giovedì 9 maggio 2024

Uno Stato di "eletti"

 

Troppo spesso ancora oggi gli ebrei sono descritti come portatori di caratteri loro propri, addirittura sui generis, trasmessi per via ereditaria. Uno speciale corredo genetico distinguerebbe gli ebrei da tutti gli altri esseri umani.

Questa è una teoria cara ai sionisti e, paradossalmente e per altri opposti motivi, all’antigiudaismo.

Nei registri anagrafici israeliani un cittadino può risultare di nazionalità “ebraica”. Del resto Israele si autodesigna ufficialmente come Stato del popolo ebraico. Lo Stato di Israele designa ebreo un suo cittadino non perché parli l’ebraico, racconti barzellette ebraiche, mangi cibo ebraico, scriva in ebraico o pratichi attività specificatamente ebraiche. Nulla di tutto questo.

Si è censiti come ebraici perché quello Stato, ossia Israele, ha esaminato l’albero genealogico di quel determinato cittadino, appurando che è figlio di una madre ebrea, che sua nonna era ebrea e così pure sua bisnonna, di generazione in generazione fino alla notte dei tempi. Un po’ come se per essere cittadino italiano si dovesse essere figli di una madre cattolica, a sua volta discendente di una nonna, una bisnonna e così via, cattoliche.

Quel cittadino considerato ebreo dallo Stato di Israele potrebbe aver avuto un padre e un nonno ebrei, ma ciò non lo farebbe diventare ipso facto un cittadino ebreo dello Stato d’Israele. Parlare e imprecare in ebraico non gli sarebbe servito a nulla, così come non gli sarebbe servito a nulla aver frequentato fin da bambino le scuole israeliane. Fino alla fine dei suoi giorni sarà etichettato dalle autorità come un immigrato polacco, tedesco, italiano, russo, e che dir si voglia. E così anche se fosse nato in Israele ma non da madre ebrea.

Non solo. Quel cittadino non può rinunciare di essere ebreo, e ciò stando alle leggi in vigore nello Stato israeliano, conformi in questo ai canoni della halakhah, ossia alle leggi religiose ebraiche. Il fatto di essere o non essere ebreo non ha nulla a che vedere con il libero arbitrio. Soltanto in casi limite l’anagrafe israeliana potrebbe accettare di modificare la nazionalità di un cittadino, ossia nel caso si convertisse a un’altra religione.

E se quel cittadino fosse laico e non credente, ossia un cosiddetto ateo? Se non credesse nelle balle sulla trascendenza, di essere creatura di Dio e non viceversa? Ancora nel XXI secolo, in Israele e nel resto del mondo, i sionisti respingono senza perdere l’idea stessa di una nazionalità israeliana di matrice puramente civile: si può parlare sempre soltanto di nazionalità “ebraica”.

Scrive lo storico israeliano Shlomo Sand: «A chi desidera considerare Israele come il proprio Stato nazionale di appartenenza restano due sole possibilità: essere figlio di madre ebrea, oppure sottoporsi a un lungo e tortuoso cammino di conversione religiosa secondo i canoni della legge ebraica, anche se in cuor suo l’aspirante cittadino è ateo al cento per cento».

Molti degli studenti di Shlomo Sand sono di origine palestinese, parlano correntemente l’ebraico e a norma di legge dovrebbero essere considerati israeliani a tutti gli effetti. Eppure nei registri del ministero dell’Interni risultano censiti una volta e per tutte come “arabi” e non come israeliani. Non è in loro potere modificare questa situazione, né oggi né mai. Qualcuno, penso a campioni come Chiaberge e altri, che propugna (giustamente) lo jus soli per i nostri immigrati, ha avuto mai da dire qualcosa a riguardo dello status dei palestinesi nati e residenti in Israele?

Per contro, s’immagini che in qualunque altro Paese le autorità imponessero a chi si riconosce come ebreo di farlo scrivere sulla sua carta d’identità, per non parlare di un ipotetico censimento nazionale condotto con simili criteri. Ma è esattamente ciò che avviene in Israele, e di ciò nell’occidente liberale e democratico non si parla.

7 commenti:

  1. Meno male che ci sei. Almeno tu.

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    1. Meno male che ci siete voi, sempre meno però

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    2. Ma no è impossibile. Non ci credo.
      Chi non ti conosce qui non c'è, è ovvio.
      Ma chi ti incontra non ti molla.
      Garantito

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  2. Chiunque si definisca con il suo credo religioso è un folle. Qualcuno ha detto : "Umano, troppo umano"

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  3. Chi non conosce la verità è uno sciocco ma chi,conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.Brecht

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  4. Ieri in commentatore TV ha sentenziato che si è ebrei solo per discendenza femminile, cosa che non tutti sanno.
    Che segua e si istruisca sul tuo blog ?
    Lo sospetto

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