giovedì 19 giugno 2025

La normale fatica del tempo

Ieri sera, dalla Gruber, si poteva “toccare con mano” la differenza tra chi è nato e ha fatto politica in una certa epoca e quelli che, invece, sono venuto dopo, cresciuti a Tom Cruise che salva il mondo. Cortocircuiti di nostalgia? Quasi.

Apprezzata positivamente tale differenza, avrei chiesto a M. D’A.: quand’era presidente del consiglio, chi ha mandato i bombardieri italiani nell’ex Jugoslavia? Mi risponderebbe sicuramente con delle buone ragioni. Le sue, ovviamente.

Il vostro Tom, la procreazione assistita cinematografica, salverà il mondo ancora una volta? In fondo, mi dico, non è questo il punto. Il mondo, in ogni caso, ormai sappiamo che è finito da un pezzo. Il mio mondo.

mercoledì 18 giugno 2025

Per fortuna c’è il Papa

 

A guardare in giro è tutto un disastro. Palazzi e palazzine messi a nuovo anche con i miei denari, ma poi non c’è una via del centro, per non parlare delle strade periferiche, che non sia ridotta a una buca dopo l’altra. Non c’è un’unghia di asfalto libero nelle città che non sia stata adibita a parcheggio a pagamento con tariffe da rapina. A chi vanno tutti quei soldi? I parchi cittadini sono diventati inagibili, nel senso che frequentarli significa assumersi dei rischi di vario genere. Non parliamo poi delle stazioni ferroviarie dove bivaccano dei rottami umani venuti da chissà dove e con intenzione di farsi mantenere. Sto parlando di una città del nord, che assomiglia sempre più a una città del meridione. Beh, non esageriamo, non gli assomiglia, ma ad ogni modo il degrado si nota.

Di tutto ciò non si occupano i fabbricanti di discorsi totalizzanti in tv e nelle sagre della “cultura”, salvo stigmatizzare (eufemismo) l’astensione elettorale, ossia quelli che si sono spogliati delle loro costruzioni illusorie. Mi stupisco del contrario: troppa gente va ancora a votare, a farsi prendere per il culo da questa camorra che pensa solo ai cazzi propri. Quindi ti trovi a pensare cose immonde: una nuova guerra è esattamente ciò di cui il mondo ha urgente bisogno. No, un momento, questa è solo rabbia, poi passa e si ricomincia a ragionare. Ma diventa sempre più difficile non andare fuori di testa e il mio ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso tutto questo possibile.

Ora c’è un barlume di speranza nel mondo e la situazione potrebbe migliorare ulteriormente per tutti: secondo gli esperti, qualcuno potrebbe presto lanciare un missile nucleare da qualche parte, mettendo così la ciliegina sulla torta dell’attuale situazione mondiale. Effettivamente tutti concordavamo sul fatto che la situazione fosse diventata piuttosto monotona ultimamente, con la guerra in Ucraina, il genocidio nella Striscia di Gaza e altri conflitti di cui non c’importa, come Myanmar, Sudan, Etiopia eccetera. Per fortuna c’è il Papa, dice qualcuno.

martedì 17 giugno 2025

Patrimoniale: venisse un cancro

 

Le riserve auree, a livello globale, superano quelle in euro. Nel 2024 il prezzo dell’oro è aumentato del 30% e quest’anno ulteriormente del 27%, raggiungendo i 3.500 dollari l’oncia, 100 volte il livello raggiunto quando Nixon ruppe nel 1971 la convertibilità dollaro-oro. Se all’epoca si fosse investito un milione di lire in oro, pari a circa cinque stipendi medi, oggi il capitale investito avrebbe raggiunto i 50.000 euro, vale a dire 30 stipendi medi. Questa stima grossolana, ma non lontana dalla realtà, ci dice innanzitutto quanto ci siamo impoveriti.

Non tutti impoveriti, ovviamente. Per la prima volta la ricchezza finanziaria delle famiglie ha superato la soglia dei 6.000 miliardi. Tra conti correnti, titoli, azioni, fondi comuni e assicurazioni, il totale di quelli che chiamano “risparmi” (con l’evasione dell’Iva, dell’Irpef, con aliquote ridicole per successioni e donazioni?) l’aumento è stato di oltre 249 miliardi rispetto al 2023. Se non ve ne siete accorti è perché siete distratti. Si tratta di un aumento della ricchezza finanziaria pari a cinque finanziarie belle toste. Potessero morire di cancro tutti quelli che sostengono che ci vorrebbe una patrimoniale per riequilibrare un po’ i conti.

