lunedì 8 luglio 2024

La ghiaia sotto le scarpe

 

Lo zar Nicola II, prima di essere liquidato dai bolscevichi, lesse per la prima volta Guerra e pace. Sapeva che sarebbe stato giustiziato? No. Ma deve aver sentito che le cose si stavano mettendo molto male. Non so se ha avuto il tempo di finire il romanzo di Tolstoj. Se non l’ha capito, dov’era con la mente quando gli hanno piantato una pallottola in testa?

Che c’entra con quanto sta accadendo? Se non riuscite a capirlo, quel je ne sais quoi che è dentro di noi, vuol dire che con i sentimenti state altrove. In attesa che si faccia strada una privatizzazione della sanità e dell’istruzione che convenga a tutti. Eccetera.

A leggere certi commenti, in Francia hanno perso (o non hanno vinto) i “putiniani”. Deduco da questa stupidaggine che in Italia, nel 2022 e nel giugno scorso, hanno vinto (primo partito) i sostenitori della Nato. Che però denotano un atteggiamento ambiguo (eufemismo) con l’UE (leggere Sergio Fabbrini ieri). E soprattutto non si dichiarano antifascisti. Perché sono fascisti, ovvio. Vestiti alla moda, ma pur sempre fascisti. Nel cuore e nel buco del culo.

Ma in Italia e in Francia Meloni e Le Pen non rappresentano solo i fascisti. Raccolgono il consenso elettorale (e non solo) di chi non ne può più. Quel popolo che comunque verrà poi tradito dopo il voto, perché il gioco sociale tra chi vince e chi perde è già deciso. Ma non importa, quel popolo vota la destra e i fascisti. Convintamente la scelta tra un bicchiere di acqua naturale e un bicchiere di acqua frizzante. In Francia, quel popolo, ritiene che presto o tardi verrà introdotta la poligamia e una sharia moderata.

Nel ballottaggio, a fronte del pericolo proveniente dall’estrema destra, ingigantito dai media, la sinistra ha realizzato qualcosa di profondamente innaturale: l’unità. Che durerà come quel famoso gatto in tangenziale. Del resto Macron non ha scelto a caso i temi della sua campagna elettorale. Laicità, immigrazione e il suo favorito: l’energia nucleare. Otto nuovi EPR in programma e un colpo basso al Fronte Popolare.

Il presidente sa bene che a sinistra il nucleare è quantomai divisivo. Nel momento in cui il Partito Comunista (PCF), la France Insoumise (LFI), gli Ambientalisti (EELV) e il Partito Socialista (PS) dovranno concordare un programma comune, faranno la fine della Nupes (Nouvelle Union populaire écologique et sociale).

L’ordine del giorno di allora: “Abbandonare i progetti EPR, pianificare lo smantellamento, il ripristino e la riconversione dei siti nucleari e della loro intera area vitale”, sintetizzava il programma Nupes. Due anni dopo, i buoni propositi si sono infranti col disegno di legge per il rilancio dell’energia nucleare adottato dall’Assemblea il 16 maggio 2023. E il voto delle forze del nuovo Fronte Popolare quel giorno riassume bene il divario tra i partiti sull’energia atomica. Gli ecologisti e i “ribelli” hanno votato contro il rilancio, il PCF (come il resto della Assemblea) a favore, mentre i socialisti si sono astenuti (codardi).

È solo un esempio delle discordie, confermato dalle dichiarazioni di Raphaël Glucksmann: “È un’energia di transizione che non è completamente pulita. Un’energia del futuro, che dipende da dove collochiamo il futuro». Il solito bla-bla. I giochi sono fatti, il futuro è già deciso.

La sinistra francese è divisa su quasi tutto, incapace di convergenza programmatica. E anche quando in campagna elettorale dice ai salariati che lotterà contro le discriminazioni e le disuguaglianze economiche e sociali, non è credibile e sa essere ingenua e negatrice sulle questioni dell’immigrazione e della sicurezza, eccetera.

Quale governo sortirà dalla nuova Assemblea? Jean-Luc Mélenchon, ex apparatchik socialista e dittatore in pectore, non potrà essere la soluzione. Perciò siamo sicuri che a perdere il ballottaggio è stata la destra? Marine Le Pen è poca cosa, si sa, ma del resto che cos’è Meloni di là degli incensamenti dei media? A logorarsi sarà ora la sinistra, o sedicente tale, mentre la partita vera si giocherà fra tre anni.

Le Pen già sente la ghiaia che scricchiola sotto le sue scarpe nel cortile dell’Eliseo.


1 commento:


  1. La fascista Le Pen ha dichiarato che non permetterà
    che le armi francesi siano usate contro il territorio
    russo e che non vuole che la Francia venga coinvolta
    nel conflitto.
    E si è impegnata a impedire che i soldati francesi
    vengano inviati sul territorio ucraino.

    L'antifascista Mélenchon è per la difesa e il ripristino
    dell'integrità territoriale dell'Ucraina, la guerra fino alla cacciata dei russi, l'invio dei caschi blu a difesa
    delle centrali nucleari.

    Nei collegi dove ha desistito invita a votare Macron,
    il più aggressivo e interventista dello schieramento
    europeo.
    Lo sconfitto nelle elezioni di appena sei giorni fa.
    Colui che ha "rubato" le pensioni, ha tolto
    l'assistenza sanitaria ai sans papier, e vuole
    mandare i francesi a combattere.

    Il mondo appare capovolto a chi è malato di
    ideologismo, e si nutre di luoghi comuni ormai
    diventati in-coscienza diffusa, non a chi si sforza di
    comprendere gli interessi reali che stanno dietro le
    "nomenclature" politiche e le loro scelte.

    E appare incomprensibile a chi ha barattato il suo
    ruolo di rappresentante degli interessi delle classi
    dominate con quello più comodo (e inutile) di
    supporter della "fazione del cuore" della propria
    borghesia.

    Se fossi un cittadino francese (popolo che amo e
    invidio) lascerei che si votino e desistano fra di loro,
    me ne starei a casa a rinfrancare il corpo e lo spirito
    per le future battaglie che inevitabilmente mi
    aspettano.
    E che saranno molto più aspre e più difficili di quelle
    che abbiamo visto negli ultimi anni.

    Non so come finirà lo scontro elettorale.
    So che lo scontro politico, il proletariato francese, lo
    ha perso ancora una volta, e ancora una volta grazie
    a una sinistra borghese opportunista e fellona.
    Una sinistra di mentecatti a cui rimane ormai solo il
    gioco dei bussolotti elettorali fine a se stesso.
    M. G

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