Maccartismo fiscale

Non se ne può più di gente ebete che guarda il dito e non si accorge del cetriolo. Volevano un elenco di evasori? C’è l’hanno: quelli che hanno scudato i capitali. Vogliono intrecciare i dati, confrontare i consumi con le dichiarazioni dei redditi? Dov’è il problema, mancano forse le banche dati sulla vendita di auto, barche di lusso o immobili di pregio? Oppure basta fare un controllo delle movimentazioni bancarie e finanziarie con gli identificativi dei clienti in base alla normativa già vigente da tempo e in accordo con la Banda d’Italia.

Monti dice che è difficile individuare i grandi patrimoni? Mente sapendo di mentire. Un piccolo esempio: l’Agenzia delle entrate è in possesso dei modelli 4 (si chiamano così) delle successioni, lì non sfugge nessuno. Oppure le donazioni. A voglia a incrociare dati dei patrimoni con le dichiarazioni dei redditi.

Per contrastare efficacemente l’evasione dei tributi non serve andare a fare sceneggiate a Cortina. La Guardia di finanza sa bene chi sono le società che dichiarano falsi costi per abbattere la base imponibile, falsi crediti Iva, l’abbassamento fittizio dell’utile o l’incremento fittizio della perdita, l’utilizzo di fatture inesistenti, l’esposizione di perdite inesistenti, le sottofatturazioni attive e le soprafatturazioni da parte di fornitori. Per non parlare delle banche che infatti qualche volta le beccano e devono pagare centinaia di milioni di penali.

Cos’è ‘sto maccartismo fiscale, questa foia di “dagli all’untore”? Erano i preti dell’inquisizione che volevano "incutere un sano timore". Suvvia, questi sono qui solo per succhiarci il sangue e ci distraggono con destrezza colpendo qualche ladruncolo da strapazzo che se la spassa a Cortina, non escluso chi è magari pieno di debiti o con condanne penali che aspettano solo di diventare definitive ed esecutive.