sabato 26 aprile 2025

La più malvagia specie di parassita

 

«Vi sono giorni in cui mi assale un sentimento nero più della nera malinconia - il disprezzo per l’uomo. E per non lasciare alcun dubbio su che cosa, su chi io disprezzi: è l’uomo d’oggi, l’uomo del quale io sono per fatalità contemporaneo. L’uomo di oggi – il suo alito immondo mi mozza il fiato [...]. Verso il passato sono, al pari d’ogni soggetto conoscente, estremamente tollerante, il che significa magnanimo nel dominio di me stesso. Si chiami esso “cristianesimo”, “fede cristiana”, “chiesa cristiana”, passo attraverso il mondo manicomiale d’interi millenni con tetra circospezione – mi guardo bene dal ritenere l’umanità responsabile per le proprie malattie mentali. Ma il mio sentimento si ribalta, prorompe appena metto piede nell’epoca moderna, nel nostro tempo. Il nostro tempo sa [...]. Ciò che prima era solo patologico, oggi è divenuto indecente – esser cristiani oggi è indecente. E qui comincia il mio disdegno. Mi guardo in giro: non una sola parola è rimasta di ciò che una volta aveva nome verità, nemmeno più sopportiamo che un prete anche solo pronunci la parola “verità”. Anche se modestissima è la nostra aspirazione alla rettitudine, oggi dobbiamo sapere che un teologo, un prete, un papa ad ogni frase che dice, non solo sbaglia, ma mente – che non è loro più consentito di mentire per innocenza, per ignoranza. Anche il prete sa, bene quanto chiunque altro, che non vi è più alcun Dio, alcun peccatore, alcun redentore – che libero arbitrio, ordine morale del mondo sono menzogne: la serietà, il profondo autosuperamento dello spirito non consentono più a nessuno di non sapere a questo riguardo. Tutti i concetti della chiesa sono riconosciuti per quello che sono, la più malvagia falsificazione di moneta che esista, intesa a svilire la natura, i valori di natura; il prete stesso è riconosciuto per quello che è: la più malvagia specie di parassita, l’autentico ragno velenoso della vita

1888

Che cos’altro potrebbe aggiungere oggi sulla più malvagia specie di parassita e al fatto che già allora esser cristiani era indecente?

3 commenti:

  1. Il dottor Faustus non proprio bene con la testa, però. Il che non significa che avesse torto.
    Pietro

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  2. Denuncia categorica e inflessibile ma non mi convince. E non mi convince perché non la capisco.
    In primo luogo, perché Nietzsche scrive che
    "il nostro tempo sa...
    "essere cristiani oggi è indecente"
    "oggi dobbiamo sapere che..."
    "il nostro tempo sa..."
    Prima osservazione: perché oggi? (che poi era il 1888). Cosa è successo "oggi" per trasformare l'estremamente tollerante in inflessibile accusatore.
    Perché e come "la verità di una volta" si è trasformata in "malvagia falsificazione?"
    (A mio parere la malattia mentale non è solo il cristianesimo ma sono malattie mentali tutte le religioni).
    Seconda citazione: "un teologo, un prete, un papa ad ogni frase che dice, non solo sbaglia, ma mente".
    Però si può mentire non solo per ingannare gli altri ma anche se stessi. Per almeno dieci anni della mia infanzia, sapevo dentro di me che i continui viaggi di mio padre non riguardavano mia madre ma un'altra donna e un'altra famiglia. MA NON LO VOLEVO SAPERE e quindi lo negavo. Succede anche quando si teme o si scopre una malattia grave: si fa finta niente ma involontariamente. In questo senso ritengo che chiamare malvagi parassiti TUTTI i preti sia ingiusto.
    Naturalmente queste mie osservazioni sono solo confessioni di ignoranza: non capisco.

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  3. Da qualche tempo mi diletto di leggere testi su quello stimolante fenomeno per cui, nel mondo cristiano e per diversi strati sociali, si verificò l'affrancamento di massa da preti e religione. Mi riferisco ai famosi cento anni dal Congresso di Vienna alla prima guerra mondiale. Naturalmente, circoscrivere il fenomeno a quel singolo periodo non è corretto, dovendosi risalire molto indietro nel tempo per cogliere i fermenti originari. Tuttavia, l'ottocento segnò la piena emersione dell'irreligione, ed è solo naturale che si arrivasse rapidamente alla violenza verbale, come nel caso di Nietzsche. Sono contento di avere letto questo brano, e non mi vergogno di ammettere di avere poco praticato questo autore. Quando ero più giovane, la vox populi classificava N. come fascista, mentre poi mi sono accorto che quasi quasi lo avevano fatto passare all'estremo opposto. Non che, modestamente, io mi faccia convincere facilmente all'autocensura, ma insomma, un certo empito retorico mi ha sempre infastidito.
    Adesso ci darò una letta.

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