venerdì 14 giugno 2024

Guerra in Ucraina e grandi affari

 

L’Ucraina si è impegnata per acquisti ventennali di Gnl dagli Stati Uniti, ma al tempo stesso sta collaborando per consentire li passaggio alle forniture di Gazprom anche dopo la fine del contratto di transito.

Si chiama geopolitica, affari, mafia, quello che vogliamo. Tutto ciò mentre migliaia di uomini al fronte si stanno scannando. Leggo ancora sul Sole 24 ore:

«È alle battute finali la sfida tra Stati Uniti e Russia sul mercato europeo del gas. Washington punta a stravincere, Mosca non può permettersi di gettare la spugna e comunque, benché in serie difficoltà, è ancora in gioco: in maggio è anzi tornata a superare gli americani, riconquistando – tra forniture via gasdotto e carichi di Gnl – una quota di mercato del 15%, record da due anni, contro il 14% degli Usa (e il 30% della Norvegia) [...].

«Tra i due contendenti c’è l’Ucraina: tuttora disposta, per quanto possa sembrare incredibile, a concludere affari con entrambi i Paesi quando si tratta di gas. In particolare Kiev sta collaborando nell’organizzare sistemi alternativi che consentano alle forniture di Gazprom di passare nel suo territorio anche dopo la scadenza a fine anno dell’attuale contratto di transito. Nello stesso tempo – è notizia di giovedì 13 – si è lasciata convincere ad impegnarsi per acquisti regolari di Gnl dagli Usa, anche se oggi l’Ucraina produce abbastanza gas da essere autosufficiente».

La guerra del gas, così come quella del petrolio e tante altre così. Cosa dicevo l’altro giorno? Prestiti all’Ucraina perché poi compri merci da chi quel denaro glielo presta o finge di regalarglielo.

Saranno anche fatti contingenti, ma le goccine questa volta le deve prendere M. S. e a litri certi suoi amici.

Se il gas non servirà all’Ucraina, scrive sempre il quotidiano di Confindustria, verrà esportato in altri Paesi dell’Europa centro-orientale, area in cui si trovano le roccaforti del gas russo più difficili da espugnare. Tra queste l’Ungheria, guidata dal sovranista Viktor Orban, vicino al Cremlino, che Gazprom oggi rifornisce via Turchia con il TurkStream, gasdotto con diramazioni che raggiungono anche Bulgaria, Romania, Grecia, Macedonia del Nord, Serbia e Bosnia Erzegovina.

È questa la vera guerra, o quantomeno una delle reali motivazioni dalle quali nasce la carneficina in atto.

Il Gnl a stelle e strisce che sbarcherà in Ucraina sarà importato dalla DTEK, utility privata che ha siglato un accordo con Venture Global (società peraltro ai ferri corti con molti clienti europei, tra cui Edison, che le contestano violazioni contrattuali).

La DTEK, che fa capo alla System Capital Management o SCM, con sede a Cipro, è di proprietà di Rinat Akhmetov, nato a Donetsk (ex Stalino), di etnia tartara del Volga, musulmano sunnita praticante. Ha esordito come assistente di Akhat Bragin, ex macellaio, “una figura mafiosa dell’oblast di Donetsk e in seguito presidente della squadra di calcio Shakhtar Donetsk”, scrive Wikipedia. Bragin subì diversi attentati, morì in un attentato dinamitardo nel 1995 allo stadio Shakhtar di Donetsk. Dopo questo evento, Rinat Akhmetov è diventato proprietario e presidente della Shaktar Donetsk.

In onore di Akhat Bragin, la moschea di Donetsk si chiama Ahat Jami. La moschea è situata a Donetsk ed è stata chiamata “in onore del boss mafioso locale Akhat Bragin e uno dei suoi minareti prende il nome da Rinat Akhmetov”.

Nel 1999, un rapporto ufficiale del Ministero degli affari interni ucraino intitolato “Panoramica delle strutture della criminalità organizzata più pericolose in Ucraina” ha identificato Akhmetov come leader di un sindacato della criminalità organizzata. Il rapporto collegava il gruppo al riciclaggio di denaro, alla frode finanziaria e al controllo di numerose società fittizie.

