venerdì 28 marzo 2025

La strategia del porco ...

 

«In vista di un possibile scenario postbellico, i paesi europei vogliono evitare che Kiev smantelli le proprie forze armate: con 900 mila soldati, di cui 400 mila con esperienza diretta di combattimento, Kiev è oggi la potenza militare più consistente del continente. La proposta, che è anche il primo pilastro di Parigi e Londra, è allora quella di una “strategia del porcospino”, un modello difensivo ispirato a Israele, basato su una forza armata tecnologicamente avanzata, altamente addestrata e pronta a dissuadere qualsiasi nuova aggressione.»

Ma i creativi riuniti a Parigi nel loro summit di guerra hanno escogitato anche un’altra proposta, che però risulta “più controversa”, ossia quella «di creare una “forza di rassicurazione”, un contingente multinazionale da inviare in Ucraina solo dopo un cessate il fuoco completo [...]. Ma restano però enormi ostacoli operativi: la linea del fronte da controllare si estende per oltre 1.400 chilometri.» Un po’ come se una linea del fronte andasse dalle Alpi a Palermo.

In tutto ciò rilevo solo una grande strategia: quella di buttare tanti soldi e di creare una situazione permanentemente di ostilità e pericolo. Inoltre, sul presente, queste iniziative da parte di quel megalomane di Macron segnano un’ulteriore drastica escalation della guerra contro la Russia in Ucraina. Le principali potenze europee stanno tracciando la rotta verso la guerra con la Russia. Come dovrebbero sentirsi i russi se non ulteriormente minacciati? Se simili iniziative aggressive si sviluppassero da parte della Germania sul confine francese, dormirebbero sonni tranquilli a Parigi?

L’invasione russa del febbraio 2022, seguita dal tentativo di negoziare una pace con l’Ucraina nell’aprile dello stesso anno in Turchia, mirava a convincere i suoi partner occidentali a prendere sul serio le preoccupazioni del Cremlino.

La Francia, ha detto Macron, consegnerà «missili anticarro Milan, armi di difesa aerea come i missili MICA da usare sui caccia Mirage che abbiamo già consegnato e anche missili terra- aria Mistral». Ha promesso vecchi veicoli da combattimento, come veicoli blindati VAB, carri armati AMX-10 RC, munizioni e droni.

A che cosa punta in concreto Macron? Ad assumere un ruolo essenziale e importante in Europa e in tal caso nell’Est Europa. Il pretesto di Macron che la Russia stia minacciando tutta l’Europa, è una frode. La sua è una semplice politica di potenza, di riposizionamento, in un contesto di rottura storica nei rapporti dell’imperialismo europeo con Washington e della crescente guerra tariffaria di Trump contro l’Europa.

Macron sa bene che il semplice fatto che Trump abbia avviato colloqui con funzionari russi non significa che si raggiungerà la pace. Infatti, ieri è emersa la notizia che Washington, dopo aver sospeso brevemente i suoi aiuti militari all’Ucraina, ha ripreso i voli di rifornimento militare verso Reszow, in Polonia, un punto di trasbordo chiave delle armi per l’Ucraina che giungono dalle basi statunitensi nel Golfo Persico.

Da parte sua Zelens’kyj vuole aiuti e impegno diretto europeo per una guerra totale contro la Russia. È un fatto noto che i cani di piccola taglia abbaiano quando si sentono protetti dal padrone. Chi nega questa volontà di guerra e di odio contro i russi è un illuso e spesso anche peggio.

giovedì 27 marzo 2025

Più carne umana

 

Il vertice della coalizione dei volenterosi, come l’ha chiamato Emmanuel Macron, è durato circa tre ore all’Eliseo. Questo vertice è stato una scorreggia in faccia all’ONU, che a questo punto davvero non si sa perché continui ad esistere con la sua Carta. Siamo in trepidante attesa di conoscere chi partirà per il fronte russo-ucraino. Al momento si sa solo che si vuole andare avanti con le sanzioni. Quanto al resto ci sarà un nulla di fatto.

Domanda sulla difesa europea: per difendere che cosa? Questa domanda ne porta un’altra: con chi? Tutto fa pensare che ci stiamo muovendo verso una cooperazione militare simile a quella della NATO, poiché è questa struttura che si sta sostituendo, il cui pilastro principale, gli Stati Uniti, si è trasformato in un alleato di merda. Una nuova “alleanza”, composta dagli Stati membri dell’UE, ma non tutti e non solo. Saranno presenti anche Canada, Norvegia e Regno Unito, già membri della NATO, il che fa piacere a tutti, perché più carne da cannone c’è, più bella è la guerra.