Poi dicono che l’Italia cresce poco. Bugiardi. La rendita cresce tantissimo. Nell’ultimo lustro gli investimenti degli italiani in strumenti finanziari sono saliti del 30%. Come scrive il 24ore, si tratta del frutto della laboriosità, della prudenza e del senso di responsabilità di milioni di cittadini. I fondi comuni nel 2024, rispetto ai 12 mesi precedenti, registrano un balzo del 17,6%: da 722 miliardi a quasi 850 miliardi di euro. Ottima performance anche dei titoli di Stato, che passano da 431 al 493 miliardi, con un incremento del 14,3% in un solo anno. Anche la liquidità non è male: 1.600 miliardi, ma cresce solo del l’1%, segno che c’è fiducia e una buona propensione per gli investimenti finanziari.

Intanto il debito globale ha raggiunto un nuovo livello record, pari a 324.000 miliardi di dollari per governi, famiglie, imprese e banche. Circa tre volte il Pil mondiale. Siamo seduti a culo nudo sui Campi Flegrei.

Il debito pubblico americano supera i 36 mila miliardi di dollari, più del 120% del Pil, e l’ammontare detenuto da creditori esteri è di oltre 26 mila miliardi di dollari. Dal 2010 a oggi la quota del debito estero, soprattutto in titoli e azioni, è salita dal 20% all’88% del prodotto interno lordo. Il valore di queste azioni è cresciuto quasi del 400%.

L’idea di Trump è quella di contenere il debito pubblico e aumentare le entrate con l’arma dei dazi, pensando di abbattere il deficit commerciale con gli altri Paesi e far crescere la produzione negli Stati Uniti, ma vuole anche finanziare nuovi tagli delle tasse per i ricchi e politiche espansive che rischiano di aggravare il problema del debito.

Si è discusso, nei circoli più autorevoli, della possibilità di convertire il debito del Tesoro a lungo termine in obbligazioni perpetue che non rimborsano mai il capitale, ma continuano a pagare solo gli interessi. Nel luglio 2023, il Congressional Research Service ha pubblicato un rapporto che esamina questa possibilità.

È una eventualità solo teorica? Secondo il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, gli Stati Uniti non andranno mai in default sul loro debito, un’affermazione che richiamava il vecchio detto secondo cui non bisogna mai credere a nulla finché non viene ufficialmente smentito.

Una mossa del genere, regolarmente respinta e considerata, soprattutto da Giappone e Cina, una mossa di default, non è stata ufficialmente discussa nei principali circoli finanziari internazionali. Ma va ricordato che nemmeno le misure adottate da Nixon il 15 agosto 1971 furono discusse. I partner finanziari ed economici e gli alleati degli Stati Uniti ne vennero a conoscenza come tutti gli altri quando videro il presidente in televisione.

lunedì 16 giugno 2025

Non è colpa della cuoca

 

Insalata di pesche, pistacchi, salvia e formaggio di capra. Quindi mais e carne al carbone. Perché perdersi quei gustosi bocconi cancerogeni? Queste ricette, corredate da foto, le offre alla carta il Financial Times.

Tuttavia le malattie da alimentazione non sono la principale causa di morte tra gli statunitensi nella fascia d’età tra 1 e 44 anni (lo diventano subito dopo). La prima causa di morte sono gli infortuni accidentali, ma la seconda causa di morte per la fascia di età 1-44 anni è il suicidio.

Nel 2023, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), 12,8 milioni hanno pensato seriamente al suicidio, 3,7 milioni hanno pianificato di farlo, 1,5 milioni l’hanno tentato e 49.000 persone ci sono riuscite. I dati provvisori sopra riportati si basano sui certificati di morte ricevuti (possono essere sottostimati per quanto riguarda alcune etnie). In rapporto alla popolazione un tasso doppio rispetto all’Italia.

I tassi di suicidio sono aumentati del 37% tra il 2000 e il 2018 e sono diminuiti del 5% tra il 2018 e il 2020. Tuttavia, i tassi sono tornati al picco nel 2022. I giovani sotto i 35 anni muoiono più per suicidio che per malattie cardiache, cancro, diabete e omicidio. Allo stesso tempo, i CDC hanno osservato che il numero di suicidi negli Stati Uniti è in costante aumento dall'inizio del XXI secolo.

Il tasso di suicidio tra gli uomini nel 2023 era circa quattro volte superiore a quello tra le donne. Gli uomini rappresentano il 50% della popolazione, ma sono responsabili di quasi l’80% dei suicidi. I gruppi razziali/etnici con i tassi più elevati nel 2023 erano i nativi americani non ispanici e i nativi dell'Alaska e i bianchi non ispanici. Le armi da fuoco sono il metodo più comune utilizzato nei suicidi. Nel 2023, oltre il 50% dei suicidi è stato commesso con armi da fuoco.

