mercoledì 12 luglio 2023

Almeno sia fatto nella civiltà

 

Parlare di “politica” che senso ha quando vediamo intorno a noi che tutto ciò per cui abbiamo combattuto sta andando in malora? Solo sentire mi fa vomitare, tanto più tra grandi pance e piedi con le infradito. Cerco di strane alla larga, di resistere all’infamia che è diventata un luogo comune. Il mio snobismo è una fobia che cerca un’estetica.

L’attualità non ha più alcun interesse, se non fosse che in posizioni apicali c’è gente pericolosa, di cui bisogna giocoforza preoccuparsi. Altrimenti dar retta a quel mondo sarebbe solo una perdita di tempo. Non comprendiamo più una storia di cui ci sentiamo sempre più estranei e sempre più impotenti spettatori. È un altro lusso concesso a un’élite di pataccari per una élite di consumatori.

Chi potrebbe ancora cambiare questo mondo? Nessuno lo sa, e chi crede di saperlo è un illuso o qualcuno che ci vuol fregare. Il futuro non è una cifra in più o in meno di Pil. Allora il comunismo? Un termine con una semantica fin troppo discussa, una bottiglia nel mare che non potrà essere recuperata da nessuno per chissà quanto tempo, forse mai.

Ha più senso raccontarsi storie del passato mentre il mondo sta crollando intorno a noi. Sono alle ultime pagine di un bel libro di storia, divulgativo ma rigorosissimo, che racconta i meccanismi di un impero che precipita verso l’autodistruzione. Molte le analogie con l’oggi, sul tempo che rimane perduto, ma non bisogna esagerare con la sovrapposizione. Il nostro è un momento della storia che non è la caduta dell’Impero Romano, anche se ne presenta molti sintomi e oscenità.

Tutti moriremo un giorno o l’altro, ma almeno sia fatto nella civiltà e non nella barbarie.

2 commenti:

  1. Come hai ragione cara Olympe! un anonimo ha scritto che questo blog e' di nicchia,minoritario. Se anche fosse piu' seguito cosa cambierebbe.

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    1. Ha scritto "purtroppo ". A livello personale le piccole soddisfazioni allietano

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