Ieri sera, guardavo Bersani che guardava la sua Elena mentre questa parlava di temi “sociali”. L’espressione di Bersani era eloquente: “ci hanno mandato questa qui, era il meglio che ci potevamo permettere, arrangiamoci un po’, verranno tempi migliori”. Per un partito che ha avuto un vero e proprio farabutto alla sua guida, Bersani va a capito.
Nella stessa occasione, Bersani, a riguardo della destra reazionaria e fascista (quest’ultimo è un termine che lui non usa mai, preferisce le allusioni e le metafore), ha detto che questo è il momento delle trombe di vittoria, ma che lui è ottimista perché verrà anche il momento delle campane.
Bersani è una persona molto intelligente e di grande esperienza, dunque non può non aver capito che la vittoria ideologica della destra non è un fenomeno transitorio. Che tale fenomeno ha radici molto profonde e che partono da molto lontano. Quello che invece non potrà ammettere (o forse sì ma a denti stretti) e che tutto ciò è il risultato delle politiche conservatrici della sinistra. Che dunque non c’è un capitalismo buono e uno cattivo, il capitalismo è questa roba qua. Che l’unica alternativa a questo sistema non è un capitalismo riformato, perché il capitalismo nella sua essenza è irriformabile.
Aver abbandonato l’idea e il far progetto di un’alternativa al capitalismo è il motivo reale e più autentico della sconfitta che stiamo subendo. I motivi di questo abbandono sono molti, ma ce n’è uno di particolare: l’abbandono della lotta di classe e l’aver accettato di condividere il potere politico con la borghesia padrona e predatrice (non sono due motivi, ma un tutt’uno). Insomma, aver dato troppa retta a Gramsci (nella migliore delle ipotesi) e aver buttato alle ortiche Marx. Dunque una scelta non recente.
Non credo che Bersani si sia mai degnato di leggersi Marx quello del Capitale o dei Grundrisse per intenderci.
RispondiEliminaQuindi non può ammettere qualcosa di cui non ne ha consapevolezza!
Bersani è al primo posto nelle responsabilità della sinistra della vittoria ideologica delle destre, se solo fosse stato solo intelligente forse avrebbe compreso quello cui la sinistra aveva assolutamente bisogno, ma come hai detto costui è molto intelligente, per questo vale meno di niente, cosa altro puoi dire di un traditore?
RispondiEliminaStefano B.
Mi riferisco ai due post precedenti.
RispondiEliminaVoi che giudicate Bersani un ignorante, voi che evidentemente avete letto Marx e soprattutto lo avete capito, mi spiegate perché il capitalismo è il sistema economico prevalente da più di trecento anni, e appare irriformabile? E perché dopo centocinquant'anni dai Grundrisse centinaia di milioni votano Trump? II genere umano è per sua natura egoista e asociale? E se è così come pensate di cambiarlo?
Io ho poche certezze e molte domande ma se potessi queste domande le rivolgerei a Bersani e non a qualcuno che trincia giudizi senza motivazioni e competenze, che ha tutte le soluzioni per la crisi della sinistra e scrive solo banalità per compiacere la nostra illustre ospite. Che invece ha opinioni di ben altra consistenza.
Non desidero entrare nel merito delle altre affermazioni, mi soffermo un attimo su questa: “il genere umano è per sua natura egoista e asociale”.
EliminaNon è assolutamente vero che il genere homo e la specie sapiens sia “per sua natura” egoista e asociale. Questa è una chiacchiera messa in circolazione in ogni epoca da persone interessate a fare apparire le società di classe come un fatto naturale e imprescindibile. Anzi, la nostra è stata l’unica specie animale ad aver realizzato società molto complesse con esempi di mutualità unici in natura. Vi sono state società umane, cosiddette primitive, di alcune delle quali sopravvivono gli ultimi discendenti, per esempio il Penan, che non conoscono cosa sia la violenza, il furto, la truffa e altre piacevolezze simili. L’unico “crimine” di cui sono a conoscenza è costituito da rari casi di avarizia. L’avaro è però considerato semplicemente come una persona stupida. Non per nulla essi non conoscono la parola “grazie”, poiché ogni bene è diviso in comune, a cominciare dal cibo.
