mercoledì 18 maggio 2011

Teologismo biologico


Le concezioni dello sviluppo delle funzioni psichiche superiori che non vedono la natura essenzialmente storica di questo sviluppo e che non tengono conto sufficientemente della distinzione fra ciò che è culturale, storico e sociale e ciò che è invece istintivo, naturale e biologico nello sviluppo psichico degli esseri umani, dimostrano l’unilateralità e la soggettività di chi studia tali processi e queste funzioni eminentemente da un punto di vista naturale e biologico.

L’indagine di tipo biologico della sfera dei comportamenti umani, in sostanza esclude dal proprio orizzonte tutta la peculiarità del processo genetico, dall’origine alla maturità, delle funzioni psichiche e le forme complesse culturali del comportamento (e le relative leggi), quindi tutte le caratteristiche funzionali e strutturali ad esse proprie. In tal modo il biologismo riduce, smembra, tali funzioni psichiche a processi più elementari e che occupano un posto subordinato e svolgono solo funzioni determinate rispetto all’insieme organico di cui fanno parte, tende cioè a rappresentare le funzioni psichiche complesse come una somma aritmetica di varie parti elementari. Al bisogno utilizza una di queste parti per spiegare un determinato comportamento umano, individuale e sociale.

Ovviamente tale impostazione, la separazione e la confusione tra ciò che è naturale da ciò che è portato del processo storico, è conforme all’ideologia borghese e agli interessi che la determinano. Per cui, tanto per fare un esempio, la religione, invece di essere intesa come il normale risvolto delle contraddizioni delle società classiste, cioè la somatizzazione di una condizione, la creazione di un immaginario delirante, di allucinazione autorizzata, di fabbricazione di angeli e beati della seduzione trascendente, diviene per i teorici della borghesia il risultato di determinate dispercezioni sensoriali prodotte da un dato livello di connessione tra i due lobi cerebrali (et similia).

«Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza».

«La miseria religiosa è insieme l'espressione della miseria reale e la protesta contro la miseria reale. La religione è il sospiro della creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, così com’è lo spirito di una condizione senza spirito. Essa è l'oppio del popolo. Eliminare la religione in quanto illusoria felicità del popolo vuol dire esigerne la felicità reale».

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