La patriota Meloni Giorgia i soldati italiani ce li manderebbe di corsa, come già fece il suo idolo nel 1941, se non fosse frenata dal fatto che in tal caso le salterebbe la maggioranza di governo.

Invece il presidente croato Zoran Milanovic ha parlato chiaro: «L’esercito croato non andrà in missione e uno dei motivi è che questa missione non avrà mai luogo, con o senza la Croazia, perché non sono state soddisfatte le condizioni di base: un accordo di pace e il consenso dell’altra parte, che purtroppo è la Russia».

La Russia è “categoricamente contraria” allo spiegamento di qualsiasi forma di contingente militare proveniente da paesi alleati dell’Ucraina, ha dichiarato giovedì ai giornalisti la portavoce del ministero degli Esteri russo, mettendo in guardia dal rischio di uno “scontro diretto” tra Mosca e la NATO se le forze di peacekeeping europee saranno schierate in Ucraina.

Un Paese in lizza per il peacekeeping potrebbe essere la Turchia, ma sta scatenando qualche vespaio, soprattutto da parte greca.

Sulla carta avrebbe senso. La Turchia è membro dell’Alleanza Atlantica dal 1952 e la sua posizione è strategica: è un ponte tra l’Europa e il complicato Oriente, inoltre si affaccia sul Mar Nero e quasi confina con la Russia. Ha un esercito potente, il secondo più grande della NATO, con 350.000 effettivi, sempre sul piede di guerra, a causa della caccia al curdo, con un’industria degli armamenti che può essere descritta come molto dinamica.

La Turchia è più di una semplice candidata: “È inconcepibile garantire la sicurezza europea senza la Turchia”, ha insistito Erdogan. Quindi non c’è dubbio che non può restare ai bordi della strada. E se, allo stesso tempo, si potesse tornare a parlare di unione doganale con l’UE e di visti Schengen per i turchi, il Pascià di Ankara ne sarebbe felicissimo. Molto meno felici i padroni di Repubblica e i camerieri che vi prendono lo stipendio. La cosa non si concilia con il loro beniamino, Ekrem Imamoglu. Che tempi!

mercoledì 26 marzo 2025

Evitiamo di creare altri casi Hitler

 

Com’è noto, solo per caso Adolf non portò il nome Schicklgruber. Quel cognome era della nonna paterna, Maria Anna Schicklgruber, il cui figlio illegittimo, Aloys, diventerà il padre di Adolf. In seguito, la madre di Aloys sposò il mugnaio Johann Georg Hiedler. Aloys Hiedler, all’età di 39 anni, chiese e ottenne di mutare il proprio cognome da Schicklgruber in Hiedler. Il parroco, nell’annotare la modificazione e poi trasmetterla alle autorità civili, trascrisse Hitler invece di Hiedler. Non è noto il motivo.

Se il figlio di Aloys, Adolf, si fosse portato dietro il cognome originale del padre, Schicklgruber, non ci sarebbe stata storia: in tedesco Senkgrube significa scavatore di pozzi neri”. Poteva dominare la Germania e l’Europa con quel cognome? Lasciatemi ridere! Ma non c’era più niente da ridere da quando non portò più il cognome della madre di suo padre.

Dunque, potrei essere anche favorevole alla proposta avanzata da Dario Franceschini, tuttavia mi guarderei bene dal mettere mano ai cognomi, si sa mai che poi succedano dei grossi casini. Inoltre, se è vero che l’attribuzione del cognome della sola linea parentale paterna oscura unilateralmente il rapporto genitoriale con la madre, è anche vero che accogliendo la proposta Franceschini, accadrebbe loscuramento contrario.

L’illustre collega blogger Mario Seminerio, propone invece una cosa di buon senso, ovvero “che ognuno prende il caxxo di cognome che preferisce, giunto alla maggiore età”. Insomma, far diventare un interesse soggettivo quello che ad oggi è solo un interesse legittimo che va validato del Prefetto caso per caso. Sennonché il blogger non ha preso in considerazione le serie questioni burocratiche (e non solo) che deriverebbero se molte persone decidessero di mutare cognome a 18 anni.

