mercoledì 17 luglio 2024

La festa è finita

 

Le elezioni legislative francesi sono ormai lontane e quasi non se le ricorda più nessuno. Oggi tiene ancora banco Trump, l’attentato e i relativi complotti. Nondimeno Repubblica se ne occupa da par suo. Ha ragione Elon Musk, la questione dei dazi sulle auto cinesi è più importante perfino dell’altra dirimente questione planetaria, quella degli extraterrestri. Testuale.

Ieri, a Parigi, il tempo era instabile e l’aria soffocante. Nel salone da ballo dell’Eliseo, un grande tavolo era stato allestito per ospitare l’ultimo consiglio dei ministri del governo di Gabriel Attal. A 35 anni, il più giovane primo ministro della storia della Quinta Repubblica, ha occupato rue de Varenne per appena sei mesi. Certe cose non succedono solo in Italia. Anche il fatto che l’ultima edizione della Gazzetta Ufficiale francese contiene un fracco di nuove nomine dell’ultimo momento. Vorrai mica che i trombati restino disoccupati?

Emmanuel Macron si unisce a questo consiglio allargato dei ministri, ha cura di ringraziare tutti per “l’azione intrapresa”, assicurando loro che potranno essere “orgogliosi dei risultati ottenuti per oggi e per le generazioni future”. Se i risultati ottenuti sono stati così orgogliosamente strabilianti tanto da essere tramandati alle generazioni future, perché ha indetto nuove elezioni?

Intanto, i cosiddetti leader del Nuovo Fronte Popolare, vale a dire l’ammucchiata che ha vinto il ballottaggio del 7 luglio in Francia, non hanno trovato l’accordo per indicare a Macron il candidato a formare un nuovo governo. Si sapeva ancor prima che nascesse il Nuovo Fronte Popolare, lo si sa da sempre che a sinistra prevalgono i super-ego.

Marine Tondelier si dice “arrabbiata, disgustata” dalla “guerra di leadership” tra PS e LFI all’interno del Nuovo Fronte Popolare. Sapete chi è questa Carneade della politica francese? Non ha importanza, ciò che conta è che “Questa speranza si è trasformata in rabbia, la nostra gioia si è trasformata in vergogna”. Oddio, che dramma, che strazio, ma soprattutto chi l’avrebbe mai previsto.

Dopo lo scampato pericolo la festa è stata di breve durata. Bevuto lo champagne arrivano sempre i postumi della sbornia. Tutti gli scenari indicano, se va bene, un governo indebolito e che avrà difficoltà ad approvare le leggi e dare risposte alla rabbia della gente. Sui manifesti elettorali del NFP c’era scritto: “Votez, pour tout changer”. Tradotto in italiano: vota, fatti prendere unaltra volta per il culo

Eppure basterebbe un po’ di buon senso, ossia che il nome che il Nuovo Fronte Popolare deve proporre a Emmanuel Macron fosse scelto attraverso il voto dei deputati eletti del NFP e non attraverso negoziati tra le sedi del partito. Tuttavia Mélenchon & C. non si faranno portar via il boccone, ed infatti proprio La France insoumise è contraria a questa soluzione.

Purtroppo siamo ancora lontani da ciò che paventava il New York Times già il giorno dopo il ballottaggio: considerava “le dimissioni” di Emmanuel Macron un fatto compiuto; oppure il Times, che riteneva che il presidente fosse ormai “seduto sul sedile posteriore dell’auto”. Tranquilli, conoscendo Macron, presto raddrizzerà le penne e tornerà a pavoneggiarsi sulla scena internazionale. Le Olimpiadi sono a un passo.

Macron rimane al comando (la nomina dell’inquilino di Matignon resta una sua prerogativa), ma è solo questione di tempo. Quando la borghesia vede sfumare il consenso, la pace sociale, per un po’ ci prova con i vecchi partiti, poi li molla e ricorre ad un altro usato sicuro. Non voglio insistere troppo con le equivalenze storiche, ma che si chiami bonapartismo o fascismo, sempre di quella roba lì si tratta.

2 commenti:

  1. A poco più di una settimana dalla chiusura delle elezioni
    legislative tenutesi in Francia, il Presidente Emmanuel
    Macron ha accettato le dimissioni del Primo Ministro
    Gabriel Attal. Attal aveva già presentato le proprie
    dimissioni al Presidente francese, il quale tuttavia, in un
    primo momento, non le aveva accettate; ora il Premier
    rimarrà in carica per gestire gli affari correnti in attesa
    che la sinistra, uscita vincitrice dalle elezioni, decida chi
    sarà il leader del prossimo esecutivo. La coalizione del
    Nuovo Fronte Popolare, a guida de La France Insoumise
    di Jean-Luc Mélenchon, risulta infatti ancora indecisa
    sulla scelta del nuovo Premier, che guiderà un governo di
    minoranza.
    Fonte: L'Indipendente

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  2. O. T: Buona/brutta notizia dal mondo delle costruzioni

    https://www.rinnovabili.it/green-building/materiali-e-tecnologie/robot-edile-piu-veloce-posa-mattoni-usa/

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