domenica 21 aprile 2024

Pornocracy

 

Non venitemi a raccontare che con questi chiari di luna un cincinin di depressione non sfiora anche voi. Abbiamo ridotto le nostre capacità di sentire, di parlare, di pensare, di amare. Avvertiamo tutti un restringimento. Abbiamo sempre meno capacità di attenzione, e presto non penseremo più. Già lo fanno le macchine, e poi sempre più.

La scrittura come antidepressivo, perciò mi dedico così tanto alle frasi (è anche un godimento del linguaggio). Sono “compresse della vita”, come diceva Proust. Mi svegliano, mi restituiscono al mondo la sua complessità, le sue sfumature, la sua chiarezza. Le sfumature sono desiderabili, una forma di resistenza. Sono proprio queste sfumature che danno gusto al pensare.

C’è chi affronta il momento depressivo con la musica, con i farmaci o anche tuffandosi nella lettura dei classici. Personalmente, per motivi sanitari, non posso tuffarmi in alcunché, devo evitare anche le emozioni troppo forti, tanto che da tempo ho smesso di vedere il programma di Dietlinde Gruber, al cui desco televisivo siedono permanentemente fascisti di destra e di sinistra.

Come saggista e da ultimo Dietlinde s’è buttata sul porno. Un modo per combattere la depressione? A mio avviso tardivamente, poiché in lei ho sempre intravisto un profilo euristico particolarmente adatto alla materia. E infatti dichiara di aver visto il primo film porno in un cinema londinese all’età di sedici anni, grazie al fatto che lei “aveva ricevuto dai suoi genitori liberal un’educazione sessuale e sentimentale”, qualunque cosa ciò voglia dire.

Nel 1973, a Londra, la sedicenne “liberal” frequentava le sale strettamente maschili dove si proiettavano film a luci rosse. Tipo un seminterrato umido di quello che poi sarà il Fantasy Video a Islington, a metà strada lungo City Road? Oppure il Compton cinema club a Soho, dove i clienti dovevano firmare un modulo che li rendeva immediatamente membri, quindi il London blue movie centre in Berwick Street o ancora il Taboo club in Great Newport Street? Intraprendente l’adolescente Gruber, anche per gli standard britannici.

Il Italia ci si doveva accontentare delle riviste, che i pretori facevano sequestrare nelle edicole per godersele tutte e solo per loro stessi. Molti anni dopo, il porno arrivò in casa attraverso le cassette. Film ad alto budget su pellicola che potevano essere un capolavoro di impossibile innocenza, con tratti di poesia erotica. Naturalmente non mancavano pompini e sesso a tre, ma c’erano anche scenari di umorismo e perfino aspirazione alla recitazione. Il più famoso, Gola profonda (1972), fu recensito dal New York Times.

In quegli anni trovare una scena di doppia penetrazione o addirittura del sesso anale era eccezione. Oggi non c’è niente che possa scioccare la più pudica delle fanciulle. È come andare in una discarica e cercarvi meraviglie. Sappiamo che gli organi genitali e il culo sono il dominio privilegiato di Internet, luogo affollato da onanisti da cento miliardi di seghe l’anno. Uno dei tanti modi di creare schiavitù in un miscuglio di penetrazioni, grugniti e bukkake, dando agli schiavi l’illusione della libertà. Un frenetico movimento, un umido incubo che desta l’interesse della nota giornalista televisiva.

Dietlinde si preoccupa per le condizioni di lavoro degli “attori” porno: «A Praga c’è un palazzone con un piano di uffici, uno con i dormitori delle ragazze, un altro per i ragazzi e poi i set dove si gira ogni giorno. Forse, possiamo immaginarci condizioni di lavoro migliori». Lei è per un porno eco-responsabile, meglio se lavoro volontario fatto di maschi dotati e brave troie. Del brutalismo industriale del porno frega niente, come raccontasse della vita sessuale senza tutele dei conigli.

La gente si abbuffa di tonnellate di filmini classificati in decine di categorie. Alcuni spiritosi dicono che sono interessati alle colonne sonore, altri adducono motivi di studio sociologico. Una delle forze motrici più dinamiche, e non solo del porno, è quella di cercare sempre cose che non abbiamo mai visto. In realtà, la pornografia ha perso la sua funzione trasgressiva per diventare normativa. Il suo unico scandalo sta nella sua infantile ripetitività meccanica, che la fa diventare deprimente, come quasi tutto il resto.


3 commenti:

  1. "Personalmente, per motivi sanitari, non posso tuffarmi in alcunché, devo evitare anche le emozioni troppo forti, tanto che da tempo ho smesso di vedere il programma di Dietlinde Gruber, al cui desco televisivo siedono permanentemente fascisti di destra e di sinistra"

    Mi diverto a leggerti. 😁😁😁

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  2. Beh , viste le particolari condizioni nel palazzo di Praga non sarebbero necessari i dormitori separati.
    Le maestranze dopo una dura giornata di lavoro credo vogliano solo riposare

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  3. dalla Venerazione per la Grande Madre all'adorazione del dio fallo

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