giovedì 17 ottobre 2024

Un secolo abominevole

 

Al punto in cui siamo della storia, gli ebrei hanno tutte le ragioni per desiderare più di ogni altra cosa un paese dove sentirsi al sicuro. Per arrivare a questo scopo, avrebbero dovuto innanzitutto rispettare le risoluzioni dell’ONU e comunque trattare i palestinesi loro concittadini alla pari e non occupare i territori che spettano di diritto ai palestinesi, non derubando le risorse idriche e altro.

Trasformare Gaza in una terra di nessuno, seppellire Beirut sotto le bombe, puntare a una sorta, tutto sommato, di Hiroshima-Nagasaki senza bomba nucleare, non aiuta questo processo di pace e di condivisione, ma favorisce Hamas e Hezbollah, ossia tutti coloro che sognano l’annientamento, cosa che al punto in cui siamo può trovare presso molti anche delle giustificazioni.

Rispondere a uno shock traumatico con un altro shock traumatico non è la soluzione migliore, né per Israele né per il mondo.

È mia facile convinzione che i nazionalismi, insieme a molti altri crudeli errori contemporanei, abbiano reso il XX secolo un secolo abominevole. La storia si sta ripetendo con troppa facilità anche nel secolo presente (compreso il nazionalismo etnico-religioso israeliano e quello dei suoi avversari). Bisognerebbe capire che una terza guerra mondiale, una guerra combattuta anche con armi nucleari, non è una minaccia vuota. Chi dubita della realtà di questa abominevole minaccia, non ha compreso nulla della storia. Capire che l’unica soluzione per l’umanità, ma la cosa non va di moda, è il socialismo o il comunismo o che dir si voglia, tenendo presente che il socialismo e il comunismo sperimentati nel XX secolo non sono uno stampo di gesso.

6 commenti:

  1. Stamane ho dato la stessa risposta ad un interlocutore (il comunismo come risoluzione dei gravi e grandi problemi dell'umanità).
    Mi sono visto ridere in faccia.
    Abbiamo perso, tutti. È finita!

    RispondiElimina
  2. "Qual è la differenza tra ciò che sta
    facendo Israele e le camere a gas naziste? Nessuna!"
    (citazione)

    RispondiElimina
  3. Sono 12.000 anni che, col perverso accordo tra sciamani&guerrieri, il Potere controlla economicamente e politicamente la società. Con la paura ultraterrena, la violenza terrena e qualche contentino.
    A Roma Panem et circenses, nel medioevo farina, feste e forca. Così è stato fino alla Rivoluzione francese e quella russa che ha mandato in soffitta gli Assolutismi. È cambiato qualcosa con l’avvento della “democrazia”? Sì, ma in peggio. Il controllo sociale, attraverso l’ottundimento di menti e coscienze, è diventato ancora più invasivo.
    Nel 1550 Etienne de La Boètie fotografa la situazione nel suo “Discorso sulla servitù volontaria”. Poi Galileo e l'Illuminismo.
    Da quel momento in poi c’è una accelerazione geometrica dello sfruttamento della popolazione.
    Con la II° rivoluzione industriale nasce la scienza della persuasione; la Propaganda.
    Lo psicologo Gustave le Bon nel 1895 diede alle stampe il fondamentale Psicologia delle folle. In tale scritto, Le Bon analizza il comportamento sviluppato dalle persone nel momento in cui formano dei gruppi più o meno numerosi, arrivando a sostenere che all'interno di una folla emerge e prende il sopravvento una sorta di «coscienza collettiva» indipendente da quella dei singoli che la compongono, una coscienza che risponde a dettami «inconsci», sentimenti che possono essere abilmente guidati da personalità carismatiche che sono in grado di comunicare direttamente con questa enorme «coscienza». Con questa INCULCATIO” mica si può pretendere che ci sia qualcuno in grado di fare confronti con l’idea di una società “più giusta e più umana” nata 150 anni fa ed applicata “male” per soli 75 anni.

    RispondiElimina
  4. Sono in fase di lettura di libri abbastanza contemporanei (dal 2010 in poi) sul capitalismo dalla crisi del 2008 in poi. Sono tutti libri che analizzano tutte le storture e i risultati che hanno prodotto nella società sia del punto di vista economico, che politico, che sociale (inteso come comportamenti e pulsione).
    Finanzcapitalismo di Gallino l'ho trovato attualissimo e stiamo vivendo il predominio della finanza sulla produzione.
    Le nostre sgangherate democrazie stanno lasciando il passo a sistemi dittatoriali camuffati in cui il voto viene svuotato ma lasciato come diritto per salvare le apparenze.
    Il problema è che alla critica al capitalismo non si è mai riusciti a produrre, nella realtà di tutti i giorni, un sistema alternativo che non metta a profitto tutto.
    MI stavo interessando al progetto FairCoop che aveva l'ardire di creare un sistema sociale, ma ahimè dopo circa dieci anni è saltato.
    A mio avviso la soluzione potrebbe trovarsi nel creare delle nuove comuni, piccole comunità in cui la democrazia diretta, la condivisione di valori e la produzione condivisa sia alla base per creare armonia e non violenza e predominio.

    RispondiElimina