Un film vietato agli italiani

 

Il 14 marzo 2020, l’ex ministro greco Varoufakis pubblicava in rete gli euroleaks: sono gli audio trafugati – le riunioni erano classificate “riservate” – degli Eurogruppo, della Troika e dell’Euro Working Group a cui Varoufakis ha partecipato, in qualità di ministro delle Finanze greco, nei sei mesi in cui ha ricoperto tale ruolo, tra gennaio e luglio 2015.

Il film di Costa-Gravas, Adults in the room, tratto dall’omonimo memorandum politico di Varoufakis, elimina la narrazione e la propaganda politica riservate all’opinione pubblica. Un film di enorme importanza, presentato anche alla Mostra di Venezia, ma che gli italiani non vedranno mai né al cinema né in tv.

La visione di questo film del 2019, non certo un’opera di mero intrattenimento, fa capire perché nel 2024 la Germania, per ritorsione, ha negato il visto di entrata all’ex ministro greco e anche la possibilità di partecipare (betätigungsverbot) a videoconferenze sulla politica che hanno luogo nel paese (*). Un film verità sulla reale natura della UE (non mi riferisco ai suoi dipendenti strapagati e al suo neolinguaggio), di chi la comanda davvero (non certo il parlamento europeo).

E dire che Varoufakis è un uomo di formazione socialdemocratica e keynesiana, che crede nella democrazia e in un capitalismo moderato e riformato (nulla può essere realmente riformato di questo sistema), tuttavia un pericoloso comunista per l’establishment dell’Unione europea, del Fondo monetario internazionale e per le “entità” della cosca finanziaria mondiale (banche, hedge fund, ecc.).

Non ha alcuna importanza per chi si voterà, se per gli apprendisti fascisti o per i loro finti oppositori. In Europa così come altrove comanda l’economia, ovvero chi la controlla. E in autunno, anzi subito dopo le elezioni, ci aspetterà un bagno di sangue (non certo per chi gode di tutti i benefici di questa rinomata società, ma per chi ne sopporta tutti i costi), al grido solito: “Non c’è alternativa”.

(*) Varoufakis chiedeva la pace tra israeliani e palestinesi. Parole che avrebbe dovuto pronunciare nel corso del congresso palestinese, a Berlino, una conferenza di tre giorni cui il politico greco era invitato. Evento che, però, è stato interrotto dalle forze dell’ordine tedesche. All’evento era atteso anche Ghassan Abu Sitta, chirurgo britannico-palestinese, che è stato trattenuto e interrogato all’aeroporto di Berlino e a cui è stato poi impedito l’ingresso nel Paese.