sabato 7 maggio 2011

Il terrorismo globale degli Stati Uniti



Ho scritto in un recente post che gli Usa (non solo loro) sono uno stato terrorista. Insisto: il più pericoloso stato terrorista del pianeta. Un paese che autorizza con speciali ordini presidenziali la cattura o l'uccisione di cittadini stranieri in paesi stranieri e anche amici, il loro sequestro e detenzione in basi militari per interrogatori e torture, l'eventuale processo di una corte marziale e la possibilità di venire fucilati (tutto scritto nero su bianco). Chi ha voglia può fare un giochino: collegarsi a questo sito della Reuters (per esempio) e digitare le seguenti parole chiave di ricerca: “Nord Waziristan + drone”. Il Nord Waziristan è una regione del Pakistan. Il risultato della ricerca saranno tre pagine del seguente tenore:

Drone uccide otto tedeschi nel Pakistan nordoccidentale
04 ott 2010
Pakistan, missili Usa uccidono almeno 14 persone
11 mag 2010
Pakistan, drone Usa uccide 9 militanti islamici
09 mag 2010
Pakistan, drone Usa uccide sette militanti nel Nord Waziristan
25 apr 2010
Pakistan, missili Usa contro militanti islamici, dieci morti
16 mar 2010
Pakistan, sospetto drone Usa attacca militanti: tre morti
15 feb 2010
Pakistan, drone Usa uccide cinque militanti in nord-ovest
14 feb 2010
Pakistan, capo talebani Mehsud colpito da drone Usa
14 gen 2010
Pakistan, drone americano uccide tre persone
26 dic 2009
Pakistan, missili da drone Usa in Nord Waziristan: 12 morti
17 dic 2009

Eccetera, eccetera.

Ieri l’altro, sempre in Pakistan, una pioggia di otto missili ha colpito un albergo, un seminario e un veicolo nel villaggio di Watio nella zona di Datta Khel. Il premio Nobel per la pace Barack Hussein Obama ha detto che è stata una settimana storica per gli Usa (“historic week in the life of our nation”).

Per l’Afghanistan è la stessa cosa, anzi peggio. Per lo Yemen uguale. A tale proposito va segnalato che proprio in questi giorni gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco con drone Predator volto ad assassinare un cittadino americano in Yemen. Questo cittadino statunitense è stato inserito in una “targeting list” dalla Casa Bianca per l'esecuzione extra-giudiziaria. Nell’intento di uccidere il presunto terrorista, un missile Hellfire (AGM-114) ha colpito un’auto uccidendo due persone. Nel maggio 2010 un altro attacco americano aveva ucciso un rappresentante del presidente dello Yemen, Saleh, e un certo numero di altre persone. Un altro missile era costato la vita a più di 40 civili nel dicembre 2009.

Di questi fatti nessun telegiornale dà notizia o rilievo, perché siamo in democrazia e la stampa è libera.

Di fronte ad una profonda crisi economica e sociale, la persistenza di un’elevata disoccupazione, la continua erosione dei salari reali, la disuguaglianza sociale e un attacco frontale alle condizioni di vita dei salariati in nome della riduzione del disavanzo, hanno generato una crescente rabbia popolare, resa evidente nelle manifestazioni di massa nel Wisconsin all'inizio di quest’anno (e delle quali i TG nostrani non hanno mai detto nulla). Pertanto la politica della violenza militare e l’assassinio politico su ampia scala non sono solo una questioni di politica estera, ma vengono utilizzate come monito e deterrente propagandistico contro le forze sociali antagoniste agli interessi della oligarchia finanziaria americana entro gli stessi Stati Uniti.

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