Come se non bastasse il suicidio, l’omicidio è una delle prime cinque cause di morte nella stessa fascia di età. Nella prima metà della vita, gli americani muoiono più per infortuni e violenza – come incidenti stradali, suicidi o omicidi – che per qualsiasi altra causa, inclusi cancro, HIV o influenza.

Ciò potrebbe trovare spiegazione nel fatto che circa il 20% degli americani soffre di disturbi mentali (Mental Health America). Secondo un rapporto pubblicato nel 2024, questa percentuale è salita al 23%. Tra i giovani di età compresa tra 12 e 17 anni, oltre il 20% ha sperimentato almeno un episodio depressivo in forma grave.

Il problema dell’uso frequente e talvolta eccessivo di psicofarmaci negli Stati Uniti non è nuovo. Un’assistenza sanitaria mentale di qualità è spesso accessibile alle fasce più abbienti della popolazione, mentre i farmaci possono essere acquistati da una percentuale maggiore di popolazione, che magari non ha la possibilità di pagarsi uno strizzacervelli. 

Negli Stati Uniti è accreditato un modello sanitario in cui le difficoltà psicologiche e psichiatriche vengono rapidamente classificate come crisi biochimiche individuali, piuttosto che come il risultato di conflitti interiori, traumi, problemi familiari o pressioni sociali. Pertanto, alle persone che presentano dei disturbi vengono spesso prescritti farmaci invece di terapeuti. È un modello d’intervento che ha preso piede anche in Europa. Questo contribuisce a una transizione di massa verso un sollievo farmacologico dei sintomi e in certi casi ad abbracciare ... le armi (in senso stretto).

domenica 15 giugno 2025

Il problema di Israele

 

Questa mattina il quotidiano la Repubblica titolava di un bambino israeliano morto a causa dei missili iraniani. Non si può non provare pietà per quel bambino e i suoi familiari, raccapriccio per ciò che sta accadendo. Tuttavia, spero di non peccare di cinismo, se i fabbricanti di opinione pubblica avessero dedicato altrettanti titoli e spazi uguali per le migliaia di bambini palestinesi uccisi a raffica e con premeditazione dalle truppe sioniste, i quotidiani sarebbero dovuti uscire nell’ultimo anno e mezzo con una foliazione almeno tripla ogni giorno.

Lo Stato di Israele, un’entità inventata a tavolino, esiste solo sulla base della forza, e nessun infingimento può mascherare tale realtà storica. Le medesime ragioni che i sionisti fanno valere per la loro esistenza, valgono anche e con più forte ragione per i palestinesi richiusi nel ghetto da Israele.

La propaganda sionista, i media ne sono abbondantemente intossicati, si dimostra tanto più incauta in questo frangente in quanto non fa che ravvivare l’odio contro il giudaismo, fino ad ispirare paradossalmente consensi e simpatie per quell’abominevole regime teocratico vigente in Iran da quasi mezzo secolo. Per contro, è Israele a instillare l’odio per i palestinesi e gli arabi in generale (definiti con i termini più spregiativi) e cioè per quelle popolazioni di razza semitica alla quale dicono di appartenere storicamente gli stessi ebrei.

Sentir parlare ancora di due Stati e due popoli, fa capire quanto profonda sia l’ignoranza a proposito del sionismo e dei suoi programmi razziali, egemonici ed espansivi. Va però tenuto conto, in prospettiva, che sotto il profilo demografico Israele è piccola cosa rispetto al crescente mondo mussulmano circostante, e la sua crescita demografica viene soprattutto da comunità diffidenti o reticenti (gli haredim) verso l’establishment nazional-sionista.

Il continuo sostegno finanziario e militare da parte degli Stati Uniti a Israele non potrà continuare all’infinito. Anche se i parametri economici sono ancora buoni, lo stato di guerra pressoché permanente (costato 100 miliardi nel 2024) influenza l’impiego della manodopera (circa il 15% dei dipendenti arruolati nella riserva, secondo Italian Trade Agency) così come il flusso turistico, in forte calo.

Troverà in futuro Israele la forza e le risorse necessarie per vivere di vita propria? Potrà farlo solo espandendosi e appropriandosi delle risorse altrui, dunque innescando sempre nuovi motivi di conflitto con i popoli che vivono attorno (e non solo). Il problema di Israele è dunque l’esistenza stessa di Israele.