Questa mattina il quotidiano la Repubblica titolava di un bambino israeliano morto a causa dei missili iraniani. Non si può non provare pietà per quel bambino e i suoi familiari, raccapriccio per ciò che sta accadendo. Tuttavia, spero di non peccare di cinismo, se i fabbricanti di opinione pubblica avessero dedicato altrettanti titoli e spazi uguali per le migliaia di bambini palestinesi uccisi a raffica e con premeditazione dalle truppe sioniste, i quotidiani sarebbero dovuti uscire nell’ultimo anno e mezzo con una foliazione almeno tripla ogni giorno.
Lo Stato di Israele, un’entità inventata a tavolino, esiste solo sulla base della forza, e nessun infingimento può mascherare tale realtà storica. Le medesime ragioni che i sionisti fanno valere per la loro esistenza, valgono anche e con più forte ragione per i palestinesi richiusi nel ghetto da Israele.
La propaganda sionista, i media ne sono abbondantemente intossicati, si dimostra tanto più incauta in questo frangente in quanto non fa che ravvivare l’odio contro il giudaismo, fino ad ispirare paradossalmente consensi e simpatie per quell’abominevole regime teocratico vigente in Iran da quasi mezzo secolo. Per contro, è Israele a instillare l’odio per i palestinesi e gli arabi in generale (definiti con i termini più spregiativi) e cioè per quelle popolazioni di razza semitica alla quale dicono di appartenere storicamente gli stessi ebrei.
Sentir parlare ancora di due Stati e due popoli, fa capire quanto profonda sia l’ignoranza a proposito del sionismo e dei suoi programmi razziali, egemonici ed espansivi. Va però tenuto conto, in prospettiva, che sotto il profilo demografico Israele è piccola cosa rispetto al crescente mondo mussulmano circostante, e la sua crescita demografica viene soprattutto da comunità diffidenti o reticenti (gli haredim) verso l’establishment nazional-sionista.
Il continuo sostegno finanziario e militare da parte degli Stati Uniti a Israele non potrà continuare all’infinito. Anche se i parametri economici sono ancora buoni, lo stato di guerra pressoché permanente (costato 100 miliardi nel 2024) influenza l’impiego della manodopera (circa il 15% dei dipendenti arruolati nella riserva, secondo Italian Trade Agency) così come il flusso turistico, in forte calo.
Troverà in futuro Israele la forza e le risorse necessarie per vivere di vita propria? Potrà farlo solo espandendosi e appropriandosi delle risorse altrui, dunque innescando sempre nuovi motivi di conflitto con i popoli che vivono attorno (e non solo). Il problema di Israele è dunque l’esistenza stessa di Israele.
Israele finirà dopo tanti lutti! Credo che Trump o chi per lui stia usando Israele come i nazisti ucraini, una guerra per interposta persona per tentare di stabilizzare la situazione. Gli Usa non possono mandare soldati a morire ancora nel medio oriente, senza una crisi politica verticale. All'Iran e agli avversari degli Usa non resta che pensare e procedere su un conflitto di lunga durata!
RispondiEliminaAnche questo è vero
EliminaIl problema serio è rappresentato dal fatto che se Israele venisse messo alle strette, possiede ordigni nucleari.
RispondiEliminaE quella è gente, i sionisti, criminale!