore, né per Israele né per il mondo.
È mia facile convinzione che i nazionalismi, insieme a molti altri crudeli errori contemporanei, abbiano reso il XX secolo un secolo abominevole. La storia si sta ripetendo con troppa facilità anche nel secolo presente (compreso il nazionalismo etnico-religioso israeliano e quello dei suoi avversari). Bisognerebbe capire che una terza guerra mondiale, una guerra combattuta anche con armi nucleari, non è una minaccia vuota. Chi dubita della realtà di questa abominevole minaccia, non ha compreso nulla della storia. Capire che l’unica soluzione per l’umanità, ma la cosa non va di moda, è il socialismo o il comunismo o che dir si voglia, tenendo presente che il socialismo e il comunismo sperimentati nel XX secolo non sono uno stampo di gesso.