venerdì 26 gennaio 2024

Degenerati al potere

 

Mettendo un po’ d’ordine tra le mie carte, ho ritrovato una dimenticata recensione apparsa sull’inserto domenicale del Sole 24 ore del 26 novembre scorso, dal titolo assai suggestivo: Misfatti e segreti (sessuali) dei leader nazisti.

La recensione tratta di un libretto (così definito dal recensore) scritto da Arthur Kronfeld e ripubblicato da poco in Russia con il titolo che in italiano suona Degenerati al potere. Il testo – scrive il recensore Marco Filoni – «è arricchito da un’aurea introduzione di Alexander Etkind e si tratta di un libro che meriterebbe di essere letto qui da noi perché non riguarda soltanto la storia del Novecento».

Preso a cuore il suggerimento di Filoni ho quindi letto l’opuscolo scritto da Arthur Kronfeld.


Ebreo tedesco, psicologo e psichiatra nella Berlino degli anni 1920-’30, conosciuto come uno dei maggiori specialisti nel campo delle patologie sessuali, Kronfeld fu docente/assistente nel famoso ospedale universitario Charité, e uno dei fondatori dell’Istituto di sessuologia. Frequentatore dell’alta società berlinese, ebbe clienti soprattutto ricchi, che onoravano parcelle favolose per curare segretamente i loro scabrosi vizietti, tra i quali dominava l’omosessualità. «La fama l’ha portato nei tribunali come perito per i molti processi contro omosessuali», scrive il recensore Marco Filoni [*].

Che però non dice esplicitamente chi, tra gli esponenti più in vista del nazismo, fosse tra i clienti del dottore. Si limita a scrivere: «Kronfeld colleziona segreti, aneddoti, pettegolezzi, gusti sessuali di quella che, di lì a poco, diverrà l’emergente leadership nazista. Vecchi e nuovi ministri, importanti funzionari delle camice brune, funzionari di polizia, capi di partito».

È noto che tra gli esponenti più in vista delle camice brune vi fossero diversi omosessuali, ne fa fede la cosiddetta “notte dei lunghi coltelli”, immortalata da Visconti nel suo La caduta degli dei. Sta di fatto che i nazisti, assunto il potere, saccheggiarono e chiuso l’istituto di Kronfeld, bruciando i libri e l’archivio. Ciò fa pensare, ma il recensore non lo dice, che nella cerchia più importante del nazismo il professore non godesse, e non solo perché ebreo (come dirò), di molte amicizie o anche solo di buone conoscenze.

Il professore Kronfeld fece le valigie e con la moglie emigrarono a Mosca. Dapprima aveva tentato di trovare asilo in Svizzera, ma questo Paese, pur dichiarando pubblicamente la propria neutralità, temeva soprattutto di provocare il dispiacere del suo aggressivo vicino. Per questo motivo rifiutava l’asilo agli ebrei in fuga dalla Germania.

Ed è appunto in Russia che nasce il libretto Degenerati al potere, un libro, scrive il recensore, «sui gusti sessuali e la personalità di Hitler e dei principali esponenti nazisti: queste descrizioni non hanno necessariamente un fondamento scientifico, ma sono costruite in modo tale da convincere il lettore che l’avversario conduce la guerra per motivazioni psicologiche patologiche». Dunque, a dar retta, si potrebbe dedurre che i nazisti hanno commesso i loro crimini perché erano omosessuali?

Insomma, Kronfeld descrive un «Hitler di un “narcisismo sconfinato”, spaccone e vigliacco con una “primitività degenerata”, che “non ha rapporti sessuali normali” perché “il sentimento d’amore per una donna gli è inaccessibile”». Himmler è descritto come «un morfinomane in sovrappeso [è evidente che il recensore lo scambia con Göring, nota mia] con la sua stupida crudeltà, la perversione e il delirio; Goebbels come un degenerato con desiderio sessuale ipertrofico; Ribbentrop come un contrabbandiere che ha fatto i milioni con lo champagne contraffatto [cosa peraltro risaputa]. Tutto questo disseminato di dettagli e formule diagnostiche a imbellettare pettegolezzi volgari».

