sabato 3 maggio 2025

Fino a ieri

 

Le autorità britanniche hanno posto il segreto fino al 2045, ossia per un secolo, a uno dei tanti atti criminosi compiuti dell’aviazione militare alleata, segnatamente britannica, nel corso del secondo conflitto mondiale. Come non fossero bastati gli orrendi crimini dei nazisti, che oggi godono ancora di una cospicua coorte di nostalgici in Germania, in Italia e altrove.

Tra il 16 e il 28 aprile 1945, il campo di concentramento di Neuengamme fu sistematicamente svuotato di tutti i prigionieri rimasti, di altri gruppi di detenuti dei campi di concentramento e di prigionieri di guerra sovietici. Nella baia di Lubecca una flottiglia di navi, composta dai transatlantici Cap Arcona, Deutschland IV e dal mercantile Thielbek, vennero adibite a navi carcerarie. La motolancia Athens venne adibita al trasbordo dei prigionieri.

Nel pomeriggio del 30 aprile, Hitler finalmente si suicidò. Tuttavia il conflitto non ebbe termine e il massacro continuò per altri otto giorni. Il 3 maggio 1945, queste navi vennero reiteratamente bombardate da aerei della RAF. La Cap Arcona e la Thielbek affondarono, causando una strage di prigionieri e profughi civili tedeschi (persero la vita tra le 7.000 e le 8.000 persone).

Il 30 gennaio 1945, nel Mar Baltico, la nave passeggeri Wilhelm Gustloff fu affondata da un sommergibile sovietico. L’azione bellica causò la morte di circa 9.000 persone.

E però ancor oggi si programmano piani di riarmo in vista di nuove e più grandi stragi. Parlare di “follia umana” e altre chiacchiere del genere serve solo a sviare l’attenzione sulle reali cause delle guerre, ovvero la lotta per la supremazia, innanzitutto economica. Se la Germania di allora fu indubbiamente la principale responsabile della guerra nel teatro occidentale, tuttavia le altre potenze imperialiste (le élite che ne erano a capo), non possono dichiararsi sollevate da ogni responsabilità, sia in ordine al trattato di Versailles e soprattutto a motivo della guerra economica scatenata nel corso degli anni 1930 a seguito della grave crisi capitalistica.

Un paio di mesi or sono, in visita all’abbazia di Praglia, vidi attorno alle pareti del refettorio, non più in uso, sui dossali dei singoli posti, degli emblemi scolpiti in legno, nei quali sono incisi dei motti in latino. In uno di questi si legge: ex vulnere ubertas. Potrebbe essere questo il motto di ogni borghesia capitalistica. Fino a ieri, perché a seguito di un nuovo conflitto mondiale non resterà più nulla né della borghesia né di altro.

1 commento:

  1. Possibile che nessuna élite borghese sia consapevole che in un nuovo conflitto mondiale ci sarà la rovina di tutte le classi sociali?
    Mi rifiuto di crederlo!

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