lunedì 9 maggio 2011

Obiettivi legittimi


“Ho il dovere di affermare che i bombardamenti sono atti immorali” ribadisce Mons. Martinelli  da Tripoli: “Mi sorprende che siano state fatte delle dichiarazioni sul fatto che io dovrei occuparmi solo di questioni spirituali e che i bombardamenti sono stati autorizzati dall’ONU. Ma questo non significa che l’ONU, la NATO o l’Unione Europea abbiano l’autorità morale per decidere di bombardare” dice all’Agenzia Fides”. Il prelato usa l’eufemismo “immorali” non potendo, per evidenti ragioni, definire i bombardamenti per qual che sono: criminali. Naturalmente questa notizia sulle affermazioni di Martinelli è stata data in apertura su tutti i TG italiani. Se non l’abbiamo ascoltata è perché ci siamo distratti.

Per tutta risposta s’incrimina Gheddafi e il figlio Saif al-Islam per crimini contro l’umanità. Sponsor Luis Moreno-Ocampo, procuratore capo del Tribunale penale internazionale (International Criminal Court – ICC), sotto l'impulso di Gran Bretagna e Francia, con il sostegno degli Stati Uniti (i quali non hanno ratificato lo Statuto di Roma relativamente all’ICC), che hanno richiesto un accertamento presso il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, a fine febbraio. Da allora il caso è stato costruito a Londra, Parigi e Washington, in alleanza con l'opposizione anti-Gheddafi.

La doppia faccia degli Usa e soprattutto la coda di paglia relativamente al Tribunale internazionale, la si può apprezzare dal fatto che in una lettera aperta, prima che si costituisse il Tribunale, gli allora segretari di Stato Henry Kissinger e George Shultz, il direttore della CIA Richard Helms, il Consigliere della Sicurezza Nazionale Zbigniew Brzezinski, avevan chiesto di mettere "il personale militare del nostro paese in modo sicuro al di là della portata di un esercizio irresponsabile del procuratore internazionale nel quadro delle procedure in contrasto con la nostra Costituzione”. E l'inviato statunitense in materia di crimini di guerra, l'ambasciatore Pierre-Richard Prosper, aveva detto all'Onu, per quanto riguarda l’IIC, "non vogliamo avere niente a che fare con essa", mentre il Congresso aveva approvato una risoluzione che autorizzava il governo americano e militari di utilizzare "ogni mezzo possibile per liberare i cittadini americani eventualmente in custodia” del Tribunale.

Solo mesi or sono l’Eliseo, Palazzo Chigi e il Quirinale ricevevano Gheddafi con tutti gli onori e la Clinton riceveva il di lui figlio e ora li dichiarano “obiettivo legittimo”. 5.500 missioni, tra cui 2.204 di bombardamento, da parte delle Grandi Democrazie su Tripoli e altre zone con popolazioni civili. Queste operazioni includono il deliberato obiettivo, come detto, di assassinare Gheddafi, tentativo non è riuscito, ma intanto hanno ucciso uno dei suoi figli e tre dei suoi nipoti. E prima ancora avevano ucciso altri civili e finanche dei ribelli di Bengasi. Chi si prenderà la briga di incriminare questi terroristi internazionali le cui mani grondano sangue, non di rado innocente?

Il governo italiano trova sempre il modo di distinguersi in questo tipo di vicende. Sabato scorso è stato costretto a una smentita ufficiale dopo che un portavoce a Bengasi, Abdel-Hafidh Ghoga, del cosiddetto Consiglio nazionale di transizione (TNC), aveva affermato che Roma aveva promesso loro qualunque tipo di armi di cui avessero bisogno. Ma la smentita del portavoce del ministero degli esteri si è limitata a dire che l'Italia avrebbe offerto ai ribelli solo "materiale per autodifesa".

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