Ancora Marco Filoni: «Hitler stesso, sostiene Kronfeld, aveva avuto rapporti sessuali con molti dei suoi compari, tra cui Hess. L’intento evidente era screditare il nemico». Filoni, che immagino abbia letto il libro che sta recensendo, lascia la parola a Alexander Etkind, che ne ha curato l’introduzione: «Fabbricato come un’arma segreta ed efficace nella lotta contro il nazismo, l’opuscolo divenne subito inaccettabile, oltretutto pericoloso, per i più alti funzionari di Mosca».

Inaccettabile perché intervenne il famoso patto Ribbentrop-Molotov. Ma poi, con l’operazione Barbarossa, «al Cremlino si ricordarono dell’opuscolo, che iniziarono a stampare e ristampare in centinaia di migliaia di copie». Normale operazione di propaganda che faceva il paio, proprio sul tema delle presunte “devianze” sessuali di Hitler e di altri gerarchi, con la propaganda messa in opera a Londra e poi a Washington.

E veniamo al punto cruciale, il tragico destino che attese Kronfeld. Filoni ci racconta: «Qualche mese dopo, il 16 ottobre 1941, Kronfeld si suicidò dopo aver ucciso anche la moglie. Le circostanze non sono mai state chiarite, anzi: Etkind sostiene che è più facile capire il movente di un omicidio che non di un suicidio. Scrive: avendo trascorso vari anni a Mosca, Kronfeld sapeva tanto di Stalin e dei suoi compagni quanto degli scagnozzi di Hitler. Al momento opportuno avrebbe potuto raccontare le loro storie. Peccato non l’abbia fatto”».

Perché Etkind, nella presentazione del testo, adombra l’assassinio di Kronfeld allo scopo di eliminare un possibile testimone di chissà quali depravazioni sessuali di Stalin e altri della sua cerchia? Vediamo le cose in dettaglio.

Mauro Filoni omette del tutto di dire che Arthur Kronfeld era membro del Partito socialdemocratico tedesco e dell’Unione dei medici socialisti di Berlino. Nel 1932, insieme ad Albert Einstein, Franz Oppenheimer, Heinrich Mann, Arnold Zweig e alcune altre famose figure della scienza e dell’arte, firmò l’“Appello urgente” dell’“Alleanza socialista combattente internazionale” sulle pericolose conseguenze per il Paese dei successi elettorali del Partito Nazionalsocialista, sottolineando l’urgente necessità di formare una coalizione di tutti i partiti di sinistra come unica alternativa possibile alla minaccia imminente. Perciò non deve stupire se in seguito trovò asilo in Urss (1936).

Kronfeld a Mosca superò un apposito concorso e fu nominato capo del dipartimento di patologia sperimentale e terapia della psicosi presso l’Istituto neuropsichiatrico di ricerca P.B. Ganushkina. Nel 1939, Kronfeld fu convocato all’NKVD e gli fu chiesto di valutare i leader del Terzo Reich, ossia di effettuare un’analisi psicologica dei tratti intrinseci della loro personalità. Le informazioni ricevute da Kronfeld erano classificate. Sono state raccolte e stampate sotto forma di opuscolo (di 16 pagine) nella tipografia del Comitato Centrale del RCP (b) per un totale di 50 copie. Di tutti i personaggi inclusi nell’opuscolo, Kronfeld aveva incontrato solo Hitler e solo per motivi di perizia forense.

Quell’unico contatto diretto che Kronfeld ebbe con Hitler, è descritto proprio all’inizio del suo opuscolo, di cui offro qui una traduzione:

«Nel maggio del 1932 dovetti osservare Hitler da vicino. Sono stato invitato dal tribunale di Monaco come esperto psichiatra nel caso di Werner Abel. Non so perché Abel litigò con i suoi complici. In ogni caso, nel 1930 pubblicò un articolo sulla rivista Weltbühne in cui accusava Hitler di alto tradimento. Abel ha dichiarato che lui e Gaines erano presenti come aiutanti di Hitler, quando un maggiore dell’esercito italiano, un certo [Giuseppe] Migliorati, [nel 1923] pagò personalmente a Hitler, per conto di Mussolini, 10 milioni di lire [in realtà 2,5 milioni di lire]. Abel indicò esattamente il giorno, l’ora e la stanza dell’albergo di Monaco dove ciò accadde. Hitler fece causa contro Abel con l’accusa di diffamazione e attese il processo con tale nervosismo che, per ogni evenienza, portò con sé un avvocato, una tecnica del tutto insolita per la “vittima”» [**].

