martedì 28 aprile 2015

Non più di quanto


La questione dev’essere seria se perfino uno come Marco Travaglio, che non ha di mira altro progresso umano che la conservazione del sistema schiavistico esistente, parla di “non collaborazione” e cita quello che secondo lui sarebbe il papà dell’anarchia, cioè Etienne de la Boétie. E chi sarebbero quelli che non dovrebbero collaborare? Gente che non si è mai disturbata delle mille forme di tirannia esercitata sulla vita delle masse a tutti i livelli. 

La prima forma di non collaborazione, ad essere radicali e conseguenti, dovrebbe essere quella di non collaborare con le istituzioni politiche che garantiscono la riproduzione della formazione sociale capitalistica. Ma temo che questa premessa sia quanto di più lontano possa venire in mente a Travaglio (e non solo a lui). Il suo discorso è volto alla logica interna delle istituzioni del sistema, indipendentemente dalla base economico-sociale su cui poggia.

Il giornalista per non collaborazione intende riferirsi a quella minoranza interna al Pd che dice di non essere d’accordo con la nuova legge elettorale imposta dal loro segretario di partito e presidente del consiglio. E dunque non è assolutamente in discussione la collaborazione con lo Stato come organizzazione che le classi dominanti si sono date per difendere i loro privilegi particolari, i loro particolari interessi rappresentati come generali e universali.

Non è in discussione la questione del potere politico quale questione del dominio di classe, ma una legge con la quale viene nominato il corpo parlamentare che formalmente è delegato a elaborare, discutere e approvare le leggi. E difatti Rosy Bindi è preoccupata che questa nuova legge elettorale possa favorire una formazione politica “anti-sistema”, non tanto per paventare un pericolo di involuzione autoritaria ma piuttosto il pericolo dello scassamento di gente come Grillo.


Dovremmo preoccuparci? L'involuzione autoritaria è già nei fatti da tempo e ciò che prevede la nuova legge elettorale e la modificazione della costituzione che viaggia in parallelo, non è altro che la formalizzazione di un programma politico che è il risultato della morte della sinistra in Italia, fosse essa di opposizione o di alternativa, dal momento che ha fatto proprio il punto di vista della destra. È una faccenda che ha radici molto lontane. Dunque ci dobbiamo preoccupare, ma non più per quanto avviene su un piano più generale.

3 commenti:

  1. Ma poi in fondo diciamo la verità: dopo vent'anni di antiberlusconismo prezzolato, cosa c'è di meglio per commentatori simili, di un ennesimo bersaglio su cui lanciar freccette divertendosi?

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  2. Olympe, La madre dei TAFAZZI è sempre incinta: All’art. 3 dello Statuto nazionale, aggiungere il comma 4: “Il Segretario nazionale è titolare del simbolo del Partito Democratico e ne gestisce l’utilizzo, anche ai fini dello svolgimento di tutte le attività necessarie alla presentazione delle liste nelle tornate elettorali”.
    Si son fatti fregare il partito, NON sanno più dove andare e noi moriremo democristiani.
    Saluti

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