PS : Renzi che dice a Putin "basta parole" supera le gags del predecessore.
Leggendo quanto vado scrivendo in
questo blog, posto all’estrema periferia della galassia internet, è possibile ci
si possa farse l’idea di un mio pregiudizio antiamericano. Non che la cosa, se
vera, possa togliere il sonno a chicchessia, e tuttavia posso assicurare che
non è così in alcun modo. Quello che penso degli Usa, della loro politica
estera, del loro modo di agire, è ciò che ogni persona di buon senso dovrebbe
pensare alla luce dei fatti se solo i media non ci bombardassero
quotidianamente di autentiche falsità. Nessun pregiudizio, ma solo una presa
d’atto e pur considerando quanto di positivo gli Usa e l’Europa rappresentino
nella difesa dei cosiddetti valori non negoziabili, anche se più dichiarati che
praticati. 
Partiamo da un’evidenza palmare,
cioè dal fatto che negli ultimi trent’anni, ossia dall’epoca di Gorbaciov e poi
dalla fine della cosiddetta Guerra Fredda, la sola delle tre grandi potenze
nucleari che abbia fomentato dei conflitti armati, numerosissimi, in ogni
angolo del mondo, è stata la potenza americana. I motivi e i pretesti per
questi conflitti sono stati di volta in volta i più vari e i più astratti. Non
c’è un solo paese al mondo, al di fuori degli Usa, che dichiari ricadere nei propri
interessi nazionali tutto ciò che accade in qualunque luogo del pianeta, e questo ogni qualvolta un paese ritenga di non doversi piegare agli interessi e ai progetti di
Washington. 
È quella di Washington una dottrina
che non può essere accettata perché pericolosa per la pace e la stabilità. Nel
1962 gli Usa avevano ben ragione di opporsi all’istallazione dei missili
sovietici a Cuba, a poche centinaia di chilometri dalle loro coste e nella loro
zona d’influenza, sebbene installati in un paese che era riuscito ad
affrancarsi dalla loro egemonia. Vi si opposero con una decisione tale, ossia
con un blocco aeronavale dell’isola, che stava portando diritti ad un nuovo
conflitto mondiale, probabilmente nucleare. E tuttavia si trattava da parte
dell’Urss di fare a Cuba la stessa cosa che gli Usa facevano con i loro missili
locati dalla Germania alla Turchia, di fatto circondando l’Urss e i suoi
alleati.
Si potrà obiettare che in tal caso
gli Usa difendevano la sicurezza dell’Europa; ma allo stesso modo di può
eccepire che l’Urss praticava la medesima strategia a riguardo di Cuba dopo il
tentativo di occupazione fallito alla Baia dei Porci e le continue minacce
americane, i reiterati tentativi di assassinare il leader della rivoluzione
cubana, ecc.. Si tratta della stessa politica d’ingerenza americana posta in
essere in Corea, nel Vietnam, Laos, Cambogia, Indonesia, eccetera. Quanti
milioni di morti e immani distruzioni è costata quella dottrina?
Per tornare a giorni più prossimi
a noi, che dire di quanto è accaduto in Yugoslavia? Chi conosce bene come sono
andate le cose non può assolvere gli Usa e l’Europa per quanto riguarda le tre
guerre che vi sono state scatenate. Poi due invasioni dell’Iraq, dopo che
Saddam era stato armato per far guerra all’Iran, la seconda invasione col più
falso dei pretesti. Gli esiti devastanti sono sotto gli occhi del mondo e quel
paese non sarà mai più quello di prima. Una guerra illegittima che violava palesemente
il diritto internazionale. A dirlo non sono io, ma ebbe ad affermarlo nel 2004
il più filo atlantico dei politici italiani, ossia l’ex presidente Cossiga:
La guerra in Iraq è illegittima; la spedizione italiana lo è due volte,
perché oltre al diritto internazionale viola la Costituzione. […] i nostri alleati americani si sono mossi
senza conoscere l'Iraq, e senza prevedere che dopo la caduta di Saddam sarebbe
accaduto quel che accadde in Jugoslavia dopo la morte di Tito: una guerra
civile di tutti contro tutti, curdi sunniti sciiti, e all'interno delle
fazioni [qui l'articolo].  
La guerra in Afghanistan si
protrae da oltre dieci anni contro quelle stesse forze create a suo tempo dagli
Usa in chiave antisovietica, e che ora sotto la bandiera di Maometto fanno la guerra
non solo lì, ma in Cecenia, in Libia, in Siria, in Egitto, in Sudan e ovunque
capiti. L’Europa a sua volta s’è distinta in Libia, uno dei paesi più prosperi
dell’Africa ora affondato in un caos di cui non si vede fine. La logica
conseguenza è stata la guerra nella Repubblica Centrafricana e lo sparpagliarsi
di bande di terroristi armati nel Nordafrica e nel Medio Oriente.
E che dire della Georgia, la quale
subordinata totalmente agli Usa ha fatto guerra già cinque volte ad abkhazi e
osseti, prima di scatenare la sesta guerra nel 2008, bombardando di notte la
capitale osseta e attaccando le forze russe di peacekeeping? È ora la volta dell’Ucraina,
con la cacciata di un presidente eletto legittimamente, con cecchini e bande
parafasciste nelle strade e all’assalto degli edifici pubblici, finanziati
dagli Usa per diretta ammissione dei loro stessi diplomatici, gli stessi che
scendevano in strada a manifestare a fianco dell’opposizione ultranazionalista.
Quanto sappiamo di cosa esattamente succede a quelle popolazioni, agli otto
milioni e mezzo di russi che vivono in Ucraina?
Ovunque pongano mano gli Usa e l’Europa
nascono conflitti e distruzioni. E dunque chi porta, a livello politico e
storico, queste responsabilità? Non sono dunque le élite atlantiche ed europee,
nel perseguire i loro interessi e i loro scopi, quelle pericolose per la pace e
la stabilità del mondo? Non sono esse composte d’autentici avventurieri e criminali
responsabili di milioni di morti, decine di milioni di rifugiati, della distruzione
e destabilizzazione di vaste aree del pianeta? E noi, con il nostro
disinteresse e il nostro silenzio, non siamo forse loro complici?