In
base agli ultimi dati disponibili, risalenti al 2012, nel mondo si contano
circa 6,5 milioni di decessi legati all’inquinamento: ogni nove persone morte,
una è vittima dell’aria contaminata. Circa il 90 per cento delle morti per
inquinamento riguardano paesi a reddito medio-basso; i due terzi si registrano
nel sudest asiatico e nel Pacifico occidentale. Il 94 per cento dei decessi a
causa delle conseguenze dell’aria inalata – riferisce sempre l’Oms – è dovuto a
malattie come quelle cardiovascolari, ictus, broncopneumopatia cronica
ostruttiva e cancro ai polmoni. In Cina sono 1,03 milioni le morti
riconducibili all’aria cattiva. In India 621.000 e in Russia 140.000. In
Europa, sempre nel 2012, l’Italia — con poco più di 21.000 decessi — conta più
vittime rispetto a Regno Unito (16.000), Francia (11.000) e Spagna (6.800). E
oggi la situazione sembra essere addirittura peggiorata. L’inquinamento
continua a incidere soprattutto sulla salute di donne, bambini e anziani, con
conseguenze spesso imprevedibili.
giovedì 29 settembre 2016
mercoledì 28 settembre 2016
Una lunga vacanza
Problema
fondamentale che riguarda il ponte sullo stretto tra Calabria e Sicilia non
è quello legato alle difficoltà di ordine ingegneristico, né la spesa, sia essa di 8,5mld
oppure di 10 o 15 miliardi come sarà più probabile, né i tempi di
realizzazione, poiché il ponte in sé prima o poi verrà ultimato, né ancora il
rischio sismico, mareale o altro. Il problema vero sarà quello di dargli un
nome che metta d’accordo un po’ tutti o quantomeno non scontenti troppi.
Infatti,
non sarà possibile non intitolarlo a qualcuno o a qualcosa. E qui si presenterà
già una prima grana, non potendolo intitolare a un personaggio legato alla
Calabria o alla Sicilia. Il problema della rivalità mi pare evidente, e bisogna
evitare il rischio di barricate. Né la Calabria e la Sicilia potrebbero
accettare il nome di un personaggio estraneo per origine e storia alle due
regioni. E anche chiamandolo, poniamo, ponte Garibaldi, la questione aprirebbe
una diatriba, non solo locale, ma più in generale politica. Figuriamoci cosa ne
direbbero, per esempio, quelli della Lega; e anche altri mestatori della
politica e per spirito opposto. Personalmente credo il nome di Garibaldi fosse quello
in mente alla buonanima di Craxi. Pace. Anche il nome di un santo o di una santa fomenterebbe
uno scontro tra laici e cattolici, per non parlare di cosa direbbe l’UAAR. E
poi quale nome di santo metterebbe d’accordo i devoti?
martedì 27 settembre 2016
Non importa
E
il merito? Chiedono con ruffiano stupore le coscienze impollastrite e
soddisfatte di sé. Come se il merito riguardante il presente e il futuro di
questo paese c’entrasse qualcosa con l’architettura parlamentare. Dove vivono?
Non
importa se ad accalappiarsi la vittoria il 4 dicembre saranno i vecchi o i nuovi
notabili. Sarà da vedere se il popolo e il popolino ne hanno abbastanza, se un
senso di malessere ha guastato effettivamente ogni rapporto di fiducia, dunque
se dentro la gente si sta cominciando a produrre qualcosa di essenziale. Non essendo questi ceti
sociali in grado di unire le loro forze politicamente, potranno farlo almeno
nel comune scontento. Sarà pur sempre un primo passo.
lunedì 26 settembre 2016
Contro la stupidità del cosmo
Che
cos’è la stupidità e come difendersi dalle scemenze della vita quotidiana?
Piergiorgio Odifreddi per spiegarlo ha scritto addirittura un Dizionario della stupidità di ben 378
pagine. Secondo Odifreddi “Il novanta per cento delle persone è stupido”. Una
percentuale molto alta come fonte di “stupidaggini quotidiane”, ma al momento
non conosco i criteri statistici addottati dal noto matematico e divulgatore
scientifico.
Lo
stesso Odifreddi, pur non credendo alle scie chimiche e cose del genere, tuttavia
nell’intervista all’Huffington Post
afferma convinto: “Certo che si può vivere in un mondo senza banche. Per metà
del secolo scorso, l'Unione Sovietica ne ha fatto a meno”. Poi la butta sul
classico, anzi, sul medioevale: “Nel Medio Evo, era considerato usuraio
chiunque prestasse denaro, a qualsiasi tasso. Oggi il fastidio per i banchieri
è tornato a essere forte”.
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