giovedì 5 settembre 2013

Il più antico mestiere del mondo


Dicono che il più antico mestiere del mondo sia quello esercitato da certe signore. Se così fosse, tale primato dovrebbe essere condiviso ex æcquo con quello della spia, tanto che non di rado e in ogni epoca le due preclare attività, quella sessuale e quella informativa, s’incarnano nella medesima figura professionale. In epoche che si suole definire più civili, la prostituzione divenne un ramo importante dell’economia e degli affari sociali, e l’intelligence si stabilì come branca dell’arte di governo. Come dire: il concetto di controllo dei corpi e delle menti ha origini antiche.



Sun Tzu dedica allo spionaggio il XIII capitolo del suo L’arte della guerra. Scrive:

[…] rimanere nell’ignoranza della situazione del nemico solo per risparmiare la spesa di cento pezzi d’argento per ricompensare (chi può fornire informazioni), è il colmo dell’inumanità. Uno che agisce così non è un capo di uomini, non è di vero aiuto al sovrano, non è un maestro di vittoria (Guanda, 1988, 135).

Sun Tzu distingue cinque specie di spie: locali, interne, convertite (= che hanno disertato), spie condannate (ad essere sacrificate per il  bene dello stato), spie sopravvissute. Ma un’altra annotazione dello stratega cinese, che scriveva 2500 anni fa, è illuminante:

Quando tutte queste cinque specie di spie sono all’opera, e nessuno è al corrente del sistema con cui agiscono, formano ciò che si può definire sublime manipolazione della trama e costituiscono il bene più prezioso dello stato.

*

Le cose non rimangono mai le stesse, anche se nella sostanza la storia si ripete. Nell’impero romano non esisteva un’organizzazione spionistica quale noi intendiamo modernamente, e tuttavia esisteva un sistema d’intelligence molto ramificato ed efficiente.

Pare fosse Augusto, come solito, a organizzare in un sistema coerente e con carattere permanente il servizio informativo dell’esercito. L’unità, regolarmente organizzata (numerus frumentariorum), aveva la sede centrale nei Castra Peregrina (sul Celio) e gli agenti si chiamavano, appunto, “frumentarii”, la cui funzione originaria era stata quella di acquistare e distribuire grano (frumentum). Questa scelta non è certamente casuale, in quanto i frumentarii, per la loro attività di ricerca e acquisizione delle derrate alimentari e dei diversi generi di rifornimento alle truppe, erano in grado di conoscere, scoprire, vedere, ascoltare e muoversi nel territorio amico e  nemico, e perciò raccogliere tutte le informazioni che potevano risultare utili.

Il lavoro logistico, d’intendenza o di sussistenza si direbbe oggi, veniva realmente effettuato, ma era una specie di copertura del servizio spionistico. Un po’ come succede oggi per certo personale delle ambasciate, del settore industriale strategico e degli armamenti, del mondo bancario e della finanza, o più banalmente con certi studenti fuori corso nelle università. I frumentarii (elementi di origine provinciale) avevano rapporti strettissimi con l’esercito (erano inquadrati militarmente loro stessi come entità d’élite), avevano sotto gli occhi la popolazione locale e la burocrazia imperiale, erano perciò in grado di riferire all’imperatore qualsiasi informazione di suo interesse.

Un po’ meno noto è il seguito di questa storia. A Diocleziano, dunque a cavallo tra III e IV secolo, si attribuisce il merito di aver riorganizzato il sistema di sicurezza interna dell’Impero. Gli imperatori furono sempre attenti alla difesa di se stessi e dell’Impero, e ciò poteva concretizzarsi solo con il controllo dell’esercito e grazie a tutte le informazioni che provenivano da ogni parte. Diocleziano dapprima sciolse i frumentarii, una decisione questa apparentemente contraddittoria. Si trattò di un cambiamento di facciata, poiché essi erano odiati e temuti da tutti, e un cambiamento dettato anche da reali esigenze di maggiore efficienza dello strumento. Furono sostituiti da un’organizzazione che avrebbe svolto gli stessi compiti di spionaggio e sicurezza, ma con un nome diverso e una struttura differente. I nuovi addetti alla raccolta delle informazioni furono molto più temibili dei frumentarii e presero il nome di agentes in rebus, “agenti in missione”. Ma non è il caso che la tiri per le lunghe su questo argomento.

* *

Oltre ai cinque tipi di spionaggio indicati da Sun Tzu, ve ne sono altri. E a proposito di intelligenza con lo straniero, segnalo, per chi non l’avesse già letto e volesse apprezzarlo per ciò che rivela, questo articolo.

Militarmente siamo una colonia americana, economicamente e finanziariamente una dépendace di Berlino, Francoforte e della City di Londra, politicamente ostaggi del Vaticano e dei grandi interessi, ideologicamente sottomessi ai media e a chi li controlla.

* * *

PS: leggo con un certo divertimento le affermazioni di un saputello in commento a un post di Malvino. L’esperto sostiene che «le armi chimiche come il sarin, [sono] in genere sono così poco efficaci in campo militare da essere state utilizzate pochissimo nei decenni dopo la Prima Guerra Mondiale. Perfino il vento che tira dalla parte sbagliata può rendere controproducente l'attacco e disperdere la sorta di "nebbia" tossica che si cerca di creare». 


Vediamo di chiarire le idee di questo poveretto: le armi chimiche in genere sono così poco impiegate – lo sono altresì in genere in contesti nei quali si è certi della mancata azione di risposta – proprio per la loro significativa e letale efficacia, tale da non lasciare scampo (come rileva giustamente Malvino), e appunto per questo esse sono bandite (fin dal protocollo di Ginevra del 1925, il quale vieta l’impiego ma non la produzione). Nessuna controindicazione, tantomeno il mutare dei venti, è data per il loro impiego nei bombardamenti. I belligeranti della II^ GM avrebbero potuto benissimo impiegarla contro le città nemiche senza correre alcun rischio atmosferico o di efficacia. E del resto non si capisce perché gli arsenali militari continuarono, nel dopoguerra, a dotarsi di armi chimiche (e batteriologiche). Per farsi un’idea della faccenda il sito è questo. Dalla lettura dei documenti del sito e da altre fonti si può evincere che il tizio in questione non ha la minima idea di quanto siano micidiali i vari tipi di gas nervino in dosi infinitesime, tanto è vero che tale tipologia di armi è anche detta l'atomica dei poveri.

3 commenti:

  1. Adesso conosco qualche cosa in più, grazie assai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. può essere d'interesse:
      Liberati-Silverio, Servizi Segreti in Roma antica. Informazioni e sicurezza dagli initia Urbis all’impero universale, L'Erma di Bretschneider, 2010.

      Elimina
  2. Bell'ìesempio di informazione su Arte e Mestieri. Gradirei,però,fare una precisazione:
    Il più antico mestiere del mondo è la:"Casalinghitudine"(esercitata da tutte le signore),nata in seguito alla scoperta della Paternità, dell'invenzione del Matrimonio e dell'obbligo della Monogamia per la tutela del Patrimonio. Nasce da questo il secondo mestiere più vecchio del mondo:la Prostituzione(esercitata da certe signore).

    RispondiElimina