Quindi: «Per tre giorni rimasi seduto con Hitler e i suoi complici in una piccola stanza dei testimoni, in attesa dell’interrogatorio. Ho sfruttato questo tempo per osservarlo attentamente. Adolf Hitler è di statura media. Spalle strette, bacino largo. Le gambe spesse e un’andatura pesante sottolineano la brutta struttura del corpo. Una fronte piccola, piccoli occhi opachi, un cranio corto dai capelli neri e un mento eccessivamente grande rivelano una certa primitività degenerativa. Fa una smorfia incredibile ed è costantemente in una sorta di stato irrequieto».

Questo il ritratto del padre di Hitler: «Il padre di Hitler, Alois Schukelgruber, all’età di 40 anni si fece chiamare Hitler e trasmise questo nome alla sua prole. In gioventù era un tipo instabile, antisociale, e in seguito un alcolizzato pigro, non ha mai lavorato in vita sua. Alois Hitler sposò una donna ricca nella città di Braunau, 14 anni più grande di lui, solo per trovare in qualche modo un lavoro. La moglie era la figlia illegittima di un certo Georg Hitler, figlio di un ebreo, assistente cameriere in uno degli alberghi di Bucarest. Fino alla sua morte, papà condusse la vita di un ubriacone abituale e di un cliente abituale di bordelli di terza categoria» [***].

Kronfeld in Russia godeva di stima e prestigio, aveva pubblicato i suoi articoli sul trattamento della schizofrenia e così via nella letteratura specializzata in russo riscontrando apprezzamento. E ci sono diverse registrazioni radiofoniche all’inizio della guerra in cui lui stesso parla in russo con un forte accento tedesco delle perversioni sessuali di Hitler e Göring.

Ma come aveva raccolto Kronfeld le sue “informazioni” sulle devianze sessuali di Hitler e degli altri gerarchi? Ecco ciò che scrisse nell’opuscolo:

«Essendo tedesco di nascita, residente a Berlino e professore all’Università di Berlino, ho avuto l’opportunità di osservare lo sviluppo del fascismo di Hitler prima e dopo la sua ascesa al potere. Tutto ciò che dirò sui leader del fascismo si basa sulle mie osservazioni o sui resoconti di membri del partito fascista, in parte dipendenti stretti di Goering, Goebbels, [Robert] Ley, Himmler. Ho ricevuto queste notizie dai miei pazienti che si sono fidati di me per il loro trattamento. Pertanto non posso rivelare i loro nomi. [...] Ho cercato di integrare i resoconti dei pazienti per quando possibile con domande discrete durante le sedute psicoterapeutiche. A poco a poco ho ricevuto così tante informazioni interessanti e importanti che sarebbe sbagliato nasconderle al grande pubblico».

Ecco come Kronfeld caratterizza Goebbels, al quale nel libretto è dedicato ampio spazio: «Fisico degenerato e brutto. Un brutto mostro, come Hitler e Goering. Un uomo con gambe sottili e storte e un piede grande, deformato ereditariamente. Sua figlia ha esattamente lo stesso piede. [...] Le orecchie sono sovradimensionate e sporgenti, il mento non è sviluppato. La bocca è troppo larga, gli occhi sono a una distanza insolita l’uno dall’altro. La fronte corre verso l’alto. Goebbels si sforza sempre di scatenare la bestia che c’è nell’uomo. È senza dubbio un tipo interessante per gli psicopatologi».