La divisione sociale in classi ha diviso gli uomini in sfruttatori e sfruttati, ponendo la proprietà privata al centro della vita degli uomini, facendo di alcuni gli sfruttatori di tutti gli altri. È così che l’uomo è diventato “capitale umano” in quanto schiavo, servo o salariato. Con la disgrazia di essere un capitale vivente e quindi avente dei bisogni, l’uomo è un capitale che ad ogni istante, quando non lavora, perde i propri interessi e quindi la propria esistenza. L’uomo in funzione di merce, la merce umana, viene prodotto corrispondentemente a questa funzione, come un essere tanto spiritualmente che fisicamente disumanizzato.
Che la formazione economica capitalistica esista da più di 300 anni, e possa esistere ancora per altri 300, non significa che essa sia eterna, così come non lo erano le precedenti formazioni economiche. È possibile invece che le dinamiche immanenti al modo di produzione capitalistico portino all’estinzione della nostra specie.
Di certezze non ne ho più e a 70 anni anche le domande rimangono tra me in quanto non vedo nessuno con le capacità pratiche di risolverle, preferisco essere antipatico che compiacere, Bersani ha commesso dei gravissimi errori negandosi totalmente al confronto del mondo dei notav, sicobas, e di tutta quella “sinistra extraparlamentare” troppo imbarazzante per lui, ma di esempi simili ne abbiamo molti, tra politici e sindacalisti come Cofferati o lo stesso Landini. Ci sarà forse un giorno in cui andranno a votare solo 0,5% degli aventi diritto? No, non ci sarà, almeno fino a quando si crederà di essere in democrazia, il guaio è che lo si crederà anche sotto le bombe atomiche, lo si crede anche quando, come ora, si è cancellato dalla faccia della terra il diritto internazionale, ed io non ho nulla contro gli ebrei, tutt’altro, come la maggioranza di costoro sono antisionista, ma l’intelligenza anzi la troppa intelligenza mi dà dell’antisemita.
RispondiEliminaStefano B.
MI sembra di capire che qui si voglia la soluzione pratica, immediata capace di trasformare il capitalismo in qualcos'altro, "che ci piaccia di più" semplicemente girando la chiave o un pulsante (per rimanere moderni).
RispondiEliminaOgni trasformazione sociale, economico, storica parte dalla teoria, dall'elaborazione di idee e soprattutto progetti di società che devono essere teorizzati e spiegati.
Di idee per cambiare il capitalismo ne abbiamo a dozzine, alcune scritte molto bene, altre forse troppo alte, altre irrealizzabile per il tempo storico in cui viviamo ma possibili nel futuro.
Alla Sinistra mancano principalmente due cose:
- La Comunicazione: non si è ancora capito che la comunicazione è fondamentale in una società che lo fa ogni istante in modo rozzo, superficiale ed emotivo. Continuare a schifare podcast, piattaforme social in cui proliferano bifolchi e razzisti è un autogoal clamoroso. Se fai il politico devi scendere a patti per attirare più gente a votare per te, altrimenti ti levi dal cazzo e fai l'accademico o influenser. I vari Conte, Schlein e compagnia cantante non pervenuti.
- La pratica: se credi nei tuoi valori teorizzati (come scritto in precedenza) fai di tutto per metterli in pratica, per capire nel mondo reale i pregi e i difetti e i risultati che stanno portando. Anche qui siamo fermi all'accettazione supina e ineluttabile del capitalismo come unica forma economica possibile. Se non provi non attiri attenzione e quindi consenso e infine non sei credibile come sono la classe dirigente attuale italiana che "dovrebbe" (ma vuole?) contrastare la Giorgia Nazionale. Provare vuol dire anche mettersi in gioco perdendoci qualcosa anche di personale, ma qui ormai vanno tutti in parlamento per arricchirsi e non fare un cazzo da mattina a sera.
Senza una nuova comunicazione e la forza della pratica non ci potrà essere nessun progetto alternativo a questo capitalismo che nei prossimi anni si mostrerà un volto ancora più feroce e spietato dell'attuale.
@ Martino
RispondiEliminaLe consiglierei di studiarselo Marx, quello dei Grundrisse.
Perché leggendola si evince che non se lo è mai filato, esattamente come il suo Bersani.