“Nel cervello del capitalista – scrive Marx ne Il Capitale – si rispecchia solo l’apparenza dei rapporti di produzione”; per i giornalisti, in generale e data la loro posizione di classe, va anche peggio poiché devono sublimare encomiasticamente tale apparenza. È il caso di Eugenio Scalfari che intitola il suo editoriale di oggi: Una lettera per la Camusso che viene da lontano. Anche Scalfari viene da lontano, infatti ricordiamo il colore della sua camicia e l’orgoglio per i pantaloni a sbuffo alto, il suo inossidabile odio di classe mascherato da oggettività fattuale e irriducibile necessità. Il topos odierno recita:
«Se il livello salariale è troppo elevato rispetto alla produttività, il livello dell'occupazione tenderà a scendere e la disoccupazione aumenterà perché le nuove leve giovani non troveranno sbocco». Poi precisa: «Debbo a questo punto avvertire i lettori che il testo che hanno fin qui letto non l'ho scritto io e tanto meno il ministro Elsa Fornero, anche se probabilmente ne condivide la sostanza. Si tratta invece d'una lunga intervista da me scritta praticamente sotto dettatura di Luciano Lama, allora segretario generale della Cgil». A cui Scalfari fa seguire esplicita una minaccia: «Era il gennaio del 1978, un anno di gravi turbolenze economiche e sociali, che culminò tragicamente pochi mesi dopo col rapimento di Aldo Moro e poi con la sua esecuzione ad opera delle Brigate rosse».
Prendiamo la prima proposizione attribuita alla buonanima di Lama, e cioè “il livello salariale troppo elevato rispetto alla produttività”. Si vuol dire esattamente questo: il livello di sfruttamento, cioè di estorsione del plusvalore, è troppo basso rispetto alla media della produttività della forza-lavoro a livello di competitività internazionale (*). Questo può essere vero, ma a cosa è dovuto? E soprattutto perché se ne dovrebbe fare carico la forza-lavoro, con i licenziamenti e il taglio dei salari, come se fossero gli operai i colpevoli del misfatto? Insomma, da cosa dipende la relativa bassa produttività dell’industria nazionale?
In Germania, le due maggiori industrie di produzione di pannelli solari hanno chiuso. Dato che la vulgata corrente ritiene in generale l’operaio tedesco più produttivo di quello italiano, com’è stato possibile tale fatto? Per la concorrenza cinese. In Europa si stimano ufficialmente 23 milioni di disoccupati e i proprietari di schiavi chiedono di lavorare di più e i salari sono diminuiti. Domanda: la deindustrializzazione, più accentuata in Italia per ragioni di struttura produttiva ma generalizzabile all’Occidente intero, dipende quindi dal livello salariale troppo elevato? Per i capitalisti e i loro servitori è così, ma il “troppo elevato” è in rapporto ai salari cinesi, indiani, turchi, ecc., a condizioni di sfruttamento bestiali. Ecco quindi perché i problemi dei capitalisti diventano problemi dei salariati e le sofferenze che questi ultimi sopportano, semplici cazzi loro (**).
Chi con il proprio agire ha determinato questo stato di cose? L’esosità dei salariati, la malignità operaia? O invece la concreta oculatezza dei signori imprenditori lanciati verso migliori occasioni di “remuneratività”? Tra alcuni anni, diversi paesi d’Europa, forse tutti, saranno nell’abisso di una crisi produttiva irreversibile. Sarà allora urgente trovare un bersaglio diverso da quello dei salari sul quale scaricare la responsabilità della crisi. Pronostici Maya e collasso finanziario permettendo, non mancherà chi dedicherà allora il suo bel canto a una nuova teodicea in sostituzione di quella attuale già logoratissima.
(*) Il valore delle merci sta in rapporto inverso alla forza produttiva del lavoro; e altrettanto il valore della forza-lavoro, perché determinato da valori di merci. Invece, il plusvalore relativo sta in rapporto diretto alla forza produttiva del lavoro. Cresce col crescere della forza produttiva, e cala col calare di essa (Il Capitale, I, cap. 10).
(**) […] entro il sistema capitalistico tutti i metodi per incrementare la forza produttiva sociale del lavoro si attuano a spese dell’operaio individuo; tutti i mezzi per lo sviluppo della produzione si capovolgono in mezzi di dominio e di sfruttamento del produttore, mutilano l’operaio facendone un uomo parziale, lo avviliscono a insignificante appendice della macchina, distruggono con il tormento del suo lavoro il contenuto del lavoro stesso, gli estraniano le potenze intellettuali del processo lavorativo nella stessa misura in cui a quest’ultimo la scienza viene incorporata come potenza autonoma; deformano le condizioni nelle quali egli lavora, durante il processo lavorativo lo assoggettano a un dispotismo odioso nella maniera più meschina, trasformano il periodo della sua vita in tempo di lavoro, gli gettano moglie e figli sotto la ruota di Juggernaut del capitale. Ma tutti i metodi per la produzione di plusvalore sono al tempo stesso metodi dell’accumulazione e ogni estensione dell’accumulazione diventa, viceversa, mezzo per lo sviluppo di quei metodi. Ne consegue quindi, che nella misura in cui il capitale si accumula, la situazione dell’operaio, qualunque sia la sua retribuzione, alta o bassa, deve peggiorare. La legge infine che equilibra costantemente sovrappopolazione relativa, ossia l’esercito industriale di riserva da una parte e volume e energia dell’accumulazione dall’altra, incatena l’operaio al capitale in maniera più salda che i cunei di Efesto non saldassero alla roccia Prometeo. Questa legge determina un’accumulazione di miseria proporzionata all’accumulazione di capitale. L’accumulazione di ricchezza all’uno dei poli è dunque al tempo stesso accumulazione di miseria, tormento di lavoro, schiavitù, ignoranza, brutalizzazione e degradazione morale al polo opposto ossia dalla parte della classe che produce il proprio prodotto come capitale (Ibidem, cap. 23).
