venerdì 14 novembre 2025

Fischiare è un diritto

 

Mancano i medici e gli infermieri, dicono c’è pure carestia di preti, dove mai finiremo di questo passo? C’è una certa preoccupazione per il successo elettorale e la sordida sfrontatezza dei partiti populisti e di estrema destra un po’ dovunque. Questi fornitori di droghe pesanti si presentano in questo modo: prima l’Ungheria; prima la Francia; prima la Germania; ovviamente prima l’America, e non manca chi rivendica il primato della Lombardia e perfino del Veneto. Com’è potuto succedere? Tra cent’anni i sopravvissuti se la chiederanno ancora la ragione del successo di tale follia e dei suoi complici.

Ai miei tempi, invece, le questioni e le passioni sociali erano ben altre, a cominciare dalle Brigate Biancorosse. Ci si azzuffava per Paolino Rossi, buonanima. Svenduto al Perugia! Roba da non credere. Quelli delle Brigate facevano il saluto in manette mentre li portavano in tribunale. Certo, dovevano averla combinata grossa, qualche scontro con quelli del Padova, che chiamavano dell’Autonomia Padovana. Stefano Cappellini, vicedirettore del quotidiano la Repubblica, a quell’epoca stava seduto nel vasetto a far i suoi bisognini, ma è anni che quelle antiche gesta le spiega urbi et orbi come le avesse avute davanti agli occhi.

L’è proprio vero che è cambiato il mondo. La verità è diventata solo un’ipotesi tra le altre, più precisamente meno attraente delle altre. Non è casuale che Repubblica stampi meno di 60mila copie. E la meravigliosa catastrofe continua, continua ancora, inesorabilmente. Altri tempi quelli di Scalfari, che in prima pagina citava una poesia di Bertold Brecht. Non leggeva mai un libro, solo i risvolti di copertina, al massimo recensioni e prefazioni, però in quel gennaio del 2015 citò una strofa di Brecht stampata sulla copertina di un librino edito da Einaudi:

I lavoratori gridano per avere il pane
I commercianti gridano per avere i mercati
Il disoccupato ha fatto la fame.
Ora fa la fame chi lavora.
Le mani che erano ferme tornano a muoversi: torniscono granate.

Lungimirante ‘sto cazzo di Brecht. Pure quel Scalfari, in cima alle stesse barricate: «... se la domanda non riprende, [...] le imprese non hanno alcun motivo per assumere. Oppure assumono per incassare i benefici che quella legge prevede ma dopo un anno licenziano i neo assunti o addirittura li conservano ma trovano un qualsiasi pretesto per licenziare i lavoratori che da tempo sono in quell’impresa». Sante parole quelle di Scalfari, un vero compagno, uno tosto che invocava «nuovi modi di produrre, nuovi modi di distribuire».

Era ancora lui, il nostro compagno Scalfari a scrivere, nero su bianco: «... la narrazione serve a guardare il passato e a raccontarlo con gli occhi di oggi ricavandone un’esperienza da utilizzare per agire sul presente e costruire il futuro». Lo sapeva raccontare il passato, altro che questi copia-incolla di oggi.

Un compagno, Scalfari, ma tendenzialmente un po’ falso, diciamocelo. E, del resto, nella sua vita privata confermava quotidianamente la sua doppiezza. Aggiungeva: «Un altro modo di far aumentare la produttività e la competitività è la diminuzione del costo del lavoro tutelando però il salario netto dei lavoratori». E ci diamo anche le stock options a ‘sti lavoratori.

Ad ogni modo, anche gli ex fascisti imboscati come Scalfari seppero poi darsi un’aura di perbenismo liberale: altra classe rispetto alla dispnea del presente. E dire che son passati solo dieci anni da allora, non un secolo. Oggi abbiamo un Benito Maria Ignazio, che, dall’alto scranno nel quale è assiso, ricorda al CT della nazionale di calcio che “fischiare è un diritto”. Vedete a che punto siamo precipitati? C’è bisogno d’un fascista per ricordarcelo!

Garcia Márquez aveva ragione: una buona vecchiaia è semplicemente un patto onorevole con la solitudine.

Il terrorismo israelita non conosce tregua

 

Nel caso ci fossimo stancati di seguire quello spettacolo: da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, un mese fa, gli attacchi degli israeliti hanno ucciso almeno 242 palestinesi e ne hanno feriti 622. In due soli massacri, il 19 e il 29 ottobre, sono state uccise 154 persone, ben oltre un terzo delle quali bambini. Gli assassini sionisti sono ancora di stanza in territorio palestinese, coprendo circa 33 chilometri quadrati oltre la “linea gialla” concordata nell’accordo. I terroristi con la svastica israelita hanno violato l’accordo di cessate il fuoco almeno 282 volte dal 10 ottobre al 10 novembre, con attacchi aerei, di artiglieria e sparatorie dirette. Hanno sparato contro i civili 88 volte, bombardato Gaza 124 volte.