Il ritratto di Julius Streicher: «combatte la medicina perché “è un prodotto ebraico”. Offre invece misticismo e stregoneria. Protesta contro le vaccinazioni per rendere impossibile che “il sangue tedesco venga avvelenato da una proteina straniera”! Ci sono differenze caratteristiche nella forma dei globuli rossi “ariani” e ”non ariani”, scrive. L’accumulo di sostanze nocive nel corpo avviene soprattutto tra gli ebrei ed è la base biologica della loro avidità. Ecco come appare il “custode imperiale della salute e della purezza razziale del popolo tedesco”. Streicher è un ubriacone, un molestatore sessuale e un ignorante, un trafficante di ragazze».

Mi pare evidente, come dice lo stesso recensore, che non c’è nulla di realmente scientifico, si tratta di propaganda (per quanto giustificata), ma quale potrebbe essere il reale obiettivo di chi ha promosso questa riedizione dell’opuscolo di Kronfeld? Personalmente non penso che si tratti di rimettere semplicemente in rilievo queste caricature dei gerarchi nazisti. E allora? 

Aggiungo questa notizia: dopo aver letto il libro di Kronfeld, il capo dell’intelligence americana William Donovan incaricò il famoso psicoanalista Walter Charles Langer di analizzare le personalità di Hitler e Stalin. Ampliando così la lista dei “degenerati al potere”, tanto cara ai degenerati di Washington e ai loro lecchini. La conclusione del professor Langer: entrambi hanno idee ossessive; Hitler riguardo al suo ruolo messianico; e Stalin sul “comunismo come futuro luminoso di tutta l’umanità”. Sulla base di ciò, il professor Langer considerava Hitler uno psicopatico e Stalin un paranoico.

Per quanto riguarda infine il suicidio dei coniugi Kronfeld (grandi dosi di sonnifero), è molto verosimile che la causa sia dovuta a un fatto molto semplice e contingente: quando le truppe naziste si avvicinarono a Mosca, tutto il possibile fu portato via, compreso il corpo di Lenin, e anche le istituzioni sovietiche e di partito furono evacuate. L’Istituto Gannushkin, dove lavorava, non incluse Kronfeld nella lista di evacuazione (paradossalmente pare si sia trattato di una mera “dimenticanza” dovuta alla precipitazione di quei momenti).

Siamo nell’ottobre 1941 e l’occupazione della capitale era, come sembrava a molti, una questione di tempo. Proprio il 1° ottobre la tipografia moscovita Gudok, di via Stankevia 7, aveva stampato, per l’editore Lobova, 100.000 copie dell’opuscolo di Kronfeld.

Mi pare comprensibile che Kronfeld non avesse nessuna intenzione d’incontrare di nuovo i suoi connazionali nazisti. Considerata la situazione, questo motivo è plausibile per spiegare perché scelse di morire insieme a sua moglie. Del resto non credo che il nome di Kronfeld, in quel drammatico frangente della guerra, fosse a Mosca in cima ai pensieri di Stalin o di altri.

Così chiudeva il suo libretto il povero Kronfeld:

«Come ha potuto questa feccia prendere il potere? L’enorme disoccupazione e la crisi economica della Germania sconfitta hanno portato le masse alla disperazione e le hanno rese vulnerabili alla più ampia demagogia possibile. Nel 1932 il partito nazista perse la sua importanza per le grandi masse del popolo tedesco. La sconfitta del Partito Bruno nel 1932 preoccupò i dirigenti dell’industria pesante e le grandi banche. Temevano che le loro armi nella lotta contro l’odiata repubblica avrebbero perso potere prima di essere usate. D’altra parte, si aspettavano di tenere saldamente in mano i gangster delle camice brune. Forse sarà possibile sbarazzarsene in qualsiasi momento. Questo è il significato dellalleanza conclusa dal leader reazionario Hugenberg con Hitler. Fu attuato con precisione l’inganno con cui Papen costrinse il presidente Hindenburg a sostituire il Cancelliere del Reich con il mostro dell’umanità, Hitler. Ma non puoi ingannare la storia. Giocano a Napoleone e fingono di essere Cesare. Saranno distrutti come cani rabbiosi. I dannati degenerati, sollevati come schiuma fangosa sulla cresta di un’onda impetuosa, presto voleranno nuovamente giù nell’abisso dell’oblio storico. Solo il vergognoso ricordo della loro vita da sciacalli, sporca di terribili crimini contro i popoli, le maledizioni di tutta l’umanità civilizzata: questo è ciò che rimarrà ai discendenti dalla pagina più nera della storia, il cui nome è fascismo. La verità trionferà!».

