Si sono dovuti attendere più di centomila morti e tutti gli altri palestinesi di Gaza ridotti alla fame per cominciare a capire che cos’è il sionismo. Certa gente è sempre in ritardo. E del resto non si parla di sionismo, ma del governo di Netanyahu, come se questi non perseguisse l’attuazione del programma sionista.
In Ucraina non si mette meglio. Dopo aver teorizzato uno “Stato etnicamente puro”, la stessa cricca neonazista ora proclama di volere la pace.
Quanto alla borghesia tedesca, ha sempre in mente il Reich e il Lebensraum. La Storia è costellata di vergognosi recuperi, e non si tratta (solo) di metilazione, un marcatore epigenetico.
Dagli imprenditori della memoria anticomunista nell’UE, ufficialmente l’Unione Sovietica viene presentata come l’aggressore e istigatore della guerra nel 1939. Ciò serve per affermare che l’invasione dell’Unione Sovietica da parte di Hitler, due anni dopo, fu semplicemente una mossa difensiva. L’Operazione Barbarossa fu un giustificabile attacco preventivo: la legittimazione della violenza nazista come reazione alla violenza dei bolscevichi e dello stalinismo.
Eppure basterebbe uno sguardo anche superficiale al Mein Kampf per sapere che il futuro Führer si era proposto per una guerra di annientamento contro l’Unione Sovietica come asse centrale della sua politica estera: «Il diritto alla terra può diventare un dovere se una grande nazione appare condannata senza espansione territoriale. La Germania sarà una potenza mondiale o cesserà di esistere. Per essere una potenza mondiale, tuttavia, ha bisogno delle dimensioni che le conferiscono l’importanza e la vita necessarie per i suoi cittadini nel mondo di oggi. Ma quando parliamo di nuova terra in Europa oggi, possiamo solo pensare principalmente alla Russia e agli stati periferici ad essa soggetti.»
Mentre Hitler aveva bisogno di una guerra di aggressione e si era preparato a lungo, Stalin voleva evitare la guerra a tutti i costi e rimandarla. Per Hitler, il patto con Stalin era solo una mossa tattica per guadagnare tempo per trattare con Gran Bretagna e Francia e poi invadere l’Unione Sovietica.
Stalin, abbandonato il programma di una rivoluzione socialista mondiale, adottato pragmaticamente quello della “costruzione del socialismo in un solo paese”, non perseguiva alcun obiettivo espansionistico imperialista, ma rappresentava gli interessi della nuova élite, della burocrazia privilegiata.
Gli si può rimproverare un altro fatto, ossia che alla fine della Repubblica di Weimar, impedì al Partito Comunista (KPD) di formare un fronte unito con il Partito Socialdemocratico (SPD) contro i nazisti, sebbene l’SPD avesse ancora una base di massa nella classe operaia all’epoca. Giustificava questo con l’assurdo argomento che nazisti e socialdemocratici erano “gemelli” e questi ultimi “socialfascisti”.
Dopo il conflitto, Stalin realizzò il profitto della sua immensa vittoria, come ebbe ad osservare il ministro rumeno Lucretin Patrascanu alla Conferenza di Parigi, aggiungendo che Stalin non riusciva a perdonare ai britannici il tentativo di sottrarsi all’Accordo di Postdam. Quell’accordo (e non Yalta, come comunemente creduto) aveva «dato alla Russia tutto quello che avrebbe potuto sperare e più di quanto si aspettasse.» (Harold Nicolson, A margine. Diario 1930-1964, Il Mulino, p. 444).
La riscrittura della Storia serve a giustificare l’odierno riarmo europeo e segnatamente quello della Germania, che viene spacciato per una politica difensiva e preventiva. La classe dirigente “atlantica” maschera i propri interessi geopolitici ed economici ad Est e nella guerra in Ucraina con una presunta necessaria “difesa” contro il pericoloso aggressore di Mosca.
Anche di questo, prima o poi e sia pure a malincuore, come solo ora per Gaza, si prenderà atto. Per quel che vale, a futura memoria.
"Mentre Hitler aveva bisogno di una guerra di aggressione e si era preparato a lungo, Stalin voleva evitare la guerra a tutti i costi e rimandarla. Per Hitler, il patto con Stalin era solo una mossa tattica per guadagnare tempo per trattare con Gran Bretagna e Francia e poi invadere l’Unione Sovietica":
RispondiEliminaZhukov sente la debolezza del nemico e decide di non indugiare ulteriormente, adesso che il vento di guerra sta per investire l’intera Europa. Alle 5.45 del 20 Agosto 1939, 50 mila soldati sovietici supportati da carri armati e dai velivoli in cielo si riversano sulle posizione giapponesi, colti di sorpresa. Entro soli cinque giorni, i mezzi corazzati di Zhukov riescono con successo a mettere in atto la loro manovra a tenaglia e intrappolano la 23esima Divisione nipponica nei pressi della piccola località di Nomonhan.
I giapponesi, fedeli al loro spirito ed alla tradizione, non si arrendono dopo gli inefficaci e ripetuti tentativi di rompere la sacca, venendo bombardati costantemente con grandissime perdite. Una coordinata controffensiva giapponese con l’obiettivo di liberare la divisione accerchiata viene però fermata dal cessate il fuoco concordato tra le due nazioni che entra ufficialmente in vigore alla metà di Settembre.
Gli accordi del trattato vanno tutti a vantaggio dell’Unione Sovietica, la quale riesce a dettare un nuovo confine tra la Mongolia e il Manciuquo, e soprattutto riesce a strappare a Tokyo un patto di non belligeranza che darà la sicurezza a Mosca di poter spostare le divisioni siberiane, fondamentali nelle future battaglie sul fronte europeo. Meno di 6 anni dopo la battaglia di Khalkhin Gol, i sovietici daranno il colpo di grazia al quasi sconfitto Impero Giapponese, mettendo fine alla Seconda Guerra Mondiale anche nel teatro del Pacifico.
https://www.tanadelcobra.com/khalkhin-gol-la-vittoria-sovietica-sul-giappone/
Domanda: che cosa c'entra la disputa di confine ad oriente con quello che ho scritto io?
EliminaDrang nach osten, un virus molto infettivo non eradicabile. Saluti, Morvan
RispondiEliminaEra laspiegazione della mossa tattica di Stalin che, per "evitare la guerra a tutti i costi e rimandarla" fece l'accordo Molotov- Ribbentrop del 23 agosto 1939.
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