martedì 22 aprile 2025

La logica oggettiva della guerra commerciale

 

Può una ricchezza reale valutata migliaia di miliardi scomparire senza lasciare traccia in pochi giorni, in poche ore o addirittura pochi secondi (trading ad alta frequenza)? Non è raro che in tal modo evapori una parte consistente del valore delle azioni delle più grandi aziende (oggi, all’apertura, contando gli ultimi cinque giorni, il produttore di chip Nvidia ha perso il 14,5% e Amazon il 10%; Tesla ha perso l’11%, portando la sua perdita annua al 46%).

Segno che non si tratta di ricchezza reale, bensì fittizia, meramente speculativa, per quanto possa arricchire specialmente chi è già ricco.

La causa immediata dell’ultimo crollo del mercato azionario statunitense, insieme all’uscita dal mercato obbligazionario che ha visto i rendimenti aumentare, è stata la ripresa degli attacchi da parte dell’amministrazione Trump al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, con minacce di licenziamento.

Trump ha chiesto a Powell (nominato dallo stesso Trump durante il suo primo mandato) di abbassare i tassi d’interesse, apparentemente con l’obiettivo immediato di dare una spinta a Wall Street e con quello a lungo termine di trovare un capro espiatorio per una recessione negli Stati Uniti che sta diventando sempre più probabile, con licenziamenti in aumento, mandando in frantumi le affermazioni di Trump secondo cui le sue guerre tariffarie darebbero una spinta all’economia americana.

Ma tutto ciò è solo un effetto contingente, casuale. È necessario, per la comprensione della dinamica storica delle crisi borsistiche, tener conto del dato strutturale del capitalismo finanziario. Il compito principale della Fed e delle altre banche centrali è prevenire un aumento dell’inflazione attraverso le loro politiche sui tassi, nella errata convinzione che sia sufficiente e determinante per l’economia nel suo insieme.

Determinate a far sì che il dollaro rimanga la valuta di riserva globale. È questo status che consente agli Stati Uniti di finanziare la montagna di debito pubblico in rapida crescita, ora a 36.000 miliardi di dollari, cosa che nessun altro Paese potrebbe permettersi di fare. Ma il taglio dei tassi di interesse, fortemente voluto da Trump, provocherebbe un’ulteriore caduta del dollaro sui mercati internazionali, compromettendone ancor più lo status di riserva.

Il conto degli interessi sul debito sale a 1.000 miliardi di dollari l’anno e diventa la voce più importante del bilancio statale. Questi processi di fondo si riflettono nell’attuale sconvolgimento provocato da Trump nel fallace tentativo di invertire la tendenza. Un bisonte in cristalleria, scrivevo tre settimane fa.

Giusto quanto scrive il Wall Street Journal: lunedì si è intensificata la contrattazione “vendi America”. Ieri, mentre in Italia anche atei e agnostici recitavano il rosario, il dollaro ha perso l’1,5% rispetto a un paniere di valute principali, con aumento del valore dell’euro e dello yen. Anche il mercato obbligazionario è sceso, con il rendimento del debito del Tesoro aumentato dello 0,08%, attestandosi al 4,41%.

L’oro ha stabilito un altro record ieri, raggiungendo i 3.430 dollari l’oncia (un tempo, non lontanissimo, ci si chiedeva se avrebbe mai superato la soglia psicologica dei 2.000 dollari). Il capitale finanziario cerca un rifugio sicuro nell’asset finanziario ritenuto più sicuro al mondo: l’oro. La merce per eccellenza nella forma di equivalente universale (Marx ride).

Di là di questo aspetto, tutt’altro che secondario, è l’intero mercato azionario, con i suoi prezzi e le sue quotazioni di opzioni, warrant, futures, ecc., che è un inganno. Manipolazione dei prezzi, insider trading, asimmetria informativa e rapporti di potere sproporzionati tra partecipanti diseguali, questo e altro costituisce il capitalismo finanziario.

L’intero ordine economico e finanziario del dopoguerra è giunto al termine. Le classi dominanti stanno già rispondendo a questo crollo come hanno sempre fatto storicamente, imponendo forme di governo autoritarie e riarmandosi secondo la logica oggettiva della guerra commerciale, ovvero del conflitto militare.


1 commento:


  1. In principio era la Paura, immanente(violenza) e trascendente(divinità), compensata con la carota(panem et circenses). Dopo l’illuminismo si raffina il tutto: si punta all’ottundimento di menti e coscienze. "La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese" e che utilizzano la propaganda per "dare forma al caos". Ai membri del "governo invisibile" spetta l'arduo compito di contenere le spinte disgregatrici provenienti dal basso. Nell'incipit del libro sta tutta la straordinaria forza dei classici di sparare all'orologio del tempo: "La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese. Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare." E. Bernays.
    Fino alla caduta degli assolutismi il controllo sociale era ottenuto con la violenza. Dopo, con la "democrazia", si ottiene con l'ottundimento di menti e coscienze. Ma se non basta si ricorre al fascismo, braccio armato del capitalismo.

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