Se Putin cederà all’ultimatum di Zelens’kyj e dei suoi complici europei (che minacciano ulteriori sanzioni), ossia una lunga tregua, commetterà un grave errore. La tregua e delle viscose trattative serviranno solo all’Ucraina per tirare il fiato, riorganizzarsi militarmente e recuperare maggior sostegno mediatico.
Ciò ricorda Napoleone che, inizialmente vincitore sul campo, accettò una tregua nel 1813, ma dopo qualche mese ne pagò le conseguenze. Che furono fatali. Le tregue e gli armistizi servono solo a chi sta perdendo (*).
Il fattore tempo è a favore di Mosca. La concessione di una tregua ribalterebbe la situazione, gli imperialisti europei recupererebbero spazio di manovra e nuovi pretesti mediatici. La richiesta di tregua e di “pace” avviene nello stesso momento in cui è in atto un piano UE per destabilizzare i Balcani (**).
La strategia dei delinquenti della UE è sempre la stessa: indebolire le potenze primarie, elevare e rafforzare le potenze secondarie. La differenza tra la strategia della UE e quella del Terzo Reich è solo formale, non sostanziale. L’assunto può sembrare una esagerazione solo agli ingenui e a gente in malafede. Del resto sono gli stessi complici di Netanyahu nel genocidio palestinese.
Zelens’kyj non accetterà mai il piano di pace di Mosca. Le contraddizioni fondamentali che stanno in radice al conflitto, non possono essere risolte se non con la sconfitta del dittatore ucraino e della sua cricca. Francia, Germania e Gran Bretagna, che gli soffiano alle spalle, non vogliono la pace se non dopo aver destabilizzato Putin, fatto della Russia uno spezzatino e messo le mani sulle sue risorse minerarie.
La Russia ha proposto che l’Ucraina venga a colloqui diretti a Istanbul il 15 maggio, senza alcuna precondizione. Putin deve tener fermo il punto e non dire, come ha fatto, che nel corso di queste eventuali trattative si possa concordare un cessate il fuoco. Ha già commesso un errore strategico una prima volta, togliendo l’assedio a Kiev, un secondo errore sarebbe imperdonabile.
(*) Nel 1813, tra Napoleone e Metternich si aprirono trattative a Praga, su concezioni e posizioni inconciliabili sull’ordine europeo. Tale tregua, concessa da Napoleone, consentì il formarsi di una coalizione antifrancese più formidabile e determinata di quelle che Napoleone aveva fino ad allora affrontato. Venne l’autunno, gli alleati della coalizione antifrancese negarono un incontro con Napoleone, con la motivazione del tutto formale che i termini dell’armistizio erano scaduti dal giorno precedente, e perciò s’apprestarono a combattere. Per Napoleone, la brillante campagna della primavera precedente, cui seguì la tregua, si chiudeva infine con la sconfitta autunnale di Lipsia.
(**) Piano che include una “rivoluzione colorata” in Serbia guidata da una ONG, un’escalation del conflitto tra la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina e il governo centrale della Bosnia e un’alleanza militare tra Croazia, membro della NATO, Albania e Kosovo.
Francia, Germania e Gran Bretagna, che gli soffiano alle spalle, non vogliono la pace se non dopo aver destabilizzato Putin, fatto della Russia uno spezzatino e messo le mani sulle sue risorse minerarie.
RispondiEliminaPutin ne è ben consapevole. Lo dico dopo aver letto vari suoi discorsi recenti e non.
P. S: quando ha tolto l'assedio a Kiev? non ricordo!
F. G.