Visti da vicino
RispondiEliminaByoblu (Messora) a Donadi IDV:
Lì alla Camera Mario Monti lo hai incrociato qualche volta? Ci hai parlato?posso chiederti che impressione ti ha fatto?
DONADI - sicuramente di una persona di grandissima competenza, di grandissima levatura. Devo dire che non solo lui ma un po' tutto questo governo mi trasmette un solo limite, quello di essere depositari di una straordinaria scienza nei loro vari campi di esperienza, ma di avere poca consapevolezza delle vite vissute, reali, di milioni di italiani. Cioè vivono, come forse è tipico dei professori universitari, le loro idee più come teorie da sperimentare che non come scelte che poi ognuna incide sul futuro, sul destino, sulla vita di singole persone, di loro speranze, aspettative, di sacrifici magari di una vita. Ecco, tendono forse a passare un po' troppo sopra questa umanità, forse anche un po' talora disordinata, caotica nell'esprimere le sue istanze, ma che alla fine è la vera Italia, la vera gente che ha non solo un bisogno ma anche un diritto di essere governata con rispetto.
gianni
L'anima nera di quel vecchio malvissuto di Scalfari non conosce vergogna. Mi sono vergognato io per lui nel leggere quell'incredibile editoriale. Un tale radicale e scoperto fascismo corporate, su un giornale sedicente progressista, fa impressione.
RispondiEliminamauro
"In Germania, le due maggiori industrie di produzione di pannelli solari hanno chiuso".
RispondiEliminaPuò segnalarmi quali sono queste due industrie, magari con un link?
Debbo segnalare la cosa ad un amico, e non ci crederà in ciò che leggerà nel suo post, se non avrà la prova di quello che afferma lei, a proposito delle due aziende tedesche.
La ringrazio anticipatamente.
«Per creare occupazione occorre che produrre in Italia diventi una cosa più competitiva»
RispondiEliminaMario Monti
Non hanno il coraggio di dirlo chiaramente, che ci dobbiamo allineare allo schiavismo cinese, serbo, o turco o brasiliano.
Altrimenti delocalizzano (sta già succedendo, e alla grande).
BUFFONI!
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/22/litalia-preda-delle-compagnie-straniere-acquisizioni-2011-totale-miliardi/185740/
Auguri di buon lavoro con questo blog.
Odioso l'accostamento con il rapimento di Aldo Moro e con le Brigate Rosse. Più che facinoroso, chi non la pensa come il barbuto e signorile ex compagno di banco di Calvino (ma sarà poi vero?) è un terrorista bello e buono. Anche ripescare Lama-bilama è significativo. Se aumenta il malcontento riesuma Pekkioli.
RispondiElimina@ anonimo: le industrie tedesche dei pannelli in crisi?
RispondiEliminasono notizie che ho di PRIMA MANO.
ad ogni buon conto:
http://procapitalinvest.com/blog/2012/01/02/solaranlagen-konkurrenz-aus-china/
sulla acquisizione di società tedesche del settore da parte dei cinesi:
http://www.manager-magazin.de/unternehmen/energie/0,2828,806581,00.html
dica al suo amico di stare tranquillo: in questo blog si possono commettere, come tutti, degli errori di valutazione ma in genere NON SI SPARANO BALLE
cordiali saluti
caro prof,
RispondiEliminanon ci risparmiano certo le minacce esplicite o velate. l'accostamento con il rapimento di Aldo Moro non solo è odioso ma dà la misura dell'odio e del rancore di cui sono capaci i rappresentanti della classe dirigente più arretrata e violenta d'Europa
Per citare il rapimento di Aldo Moro ed il suo omicidio, a suffragio di una argomentazione politica, sarebbe utile conoscere tutti i fatti che condussero a quella tragica vicenda. A tale riguardo i vari processi, che negli anni si sono sussieguiti, non hanno dato risposte minimamente esaurienti. La CGIL con Luciano Lama fece, nel 1977,una scelta di campo che resta valida anche oggi. Condividerla è altra questione.
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/2007/01/speciale/altri/2007dossier1977/carlo-rivolta/carlo-rivolta.html
Conscrit
grazie per la segnalazione dell'articolo (che conoscevo). ho qualche anno sulla groppa e quelle cose le ho vissute in diretta
RispondiEliminaimmagino che la frase "una scelta di campo che resta valida anche oggi", si riferisca alla sua attualità e non alla sua valida bontà
...nel senso che il primo sidacato italiano, da allora, non ha modificato piu' la sua linea in stile tedesco. Personalmente, per quello che vale il mio giudizio, credo sia stato un fatale errore di strategia.
RispondiEliminaC.
Comunque la Camusso ha risposto al vecchio (ma mai "sazio") Scalfari. Mi sembra tutto condivisibile quanto dichiara, tranne per il fatto che siamo giunti dove siamo proprio perchè la CGIL ha firmato di tutto.
RispondiEliminaLo so è difficile rifiutare le lusinghe di confindustria quando ti invitano .......hanno delle poltrone così comode....
M.