Blocco sistematico delle consegne di cibo, forniture mediche e carburante per le strutture sanitarie. L’UNICEF segnala che i terroristi israeliti stanno bloccando una campagna di vaccinazione infantile contro la poliomielite, il morbillo e la polmonite. Da agosto, sono stati negati i permessi di importazione per 1,6 milioni di siringhe e frigoriferi necessari per conservare le dosi di vaccino. Il COGAT (Coordinator of Government Activities in the Territories), agenzia di terroristi israeliti, sedicente responsabile della gestione delle questioni civili nei territori palestinesi occupati, motiva che si tratterebbe di “beni a duplice uso”, ovvero che possono essere utilizzati anche per scopi militari, dunque di voler garantire che Hamas non “sfrutti cinicamente” gli aiuti umanitari per il proprio rafforzamento militare.

Secondo un’inchiesta della BBC, i terroristi israeliti hanno distrutto più di 1.500 edifici a Gaza dall’inizio del cessate il fuoco. L’analisi di recenti immagini satellitari mostra che “interi quartieri controllati” dai terroristi israeliti sono stati rasi al suolo in meno di un mese. Tuttavia, il numero effettivo di edifici distrutti potrebbe essere “significativamente più alto”, poiché BBC Verify, l’unità investigativa, non disponeva di immagini satellitari per alcune aree. L’inchiesta si basa, in parte, su video verificati pubblicati sui social media dai terroristi israeliti, che mostrano “demolizioni controllate e la rimozione di edifici con bulldozer”. Secondo un portavoce dei terroristi israeliti, questi quartieri sono interamente “infrastrutture terroristiche”. Eitan Shamir, un ex capo dei terroristi israeliti, ha dichiarato alla BBC che la distruzione non costituisce una violazione dell’accordo di cessate il fuoco e che loro possono fare ciò che vogliono nel territorio che controllano.

Weihnachtsgeschenk

 

Già in anni più pacifici degli attuali, scrivevo: attenti che la leva militare è stata solo sospesa, non abolita. Ma di ciò che scrivo e vaticino a chi vuoi interessi ... È solo questione di tempo e di motivazioni, vorrei dire di “attrattività”, ma la leva militare tornerà. Gli alpini finalmente avranno degli eredi ai quali passare la damigiana.

Intanto la Germania apre la strada. Il governo tedesco si era impegnato con la NATO ad aumentare la Bundeswehr di 260.000 soldati effettivi e circa 200.000 riservisti entro il 2035. Di conseguenza, il piano del governo specificava un obiettivo compreso tra 255.000 e 270.000 soldati effettivi. Per incoraggiare i giovani a “servire il proprio Paese”, si punta sul “volontariato attraverso una maggiore attrattività”, ovvero sullo stipendio. I volontari che prestano servizio militare riceveranno circa 2.600 euro lordi al mese. Chi si impegna a prestare servizio per più di dodici mesi riceverà anche un sussidio per la patente di guida.

Direi che le premesse sono buone, la Germania e le sue offerte stipendiali decisamente “attrattive”. Basterà allargare le maglie dell’acquisizione della cittadinanza tedesca e migliaia di giovani europei, compresi molti italiani, potranno finalmente accedere a un salario dignitoso e a un lavoro meno faticoso del cameriere.

Tuttavia, se non dovessero bastare i volontari a riempire i ranghi, il Bundestag avrà la possibilità di attuare una “coscrizione obbligatoria” per colmare il divario. Con quale criterio selettivo? Assolutamente “casuale”! Una lotteria nazionale.

Si prevede l’utilizzo di un questionario. A partire dal prossimo anno, tutti i diciottenni saranno contattati e invitati a fornire informazioni sulla loro disponibilità e idoneità al servizio militare. Le ragazze potranno rispondere facoltativamente alle domande della Bundeswehr, mentre i ragazzi sono tenuti a farlo. Democraticamente e con un occhio alle pari opportunità.

Posso già immaginare il tipo di domande del questionario maschile, per esempio: Sei fisicamente in forma?
Sì
No
Solo dopo tre birre

Oppure: Sei di estrema destra?
Sì
No
Non sono né di sinistra né di destra. Sieg Heil!

E ancora: Sei disposto a obbedire incondizionatamente?
Sì, sergente!!!
No, la mia obbedienza ha un prezzo.
Bau, bau!

Infine: Siamo nel 2030. Un drone russo ti ha appena divelto una gamba sul fronte orientale. Come reagisci?

Continuerò a servire la Germania con una gamba sola.

Farò una diretta TikTok in cui saluterò i miei follower.

Mi arrendo.

