Nel primo dopoguerra, il conflitto tra capitale e forza lavoro e l’odio della borghesia per le plebi rivoltose si sposarono con il fascismo di Mussolini. Una borghesia che si compiacque per vent’anni di avvantaggiarsi di un regime autoritario, salvo ripudiarlo nell’imminenza della catastrofe bellica. Fu così anche per la Germania, ma fino a un certo punto. Lì il nazismo vinse a causa della crisi economica e finanziaria degli anni 1930, del rifiuto dei comunisti (input Stalin) di allearsi con i socialdemocratici, quindi vinse con lo sprofondare nella crisi del sistema di Weimar.
Oggi siamo punto e a capo con la crisi del sistema democratico, per il passato mascherata con un largo welfare a debito. Basti vedere cosa sta accadendo negli Stati Uniti, dove Donald Trump sta creando un quadro completamente nuovo di dominio di classe. Non certo da solo. La rivolta odierna a Los Angeles è solo un sintomo del generale malessere americano.
Los Angeles non è nuova a fatti del genere. Fra il 13 e il 16 agosto 1965 la popolazione nera della città si sollevava. Un incidente che il giorno 11 aveva opposto la polizia stradale e dei passanti aveva dato il là a due giornate di tumulti spontanei. I rinforzi della polizia non furono in grado di riprendere il controllo della strada. Verso il terzo giorno i Neri presero le armi, saccheggiarono le armerie e così poterono sparare anche contro gli elicotteri della polizia.
Migliaia di soldati e poliziotti, circa una divisione di fanteria appoggiata da carri armati, si lanciarono nella lotta per circoscrivere la rivolta nel quartiere, per riconquistarlo a prezzo di numerosi combattimenti di strada durati diversi giorni. Gli insorti saccheggiarono e incendiarono molti negozi. Secondo le cifre ufficiali nella rivolta di Watts (questo il nome) si contarono 34 morti, tra i quali ventisette neri, 1.032 feriti e 3.952 arresti.
Tuttavia la presidenza Johnson, si segnalò per la più ampia opera di riforma sociale anche sul piano dei diritti dei neri. Oggi la situazione americana è diversa, si evolve in un clima sociale e politico molto più complesso e sfuggente. Quando il presidente degli Stati Uniti chiede l’arresto del governatore della California e di altri esponenti politici democratici, non si può non vedere in ciò, e nella lunga serie di atti ed atteggiamenti dell’amministrazione Trump, che una volontà sovvertitrice e golpista.
In questo caso specifico, tale volontà si esprime con il pretesto di riportare l’ordine nelle strade della capitale californiana. Ma è opportuno chiedersi le ragioni del diffuso malessere americano e delle rivolte, spontanee e politicamente disorganizzate, che ne sono una conseguenza. I vasti e crescenti livelli di disuguaglianza sociale in America sono incompatibili con le forme di governo democratiche. E ciò che vale per gli Stati Uniti, vale anche per la nostra Europa, disegnata negli interessi finanziari e nell’egemonia franco- prussiana. La sfiducia nel riformismo, ben riposta, e la stanchezza popolare, palese nell’astensione elettorale, trovano necessariamente e storicamente ancora una volta una sponda nella destra conservatrice e più ancora in quella fascista.
Di là dei proclami, la sinistra, o centro sinistra che dir si voglia, si è squagliata politicamente e socialmente. Per quanto tempo vincerà la destra? Per tutto il tempo che potrà far credere alle plebi sia possibile sbarazzarsi dei problemi di sistema con la bacchetta magica.
La cosa si sta espandendo in tutti gli States.
RispondiEliminaAddirittura a Washington ci sono i carri armati per le strade.
a Washington? fonte?
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