La più grande azienda del gruppo SCM è Metinvest, impegnata nel settore minerario e dell’acciaio. È una delle più grandi imprese private dell’Ucraina e uno dei maggiori produttori di acciaio in Europa. È anche il più grande produttore ucraino di minerale di ferro. Oltre all’Ucraina, Metinvest ha asset negli Stati Uniti, Italia, Regno Unito, Bulgaria e Svizzera.

Quello di Akhmetov è un profilo che andrebbe indagato meglio.

8 commenti:

  1. Un vero signore questo Akhmetov, come pochi!

    RispondiElimina
  2. Che alcuni Stati in guerra concludano accordi commerciali non è una novità. Nel 1915 la marina inglese si trovò in crisi per mancanza di binocoli e telemetri di precisione. Nello stesso periodo la Germania aveva urgente necessità di gomma per i pneumatici. All'epoca l'ottica di precisione aveva solo due nomi: Carl Zeiss e Ernst Leitz, entrambi tedeschi. E la produzione di gomma era monopolio delle colonie britanniche in Malesia. Da Londra il Ministero della Guerra mandò un agente in Svizzera in missione segretissima. La proposta era l'acquisto di 32.000 binocoli contro adeguato rifornimento di gomma. L'accordo fu concluso nell'agosto 1915.

    RispondiElimina
  3. Ed Conway - "Material World" - WH Allen Publishing 2023 - pagine 47-52
    ISBN 9780753559161

    RispondiElimina
  4. Mentre in Italia durante il G7 si decide di appropriarsi di
    beni di cittadini che non hanno commesso alcun reato,
    se non quello di essere nati in un Paese che a molti
    risulta “antipatico”, ecco arrivare a Cagliari un mega
    yacht da 500 milioni di euro di proprietà del miliardario
    ucraino Rinat Akhmetov.
    Che meraviglia, immagino quanti andranno a farsi un
    selfie davanti a questa enorme villa galleggiante di 145
    metri, il cui costo annuale di manutenzione è di 50
    milioni di euro.
    Consiglierei anche a quanti hanno fatto donazioni in
    questi anni verso quella causa, di esibire la ricevuta della
    somma erogata,unitamente all’evidenza dei 16 miliardi
    che abbiamo inviato qualche mese fa, e pretendere un
    giro turistico a largo delle coste sarde, perché secondo
    me ne avete diritto.
    Pensa che, secondo i dati di Save The Children, in Italia
    un bambino su 7 vive in povertà assoluta, mentre noi
    finanziamo questi soggetti.
    Come se vostro figlio vi dicesse che ha fame, e voi gli
    rispondeste che non potete dargli da mangiare, in quanto
    avete speso gli ultimi soldi per acquistare la bici al figlio
    del ricco vicino.
    A proposito, perché non vengono confiscati i beni dei
    ricchissimi Israeliani in Europa? avete idea della
    dimensione di questi patrimoni? Eppure nessuno ne
    parla nonostante quello che accade.
    Mario Francesco Ioppolo

    RispondiElimina
  5. Nello stesso libro che ti ho citato ci sono alcuni riferimenti interessanti alla tua regione. Pare che nel Quattrocento o Cinquecento ci fosse la minaccia della pena di morte per gli artigiani di Murano che decidessero di andare all'estero a divulgare i loro segreti, anche se qualcuno ci riuscì. Purtroppo non ho il tempo per una corretta traduzione dall'inglese ma ti riporto qui due passi interessanti. Poi, se vuoi, puoi tradurre tu.
    "In much the same way as scientists are today prevented from smuggling their secrets from the West to Asia, something similar went for the artisans of Murano, the first craftsmen to learn how to make truly clear, thin, beautiful glass. They were threatened with death if they attempted to leave the island in the Venetian lagoon".
    "When he discovered how to create beautiful crystalline glass, with the help of craftsmen smuggled out of Murano, English glassmaker George Ravenscroft and his coworkers refused to divulge the secret ingredient."

    RispondiElimina