Tranquilli, anche se i ventriloqui italiani non ve l’hanno detto, la legge deve ancora essere approvata dal Bundestag, il che è previsto per l’inizio di dicembre. Weihnachtsgeschenk.

giovedì 13 novembre 2025

La sfratto a Zelensky

 

Lo scandalo di corruzione non riguarda il “tesoriere” di Volodymyr Zelensky. Riguarda Zelensky stesso. La novità non è costituita solo dal fatto che le autorità anticorruzione ucraine abbiano preso provvedimenti contro l’imprenditore Timur Mindich, politicamente ben inserito. Che avessero nel mirino l’ex socio in affari di Zelensky era noto almeno dall’estate. La perquisizione del suo appartamento di Kiev, apparentemente sotto controllo, è stata effettuata a seguito di un’operazione di intercettazioni telefoniche in corso da oltre un anno e mezzo. L’operazione è stata condotta con il pretesto di un danno da allagamento – reale o simulato? – nell’appartamento al piano superiore, il cui proprietario avrebbe anche precedenti penali.

L’Ufficio Nazionale Anticorruzione (NABU) stima i danni fino a 100 milioni di dollari. Non è una cifra insignificante, ma rappresenta solo lo 0,1% della spesa finanziaria che l’Occidente sostiene ogni anno per mantenere l’economia ucraina pronta alla guerra. Ciò dimostra che la corruzione in quanto tale non è apparentemente il problema. Che via sia una corrutela comune in Ucraina è noto fin dall’indipendenza del Paese; può essere considerata “prezzata”. Sebbene si possa trovare particolarmente riprovevole trarre profitto personale da una guerra, si tratta di una mera lamentela patriottica che non dovrebbe offuscare il giudizio di chi analizza gli eventi.

Bisognerebbe piuttosto abbandonare un aggettivo che verrà senza dubbio ripetuto fino alla nausea: che gli investigatori ucraini anti-corruzione siano “indipendenti”. No, non lo sono. Possono essere indipendenti dal governo statale ucraino, ma certamente non dai suoi finanziatori occidentali, che hanno strappato alla controparte ucraina la creazione e il mantenimento di queste istituzioni. In estate, l’UE ha minacciato di interrompere il sostegno finanziario a Kiev se Zelensky avesse insistito nel subordinare le due agenzie alla sua amministrazione.

Il rifiuto ostinato di Zelensky a tutti i compromessi per porre fine alla guerra sta probabilmente innervosendo alcuni dei suoi sostenitori occidentali (vedi contatti sottobanco di Londra con Mosca, ma anche di Parigi e perfino Meloni si defila). Il presidente ucraino è rimasto senza parole. Per la prima volta ha annullato il suo grido di battaglia serale alla nazione.

E ora il dettaglio più interessante: Mindich è stato avvisato la notte prima del raid ed è riuscito a lasciare l’Ucraina. A quanto pare, l’avvertimento proveniva dall’interno dell’agenzia anticorruzione stessa. Questo è un doppio messaggio: Mindich, non si tratta principalmente di te. Anche se non ti farebbe male spifferare qualcosa. Ma il tuo capo, che abbiamo usato e ha fatto il suo dovere, ora può andarsene.

mercoledì 12 novembre 2025

Alla ricerca del silenzio perduto

 

Diffido dei lettori onnivori, di quelli che ingoiano un libro dopo l’altro. Vedendo i libri che si sono accumulati intorno a me nel corso di una vita, si potrebbe pensare che lo sia anch’io, ma non è vero. Anche se ho letto libri abitualmente tutti i giorni, li ho letti lentamente. Alcuni li ho centellinati, riletti più volte, integralmente e di più ancora a pezzi e brandelli. E dalla mia lista mancano autori altrimenti famosissimi presso il piccolo mondo culturale del XXI secolo, e che però non leggerò mai.

Dopo decenni, ho acquistato una copia del quotidiano la Repubblica, perché mi aveva catturato la réclame del suo inserto: dedicato a Marcel Proust. Ma non è vero, non c’è nessuna cattura, men che meno qualcosa che possa bruciare il mio torpore autunnale. Ci sono solo due articoli, il primo di Daria Galateria, che non dice niente sull’amore per un’epoca di cui monsieur Proust custodiva con tanta cura meticolosa il ricordo e i sogni, che divennero più importanti della sua vita stessa. Anzi, trovo l’articolo reticente per quanto riguarda il ruolo di André Gide e di Gaston Gallimard in relazione alla vicenda della pubblicazione del primo volume della Recherche.

Il secondo articolo, a firma di Melania Mazzucco, merita ancor meno considerazione. Prova a darci l’idea delle scintille di colore e di gioia che nascono dalla lettura di un buon libro, ma senza riuscirci poiché balbetta frasi predigerite e la sua prosa si trasforma in un inutile elenco telefonico di ciò che lei ha letto o sostiene di aver letto.

Concludo che in questi decenni, non avendo acquistato Repubblica, non ho perso nulla non leggendo gli articoli di tanti intermediari e prestanome.