lunedì 22 gennaio 2024

L’enigma russo secondo il pensiero di “un buon politico per l’Italia”

 

Il Capo del Governo, Mussolini, al Cancelliere del Reich, Hitler.

Roma, 23 giugno 1941.

Nel nostro colloquio del 2 giugno al Brennero, Vi manifestai la mia opinione circa la Russia e Vi dissi che oramai una soluzione radicale si imponeva per sciogliere l’enigma russo: o l'alleanza militare o la guerra. Voi mi faceste comprendere che la prima eventualità era da escludersi poiché Stalin non avrebbe mai potuto dimenticare gli insuccessi della sua politica nel bacino danubiano- balcanico e coll’accordo con Belgrado stipulato all'ultima ora e straordinariamente reclamizzato aveva rivelato i suoi veri intendimenti; non rimaneva che la seconda soluzione e per questa non v’era che un problema: quello dell’epoca. Alla luce di quanto avete reso di pubblica ragione nei Vostri appelli al popolo tedesco, sono convinto che il rinviare ad altra epoca la soluzione oramai fatale e logica delle armi o il ritardare, sarebbe stato pericoloso per la nostra causa. Anche qui l’ascesso andava tagliato.

Mi rendo perfettamente conto che lunghe meditazioni hanno preceduto la Vostra decisione, poiché la guerra contro la Russia è - sopra tutto - una guerra contro lo spazio, ma a tutti coloro che ritorneranno su taluni precedenti storici, basterà ricordare che oggi lo spazio è vinto dai motori dei carri armati e degli aeroplani e dalla eccezionale capacità manovriera dei Vostri Generali e dei Vostri soldati.

[...] Il Signor Roosevelt non può - anche dichiarandoci formalmente la guerra - farci un male maggiore di quanto non ci abbia fatto sin qui. La dichiarazione di guerra avrebbe quindi lo scopo di sollevare il morale degli inglesi che è molto depresso, ma l’effetto di questo eccitante sarebbe di breve durata.

[A questo punto c’era nella minuta autografa la seguente frase poi soppressa sulla prima copia dattiloscritta: «Quantunque mi ripugni di scendere a dettagli di carattere personale, bisogna pur trovare drammatico il destino del mondo anglosassone che nell’ora più difficile della sua storia è affidato a un uomo colpito a 44 anni da paralisi infantile come Roosevelt e a un uomo notoriamente alcoolizzato quale il Churchill!»].

Proseguiva così la lettera del “buon politico”: «Prima di chiudere questa lettera, desidero, Fuhrer, [...] annunciarvi che il raccolto del 1941 è superiore a quello dell’anno passato. Non comunicherò la cifra al popolo, per non suscitare illusioni e rallentamenti nella disciplina dei consumi; la “Stimmung” [disposizione psicologica] del popolo italiano è ottima, come, Fuhrer, saprete anche da altre fonti. Soprattutto il popolo italiano è consapevolmente deciso a marciare sino in fondo col popolo tedesco e a sostenere tutti i sacrifici necessari per il conseguimento della vittoria».

L’Italia si considerò in stato di guerra con l’U.R.S.S. dalle ore 5,30 del 22 giugno.

Documenti diplomatici italiani, Nona Serie, vol. VII, doc. 299.

* * *
Il cancelliere del Reich, Hitler, al capo del governo, Mussolini.

Quartier Generale del Führer, 30 giugno 1941.

Consentitemi anzitutto di ringraziarVi cordialmente per la Vostra ultima lettera. Mi rallegro infinitamente che i nostri due punti di vista nelle grandi questioni concernenti il destino dei nostri popoli si identifichino così perfettamente [...].

La lotta, Duce, che ora si svolge da otto giorni, mi dà la possibilità di comunicarVi già ora, in poche linee, un quadro generale e di informarVi delle esperienze fatte.

La più importante constatazione che io ed i miei Generali abbiamo fatto è stata una che veramente ci ha sorpresi nonostante tutte le previsioni. Duce, se questa lotta non fosse avvenuta ora, ma anche soltanto pochi mesi o un anno più tardi, noi avremmo - per quanto possa essere terribile questo pensiero - perduto la guerra.

L’Armata Russa stava approntando uno schieramento di forze con mezzi che andavano molto al di là di quanto noi sapevamo o anche solo ritenevamo possibile. Sono otto giorni che una brigata corazzata dopo l’altra viene attaccata, battuta o distrutta, e nonostante ciò non si è rimarcata alcuna diminuzione del loro numero e della loro aggressività. È soltanto dal 27 giugno che noi abbiamo la sensazione che sopravvenga un alleggerimento, che l’avversario si abbatta lentamente e che appaiono localmente parziali manifestazioni di dissolvimento. Come gli inglesi con il carro armato di fanteria marca II, i russi han tirato fuori una sorpresa di cui purtroppo non avevamo alcuna idea. Un gigantesco carro armato [mod. KV 1] del peso di circa 52 tonnellate [in realtà 43 t], con un’ottima corazzatura di 75 mm., con un cannone da 5 cm. [76,2 mm.], e tre mitragliatrici [quattro previste]. Senza il nostro nuovo cannone anticarro da 5 cm. [il 5 cm PaK 38, oppure KwK 39 L/60 pure da 5 cm, impotenti contro il KV1 e poco efficaci contro il carro T34, sostituiti poi nella primavera 1942 dal Pak 40 da 75 mm, montati anche sul Panzer IV come Kwk 40], il cannone antiaereo da 8,8 [88 mm, il cannone di maggior successo] e le nuove granate anticarro della nostra artiglieria da campo, noi saremmo impotenti di fronte a questi mezzi corazzati che attualmente sono i più forti.

Io accetto con gratitudine la Vostra generosa offerta, Duce, di mandare un corpo italiano ed aerei da caccia italiani sul teatro bellico orientale. Che le nostre armate alleate marcino fianco a fianco proprio contro il nemico mondiale bolscevico mi sembra un simbolo della lotta di liberazione condotta da Voi, Duce, e da me.

[...]

DDI, cit., doc. 335. I dati tra parentesi quadre sono miei.

* * *

«La tragedia non è tanto che ci sia il fascismo; la tragedia è che ci sia il fascismo quando i fascisti sono tanto pochi. L’indifferenza, l’apatia, l’assenteismo – in tutti noi – sono forse peggiori del male» (Bruno Zevi (22-1-1918/9-1-2000), in un programma della National Broadcasting Compan, 1943). 

3 commenti:

  1. Anni fa, su web, mi imbattei in un tizio che usava la locuzione "paralitico in carrozzella" come un insulto. Mi domandavo da dove venisse questo obbrobrio. Adesso capisco.

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    1. Ognuno ha la sue: se è per questo anni fa, ho avuto a che fare con dei balordi che pensavano di essere dei padri eterni e che amavano fare i leoni da tastiera.

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