[*] Il principale iniziatore, primo direttore e organizzatore dell’Istituto di ricerca sessuale (aperto nel 1919) fu Magnus Hirschfeld, un famoso medico, psichiatra e psiconeurologo e anche un famoso omosessuale dichiarato che lottò per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali. L’Istituto sorgeva in una zona chic vicino al Tiergarten, una grande villa, un edificio lussuoso, dove ora si trova un piccolo museo.

[**] Nel 1930 il Muenchener Post pubblicò una serie di articoli in cui Hitler veniva pesantemente attaccato. Perché il querelante portasse con sé un avvocato e ciò fosse considerato insolito lo si dovrebbe chiedere a Kronfeld, il quale era stato chiamato da entrambe le parti in causa quale perito per “osservare” sia Hitler che Werner Abel, avventuriero politico e giornalista di estrema destra che si spostò poi su posizioni di sinistra. Hitler voleva diventare cancelliere e l’aiuto finanziario di Mussolini, se confermato, avrebbe potuto alienargli una parte degli elettori (in cambio del denaro Hitler doveva astenersi dal sollevare nei suoi comizi la questione del Sud Tirolo).

Abel era l’autore di questi articoli. Tra le accuse mosse c’era anche che il capo della polizia bavarese Seisser aveva aiutato Schulz, l’assassino dell’Erzberger, a fuggire e che il procuratore generale Roth, in qualità di ministro della Giustizia bavarese, aveva protetto Braun, l’assassino del deputato socialdemocratico Gareis. I documenti presentati a sostegno di queste accuse dimostravano un’esatta conoscenza delle basi finanziarie del partito nazionalsocialista.

[***] C’è molta confusione e imprecisione da parte di Kronfeld nella ricostruzione delle origini famigliari di Adolf Hitler. Alois, che sarà il padre di Adolf, era figlio di Maria Anna Schicklgruber, che in seguito sposerà Georg Hiedler.

La prima moglie di Alois si chiamava Anna Glassl, quindi non era figlia di Georg Hitler (in realtà Hiedler) come sostiene Kronfeld (ed è assai improbabile che lo stesso Georg Hiedler fosse il padre di Alois, ossia il nonno biologico di Hitler).

La seconda moglie di Alois, sposata nel 1883, era Franziska Matzelsberger, detta Fanni, che muore nel 1884 all’età di 23 anni.

Alois e Klara Pölzl, che sarà poi madre di Adolf, si sposarono nel 1885, dopo aver avuto dispensa vaticana poiché Klara era cugina di secondo grado di Alois. Nel 1889, dall’unione nascerà Adolf.

Quello che non era ancora noto è il fatto che Klara Pölzl, figlia di Johanna Hiedler, a sua volta figlia di Nepomuk Hiedler (noto anche come Hüttler e fratello di Georg Hiedler), non era solo cugina di suo marito Alois, ma anche nipote dello stesso Nepomuk Hiedler, che però era anche il probabilissimo padre di Alois.

La cosa ha una conseguenza fatale: Adolf Hitler è il prodotto di un’unione carnale fra consanguinei stretti. Sui motivi della assunzione del cognome Hiedler da parte di Alois Schicklgruber e della corruzione di Hiedler in Hitler, vedi Wolfgang Zdral, La famiglia Hitler, UTET, 2006. Che Alois, il padre di Adolf, fosse un notorio ubriacone lo sostiene anche Hitler nel suo Mein Kampf, laddove si dice anche grato al padre per aver cambiato cognome.

1 commento:

  1. Certo quella tra degenerazione e potere è storia antica. È la degenerazione che spinge a bramare il potere o è il potere che rende degenerati? Molti esempi in entrambi i casi.
    Pietro
    Ps a me è venuta in mente la psicopatologia di Putin portata come causa dell'invasione dell'Ucraina due anni fa.

    RispondiElimina