Sono all’opera forze sociali profonde e prevalentemente oscure delle quali solo ora cominciamo a intravedere con difficoltà il disegno; sono altresì in atto dinamiche globali che agiscono come leggi di natura e verso le quali dimostriamo un disincanto e una noncuranza che condurrà necessariamente a delle catastrofi storicamente inedite.
La rottura del vecchio ordine mondiale e l’insorgere di nuove grandi potenze che lottano per il proprio “spazio vitale” economico, è la causa principale della nuova corsa agli armamenti e la proliferazione nucleare. Sta per ripetersi, con ben altra forza, dimensione di scala e di strumenti, ciò che già avvenne tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento con la comparsa sullo scacchiere mondiale degli Stati Uniti, della Germania e del Giappone.
Ad aggravare questo quadro d’incertezza e d’imprevedibilità, di accelerato disordine e di conflitti per il momento ancora locali, c’è il cambiamento climatico, fenomeno reale a prescindere da quali ne possano essere le varie cause.
La fecondità femminile è in caduta libera in modo drammatico nei paesi più sviluppati, ma ciò non esclude che essa è in drastico calo, dopo aver raggiunto il picco d’aumento otto anni fa, anche in aree come l’America latina e i Caraibi, in Asia e in Oceania, e perfino in Africa e Medioriente. Una voragine demografica tale che non si sarà più in grado di garantire la continuità della specie entro pochi decenni (di quella “bianca”, sicuramente).
L’ipertrofia finanziaria, le fibrillazioni caotiche dell’economia capitalistica, il denaro facile cui seguono le “strette” monetarie, la spesa pubblica e il debito ingestibili, preludono ineluttabilmente e nonostante l’euforia borsistica, a un crash che potrebbe essere dietro l’angolo. A partire forse dal Giappone, un grande paese che importa di tutto, e dalle sue difficoltà a gestire la propria valuta, per tacere della recessione tedesca e del persistente calo della produzione industriale italiana.
A ciò si aggiunge l’instabilità dei sistemi istituzionali (vedi negli Stati Uniti il successo di un palazzinaro golpista), la crisi/estinzione dei partiti politici, la sfiducia e la paura che serpeggiano ovunque nelle società occidentali ma non solo. Le élite, le famose élite, hanno imparato che è sufficiente assicurare panem et circenses per garantirsi la pace sociale o quantomeno per evitare rivolte popolari nelle piazze. Opportunamente, Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato: “Certezza non è una parola del nostro mestiere”. Ciò che vale per l’economia e la finanza, vale anche per tutto il resto.
Quello che mi sorprende sempre quando ti leggo è il tuo inguaribile ottimismo :)
RispondiEliminarealismo
EliminaAMEN!!!!
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