giovedì 27 febbraio 2025

Arriveremo al punto che ...

 

La divisione tra sinistra e destra sembra cedere il passo a una divisione ancora più inconciliabile: quella che contrappone chi crede che la Terra sia piatta e chi pensa che sia tonda; ma questi ultimi spesso l’asseverano con riserva. C’è di che arrendersi alla solitudine. Sì, solitudine, fortuna e dannazione di uomini e donne liberi.

Fingo di parlare d’altro, come spesso mi accade scrivendo questo blog. Nel XIX secolo le strade principali e le piazze erano più rumorose di oggi: si sentivano le urla dei venditori ambulanti, il rumore dei carretti, eccetera. Tuttavia esistevano ambienti e circostanze, che oggi sono assai più rari, dove prevaleva il silenzio. Oggi siamo invasi da un flusso incessante di parole che ci porta ad avere paura del silenzio.

Possiamo anche menzionare il piacere della lettura, che era molto importante fino al XX secolo, ma che ora sta scomparendo. Si apprezzavano le gioie semplici, meravigliandosi di piccole cose, come la bellezza di un melo, il canto dei grilli o le piante selvatiche che crescevano nei campi. Tutto ciò può suggerire, specie nei più giovani, che le persone di allora erano strane. Ed effettivamente non percepivano sapori e odori allo stesso modo di oggi.

Quando i contadini della mia infanzia si incontravano, sapevano e non sapevano più o meno le stesse cose. Quindi c’era molta comprensione e potevano parlarsi. Al giorno d’oggi, la stratificazione della conoscenza è tale che alcune persone sanno cose di cui altri sono completamente ignoranti. Queste sono le differenze tra ciò che gli esseri umani sanno e ciò che non sanno allo stesso tempo. Trovare connessioni diventa più difficile.

Nel nostro fetido presente, abitato dal cinismo di orchi strabici privi della nozione di limite, una certa speranza è scomparsa dal mondo e con essa il senso di unità e di lotta comune. Arriveremo al punto che alcuni ribelli cercheranno di recuperare dalle ceneri la memoria di un passato distrutto e sul quale non abbiamo riflettuto abbastanza per stanchezza, per disperazione o per una falsa idea di strategia e di efficienza.

14 commenti:

  1. Solo tu mi puoi aiutare. C'è una studiosa di storia, cattolica, anzi opusdeina, che ha scritto libri sulle "persecuzioni" della chiesa nei primi decenni dell'unità d'Italia. Io ho uno di questi libri, che ho trovato divertentissimo, ma non riesco a trovarlo, e non mi ricordo come si chiama lei. Tu sai di chi parlo?

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    1. spiase, ma non so. potrebbe saperlo Luigi C., se è tornato da Hiva Oa.

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    2. L'avevo pensato anch'io

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    3. Trovato. Angela Pellicciari, Risorgimento anticattolico, Piemme, Casale Monferrato, 2004

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    4. Come ti dicevo, per uno come me è sollazzevole leggere queste cose, che la povera Angela presenta certa di suscitare l'indignazione del lettore.

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    5. immagino il sollazzo con la Angela, dico senza ironia

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  2. https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-il_proclama_di_bezos_al_washington_post_il_nuovo_manifesto_della_finanza/27802_59389/

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  3. A proposito della memoria di un passato distrutto voglio ricordare (spero di non annoiare troppo) un episodio personale,
    Era, più o meno, il 1942, io avevo cinque anni e vivevo a Napoli. Con la mia famiglia, papà, mamma e mia sorella, vivevamo al secondo piano di una casa grande e panoramicissima nel rione Vomero. La città era occupata dall'esercito tedesco e un giorno arrivarono i militari e ci ordinarono di andare via, perché il palazzo serviva all'installazione di un comando militare. Come si può immaginare, in quelle circostanze non era ammessa alcuna obiezione e mio padre si affannò a trovare una sistemazione alternativa. La notte di due giorni dopo arrivò una incursione di bombardieri americani. Miravano, come è ovvio, al porto di Napoli ma le bombe avanzate le buttavano dove capitava, per non riportarle alla base.
    Una di queste cadde e esplose nel giardino del mio palazzo. L'edificio rimase in piedi, e lo è ancora oggi, ma tutte le porte, le finestre, i vetri e i mobili vennero spazzati via. Il giorno dopo tornarono i militari tedeschi, videro il disastro e (fortuna o sfortuna?) rinunciarono alla requisizione.
    Due notazioni finali: 1) quando cadde la bomba eravamo tutti rifugiati in un ricovero sottostradale. Il botto fu fenomenale e per la prima e ultima volta vidi che "la paura fa drizzare i capelli sulla testa" non è solo un modo di dire 2) Passai settimane e settimane a raccogliere schegge di bomba per la mia collezione. Collezione andata perduta.

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    1. non poteva essere il 1942, ma il 1943-44, ma questo è dettaglio.
      ho avuto modo, nel 2019, di visitare, nel sottosuolo di Na, quei cunicoli che servirono anche da rifugi.

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    2. Grazie per avere condiviso questo episodio personale

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  4. O. T: vorrei, se è possibile, sapere cosa ne pensa del seguente articolo https://www.quinterna.org/pubblicazioni/rivista/07/europa_disunita.htm

    Tenendo presente che è stato scritto più di 20anni fa. A me è sembrato più attuale che mai.
    Cari saluti da L.

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    1. c'entra alcune cose e ne manca altre, come per esempio dire che con l'euro i prezzi sono quelli di prima. saluti

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    2. Mi aspettavo qualcosa in più ma grazie lo stesso

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