Scrivere della Cina senza essere degli specialisti, cioè dei sinologi, e cioè senza avere cognizione di causa diretta degli avvenimenti cinesi, è un po’ come parlare di Marte avendo ascoltato delle chiacchiere sui marziani. Tentare di colmare la lacuna leggendo dei libri e dei report può rendere solo più temerari, ne sono consapevole, tuttavia è necessario provare a capire qualcosa di quanto succede tra molte notizie contraddittorie, magari solo per cambiare opinione rispetto a quello che si pensava solo pochi mesi o poche ore fa.
Sulla Cina ho scritto nei due anni del blog alcuni post, uno per esempio sulla consistenza della flotta subacquea cinese. Materia assai tecnica, ma credo che nella sostanza di non aver fornito notizie troppo imprecise, anche se ora, forse, scriverei di quelle cose in una prospettiva diversa. Altro post di qualche interesse potrebbe essere questo. Anche Beppe Grillo qualche volta (stra)parla della Cina, a modo suo naturalmente.
Sto leggendo il libro di Henry Kissinger, Cina, e non può colpire, tra i tanti esempi, la franchezza di una frase scritta da Dai Bingguo e riportata dall’ex segretario di stato nel suo volume. Ma prima voglio dire che questo corposo saggio è davvero di grande interesse, del resto è scritto da una delle intelligenze più brillanti dell’establishment americano della seconda parte del Novecento (non sto esprimendo, evidentemente spero, un giudizio politico sulla sua figura).
Se il ministero della pubblica istruzione nostrana, contrariamente al solito rito di segretezza, diramasse una nota dicendo ai prossimi maturandi dei licei che uno dei temi d’esame riguarderà questo libro di Kissinger, sai le polemiche che la cosa susciterebbe? Sai quale conflitto d’interessi per il fatto che il libro è edito da Mondadori? Ma sai quando del bene invece farebbe agli studenti prendersi la briga di leggere un libro d’un autore competente e che non sia defunto da qualche secolo, che parli dei problemi del recente passato alla luce del presente e nella prospettiva del futuro? Poi vengono a sentenziare di merito e amenità consimili. Fine della (vana) digressione.
Certo, le interpretazioni e considerazioni kissingeriane sul tema sono quelle di un imperialista, cioè di una coscienza che si esprime secondo le forme del suo ambiente ideologico (come tutti noi del resto), ma non per questo il suo punto di vista può dirsi sempre scontato e sicuramente offre molti spunti per una riflessione.
Magari ne parlo nel prossimo post, anche alla luce della nuova strategia (e minaccia) del Pentagono contenuta nel “Sustaining US Global Leadership: Priorities for 21st Century Defence”.
beh, e quindi la famosa frase di Dai Bingguo che non può non colpire ?
RispondiEliminaSiamo ansiosi......
è quello che volevo. al secondo round
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