Per esempio, subito dopo la nascita del proprio figlio, i genitori, per poter ricevere la tessera sanitaria a casa, devono presentare la dichiarazione di nascita al comune di residenza, che attribuisce al neonato il codice fiscale, utilizzando un sistema informatico collegato con la l’anagrafe tributaria. Problema questo risolvibile, me ve ne sono altri. Temo che l’ostacolo più grosso sarebbe rappresentato dal Vaticano, ovvero dei parroci, i quali sarebbero costretti al diuturno lavoro di aggiornamento dei registri parrocchiali. Già me li vedo chiedere un arrotondamento dell’otto per mille, verso l’uno per cento.

Infine, e non mi sembra secondario, va tenuto presente che con la sentenza n. 131 della Corte Costituzionale del 27 aprile 2022, è stata dichiarata l’incostituzionalità di tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre. Per cui è possibile attribuire il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, “salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due”.

Questa è la soluzione migliore, sennonché l’Alta Corte ha demandato al legislatore di regolare tutti gli aspetti connessi alla sentenza: “Aspetta e spera che l’ora s’avvicina, noi ti daremo un’altra legge e un nuovo Re”.

Hai ragione, ma però ...

 

Quando sento parlare oggi (oggi!) di violazione del diritto internazionale, mi vengono in mente alcune cosette che fino a ieri (ieri!) venivano tenute in non cale, tipo:

lanciare un attacco immotivato, in violazione del divieto di uso della forza sancito dalla Carta delle Nazioni Unite e dallo Statuto di Roma, è un crimine; prendere di mira e uccidere leader politici non impegnati in combattimenti, in violazione delle tutele della Carta delle Nazioni Unite, del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e dello Statuto di Roma, è un crimine; utilizzare armi o tattiche che non distinguono tra obiettivi militari e civili, in violazione del divieto di attacchi indiscriminati sancito dalle Convenzioni di Ginevra e dallo Statuto di Roma, è un crimine. Ieri, oggi e sempre.

Quando va bene, gli europeisti con l’elmetto ti rispondono: sì, hai ragione, ma però. Sono gli stessi che oggi denunciano l’aggressione all’Ucraina da parte russa, partendo dal terzo atto della commedia. I medesimi che dicono: eh però Hamas ...

Quando (governo D’Alema, ma non ha alcuna importanza il nome) mi passavano sopra la testa i bombardieri diretti a Belgrado, decisi di restituire i certificati elettorali che avevo ricevuto per posta in quei giorni (se non ricordo male si trattava di elezioni amministrative, ma a prescindere da questo), accompagnandoli con una lettera nella quale esplicitavo i motivi della restituzione. Inutile dire che non ricevetti risposta.

Mi chiedevo allora: se almeno un terzo degli elettori restituissero il proprio certificato elettorale, in segno di protesta e rifiuto di questo sistema omicida e criminale, succederebbe qualcosa? Forse sì, ma anche no. Non recarsi al seggio è una cosa, altra faccenda sarebbe quella di restituire in massa il proprio certificato elettorale magari accompagnandolo da due righe. Non accadrà mai. Penso che tutto sommato il giorno nel quale ci dovessero piovere bombe e missili in testa sarebbe propedeutico per dei popoli, come quelli europei, che non so nemmeno più come definire.

E del resto il tema del giorno non è, per esempio, quello degli omicidi sul lavoro, ma quello di quale cognome dare ai nascituri. Un giorno avremo solo un codice a barre.

martedì 25 marzo 2025

Veline

 


Odo stupidelli far festa. Non sanno più cosa inventarsi gli europeisti con l’elmetto, i quali presentano il Long Neptune, derivato dal missile antinave ucraino R-360, a sua volta originariamente derivato da un suo omologo russo. R-360 è entrato in servizio presso la marina militare ucraina nel marzo 2021, esattamente quattro anni fa.

La nuova conversione del missile che Kiev sostiene di aver lanciato,  non è quella mostrata nella foto. Del Long-Neptun al momento non si sa nulla di preciso e non esiste di esso alcuna foto. Andrà meglio la prossima volta con le veline di Kiev. Intano siamo in trepidante attesa di conoscere dalla nostra libera stampa quanti poveri ragazzi ucraini sono rimasti uccisi in questa guerra alimentata costantemente con armi e denari europei.

Questo è l'R-360.