martedì 16 luglio 2024

Resteranno gli insetti su un gigantesco barbeque

 


Il suo orecchio sanguinava, il pugno alzato, urlava con rabbia: “Combatti, combatti, combatti!”. Quelli dei servizi di sicurezza (?) cercavano di tirarlo indietro, il tutto sullo sfondo di una bandiera americana che garrisce al vento. Questa immagine di un eroe e di un miracolo di dimensione biblica, rimarrà indelebile non solo per chi già lo venerava.

Da sabato 13 luglio Trump sente appoggiata sulla sua spalla la mano di dio. Al primo fastidio negli affari internazionali è perfettamente in grado di lanciare una pioggia di missili nucleari urlando “Yippee-ki-yay, figlio di puttana!”. E sarà molto meno divertente di Bruce Willis.

Se Biden resiste nel mantenere la sua candidatura fino alla convention democratica del 19 agosto a Chicago, le elezioni presidenziali di novembre vedranno confrontarsi due candidati a dir poco preoccupanti: uno che pensa di essere in un film, e l’altro che, la metà delle volte, non sa dove si trova.

Nessuno può dirsi sicuro di che cosa può pensare Biden quando vede un pulsante rosso in una certa valigetta. Dato che gli Stati Uniti restano la principale potenza militare mondiale e rappresentano la più grave minaccia di guerra, abbiamo il diritto di essere preoccupati.

Gli unici che avranno qualche motivo per vedere calmate le proprie ansie sono gli eco-ansiosi. Perché continuare a temere un’apocalisse climatica quando tutto potrebbe finire con una classica apocalisse nucleare?

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